Il senso di accerchiamento ha costretto la World Surf League a replicare ai numerosi attacchi tramite una lettera del Ceo, Erik Logan, dal momento che "nei giorni scorsi numerosi surfisti, giudici della Wsl e dipendenti hanno subito vessazioni, intimidazioni e minacce di violenza, anche di morte, come diretta conseguenza di tali dichiarazioni". Di seguito, ecco i passaggi chiave del comunicato: "In primo luogo, i criteri di valutazione vengono forniti agli atleti prima di ogni competizione. Tutti gli atleti in gara al Surf Ranch Pro hanno ricevuto questi materiali il 20 maggio. Ogni atleta ha avuto l'opportunit¨¤ di porre domande sui criteri e nessuno degli atleti che hanno rilasciato queste dichiarazioni ha approfittato di questa opportunit¨¤. In secondo luogo, le nostre regole consentono a qualsiasi atleta di rivedere il punteggio di qualsiasi onda con i giudici e ricevere una spiegazione pi¨´ dettagliata di come sono stati valutati. Non ¨¨ accettabile, ed ¨¨ una violazione della politica della lega, che i surfisti scelgano di non impegnarsi con il processo corretto e invece esprimano rimostranze sui social media. Un certo numero di atleti del Surf Ranch Pro ha ricevuto punti per elementi come la progressione e la variet¨¤, quindi ¨¨ semplicemente errato suggerire che questi non vengano presi in considerazione nei criteri di valutazione. Inoltre, le nostre regole sono state applicate in modo coerente per tutta la stagione, anche negli eventi di questa stagione che sono stati vinti da atleti che ora stanno mettendo in discussione quelle stesse regole".
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