il focus
LĄŻItalia del surf ai mondiali: storia di passione e fatica
Mondiali ISA appena conclusi ad Huntington Beach, bocce ferme: lĄŻItalia del surf si classifica diciassettesima ad appena quattro punti da Barbados. Ovviamente dietro le corazzate, team USA in testa con la medaglia dĄŻoro, lĄŻAustralia con lĄŻargento, e la Francia con il bronzo. Ma anche dietro a Canada, Germania, Israele (questĄŻultima con una tradizione surfistica molto pi¨´ lunga della nostra).?
Un appuntamento, quello della California, che come abbiamo raccontato era il primo della corsa alle Olimpiadi 2024. Il Giappone ha messo in cassaforte un posto per gli uomini e gli Stati Uniti uno per le donne. Per adesso lĄŻItalia resta fuori, e anche se la strada ¨¨ ancora lunga, ha serpeggiato una leggera delusione. Siamo andati allora ad analizzare nel dettaglio i risultati di questa edizione, e poi con la lente dĄŻingrandimento, a ritroso di circa dieci anni, alla ricerca delle performance azzurre. E la sintesi ¨¨ che la nostra ¨¨ una storia fatta di sudore e lotta perenne, dove niente ¨¨ facile o ¨¨ dato per scontato.
il prima e il dopo
ĄŞ ?Partiamo da un punto fermo: nelle gare ISA, lĄŻInternational surfing association, cĄŻ¨¨ un prima e un dopo. La linea di confine ¨¨ data dallĄŻufficiale inclusione del surf nelle olimpiadi e dal metodo di qualificazione che ha permesso alla federazione internazionale di assegnare dei posti per Tokyo 2020. Prima di allora le gare ISA ¨C definite come campionati per amatori ¨C sono state globalmente un poĄŻ snobbate. Le squadre leader non sempre hanno garantito la loro partecipazione e ad ogni modo quasi mai hanno mandato atleti di primo rango. I top surfers, in assenza di montepremi, di particolari richieste degli sponsor o delle suadenti sirene dei Cinque cerchi, hanno sempre preferito impegnarsi nel circuito professionistico della WSL ora e dellĄŻASP prima. ? importate tenerlo a mente: una nazione come lĄŻItalia, con una storia sportiva di poche decine di anni e un Mediterraneo talvolta povero di onde, negli ultimi anni di gare ha dovuto fare i conti con i pezzi da novanta: si ¨¨ alzato enormemente il livello insomma.
i risultati singoli
ĄŞ ?In California, anche se non in modo clamoroso come avvenuto per esempio nel 2019, ¨¨ successo proprio questo: le nazionali hanno schierato atleti forti, molto forti. LĄŻItalia della federazione Surfing Fisw, con a bordo Leonardo Fioravanti, Edoardo Papa, Jesse Mendes, Emily Gussoni, Giada Legati e Indiana Ferri, e Matteo Calatri come riserva, si ¨¨ fermata al diciassettesimo posto complessivo. Un numero per¨° che in realt¨¤ significava poco ai fini della qualificazione olimpica poich¨Ś contava quello per genere. E qui non siamo messi poi cos¨Ź male. Tra gli uomini lĄŻItalia ¨¨ arrivata al nono posto, lasciandosi dietro per esempio la Gran Bretagna, la Spagna, la Nuova Zelanda. Un poĄŻ peggio invece per le ragazze, 21 esime. Per quanto riguarda la classifica individuale, Fioravanti ¨¨ al sedicesimo posto, Edoardo Papa al 31 e Mendes, brasiliano con passaporto italiano (e dal quale tutti, sinceramente, si aspettavano di pi¨´) ¨¨ al 46esimo posto. Tra le donne la prima ¨¨ Indiana Ferri, new entry della selezione, al 41 esimo posto; seguono Legati al 65 e Gussoni allĄŻ81.
l'apice nel 2019
ĄŞ ?Non ¨¨ stato quindi un successo, ma neanche un disastro. Facendo un salto nel passato, lĄŻanno in cui lĄŻItalia ebbe un piccolo exploit fu il 2019, cio¨¨ il primo vero mondiale ISA valido per la qualificazione olimpica. In gara cĄŻera gente come Kelly Slater, per intenderci, di cui non si registrano altre partecipazioni a un mondiale amatori. E possiamo dire che un italiano ¨C onore sia reso ad Angelo Bonomelli ¨C pu¨° raccontare di averlo battuto. Il biondo di Varese, cresciuto in Costa Rica, che a lungo ha rappresentato lĄŻItalia in nazionale e per un pelo non vol¨° a Tokyo, arriv¨° molto in alto classifica, tredicesimo. QuellĄŻanno vinse Italo Ferreira e sul podio salirono anche Kolohe Andino e Gabriel Medina, e Slater quinto: non dei pischelli di primo pelo. LĄŻItalia si classific¨° diciassettesima. Chiss¨¤ cosa sarebbe successo con Fioravanti, costretto a saltare lĄŻappuntamento per una lussazione alla spalla.?
la fisw e il vento olimpico
ĄŞ ?Saltato lĄŻanno del Covid per eccellenza, cio¨¨ il 2020, nel 2021 il team ¨¨ arrivato al quindicesimo posto. Mentre al mondiale 2018 in Giappone gli azzurri furono sedicesimi e nel 2017 (a maggio in Francia), primo anno di gestione della Fisw, lĄŻItalia arriv¨° 29esima. A questo punto va messa una nota: i primi giorni del marzo 2017, segnano lo spartiacque del surf federale in Italia. ? il momento in cui viene sancito, per volere del Comitato olimpico italiano, il passaggio del surf agonistico sotto ogni sua forma nelle mani della FISW, la Federazione italiana sci nautico e wakeboard, con sede a Milano. Una decisione iniziata a maturare nel 2016 con lĄŻufficialit¨¤ dellĄŻingresso del surf nelle Olimpiadi, ma che di fatto ha chiuso lĄŻera della Fisurf, la federazione che sino ad allora aveva gestito il surf nella Penisola. Prima di raccontare cosa successe in classifica nelle edizioni precedenti, va anche ricordato che il vento olimpico port¨° con s¨Ś dotazioni finanziarie e una spinta entusiastica di cui la Fisurf mai aveva potuto godere, anche in termini di inclusione degli atleti italiani nelle squadre sportive militari.
il successo di pilurzu
ĄŞ ?Eccoci quindi al mondiale 2016, disputato in Costa Rica: diciottesimo posto. Nel 2015 e 2014 lĄŻItalia invece non fece le valige. Bisogna andare al 2013 per trovare un quindicesimo posto a Santa Catalina, Panama. Parteciparono 24 nazioni, mentre lĄŻedizione attuale ha contato 50 squadre in totale, con ben 64 team maschili. Ma fu proprio in quella occasione in Centro America che lĄŻItalia ebbe la migliore prova individuale di sempre: Federico Pilurzu, natali a Cagliari e una vita trascorsa in Costa Rica, arriv¨° sino al settimo posto. Insieme a lui cĄŻera un team composto da Stefano Esposito, surfista formato ad Anzio e negli Stati Uniti da molti anni, la star del big wave riding Francisco Porcella, Angelo Bonomelli e le ragazze Valentina Vitale e Greta Dalle Luche, la prima pi¨´ volte campionessa nazionale, la seconda vicecampionessa ed entrambe nel team Roxy.
un'italia costante
ĄŞ ?Fu una bella prova, con una squadra solida, entusiasta, ed erano decisamente altri tempi. Ecco: al netto delle differenze in termini di qualit¨¤ agonistica complessiva, le performance italiane negli ultimi dieci anni sono rimaste bene o male costanti. Anzi, dovessimo mettere sulla bilancia lĄŻesponenziale corsa agli slot olimpici e i relativi meccanismi di selezione che hanno portato i comitati olimpici nazionali a investire risorse e chiedere una maggiore presenza ai propri top surfers, il team degli azzurri ha tenuto botta ed ¨¨ rimasto, come si potrebbe davvero dire, sulla cresta dell'onda.
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