Al posto dei beach boys e degli uomini di mare, a riempire parcheggi e line up ora sono i nomadi digitali. ¡°Sembrano arrivare dal futuro, a volte sembra di vivere una partita di beach-volley¡±, dice Alessandro Servadei
Dalla surf-life al pop-surf, da pratica ascetica a sport di massa: sembra questa la traiettoria del surf da onda, la disciplina olimpica gi¨¤ inclusa a Tokyo e Parigi e confermata per i prossimi appuntamenti a cinque cerchi a Los Angeles e Brisbane. Addio ai beach-boys, quei buontemponi che bighellonavano nelle spiagge hawaiane (prima) e californiane (dopo), fino a diventare un fenomeno di costume di tutte le coste sufficientemente temperate e con qualche spot decente. Salutiamo anche gli uomini di mare, quei surfisti che alla frequentazione delle onde accompagnavano una vita incentrata sulla spiaggia, condita magari da apnea e pesca (e tutte e due); i quali emanavano anche un forte ascendente mistico. E allora, costa resta di quell¡¯identit¨¤ che faceva ripetere come un mantra: ¡°il surf ¨¨ uno stile di vita¡±?

Massificazione del surf e dimensione telematica
¡ª ?¡°Siamo arrivati alla massificazione, prima si viveva da soli parcheggiati in spiaggia, ora qui arrivano da tutta Europa con i furgoni da centomila euro in su, poi tolgono fuori le antenne per connettersi alla rete: se ci parcheggi a fianco, possono stare anche un mese senza rivolgerti la parola¡±, racconta Alessandro Servadei, uno dei veterani italiani, trapiantato da quasi vent¡¯anni a Fuerteventura. Nato in un paesino dell'Emilia, 52 anni, Servadei ¨¨ stato tra i primi a interpretare in chiave italiana il fenomeno della van-life, vivendo intensamente con il suo furgone non solo le coste italiane, ma quelle di mezzo mondo e pure quelle delle Alpi dove puntualmente tornava ogni inverno per lavorare come istruttore di snowboard. ¡°Le Canarie erano uno degli ultimi baluardi in Europa ¨C racconta ¨C sino a cinque anni fa si viveva il surf come una volta. Poi ¨¨ cambiato tutto: a volte mi sembra di vedere persone arrivare dal futuro, sono abituati a vivere in un¡¯altra dimensione, che ovviamente ¨¨ molto telematica¡±.

Importanza delle aspettative
¡ª ?Surfista schietto e con un¡¯idea precisa sullo stile di vita a cui aspirare (¡°cerco di surfare il pi¨´ possibile e lavorare di meno¡±), Servadei nonostante il tempo trascorso all¡¯estero conserva un forte accento emiliano e quell¡¯allegria contagiosa che l¡¯ha aiutato a stringere amicizie durature con comunit¨¤ locali in tutta Italia. Rapporti spesso coadiuvati da brindisi post session con scorte di vino e grappa che conservava diligentemente in furgone. ¡°Credo che ora il surf, almeno qui, somigli pi¨´ a una partita di beachvolley ¨C racconta scherzando dalla spiaggia davanti casa nella costa nord di Fuerteventura ¨C ma non voglio essere frainteso: questa ¨¨ la nuova realt¨¤, ed ¨¨ ovvio che ¨¨ diversa. Questo cambiamento pu¨° essere triste per me, cos¨¬ come lo ¨¨ stato analogamente per i nostri nonni in altri ambiti. Soltanto che forse oggi la tecnologia ci ha fatto correre ancora di pi¨´ e il cambiamento ¨¨ pi¨´ marcato¡±.?La differenza la fanno le aspettative, racconta Servadei, e la nuova generazione che affolla le line up ¨¨ incatenata da queste attese. ¡°Quando viaggiavo le prime volte era magico, ma questo era possibile perch¨¦ non avevo tecnologie e non avevo aspettative. I nuovi approcci hanno un¡¯impronta fatta di tanti mattoncini, le manovre, la WSL, le previsioni sempre pi¨´ accurate, e tutto questo alla fine si rivela un inganno, mentre invece il surf, almeno per me, rappresenta ancora lo stare in spiaggia libero mentalmente, senza distrazioni, o magari distratto soltanto dal tramonto, dalla grigliata o dalla mareggiata che non arriva¡±.
il grido di dolore di Roberto d'amico
¡ª ?Il surf ha avuto globalmente un incremento nel numero di praticanti che in molti casi ¨¨ diventato quasi patologico. Soltanto qualche giorno fa, Roberto D¡¯Amico ha lanciato un grido di dolore su Banzai, a Santa Marinella, uno degli spot pi¨´ famosi d¡¯Italia e ormai costantemente preso d¡¯assalto. ¡°La situazione sta veramente degenerando, cos¨¬ non va pi¨´ bene¡±, ha detto pacatamente via social il pro-surfer italiano, riferendosi ai rischi sulla sicurezza e, conseguentemente, all¡¯impossibilit¨¤ per chi ha un livello medio-alto, di poter seguire delle linee su un¡¯onda puntellata da atleti che cercano di risalire disordinatamente sul picco. Il post ha generato centinaia di commenti. Eppure, sembra essere proprio la tecnologia ad aver alimentato il ¡°tutto e subito¡± di cui ormai sembra ci sia una voglia insaziabile. ¡°Non c¡¯era la moda e l¡¯ossessione di far parte di un gruppo ¨C dice Servadei ¨C in fondo eravamo persone sole che avevano voglia di vivere il proprio essere¡±. La massificazione del surf ha creato mostri a sei teste? Da qualche parte c¡¯¨¨ sempre uno spot meno affollato, consiglia D¡¯Amico. Intanto, l¡¯altro vecchio mantra, ¡°un uomo, un¡¯onda¡±, viene scardinato dalla legge dei grandi numeri, il tramonto sostituito dallo schermo, la spiritualit¨¤ sacrificata per un frettoloso ritorno alla citt¨¤ dopo qualche ora in acqua. Transitare dallo ¡°stile di vita¡± a ¡°sport¡± comprende tutto questo. ¡°Ma ognuno deve viverla come vuole, quello che succede ora ¨¨ semplicemente differente, e in qualche modo ci adatteremo anche a questo¡±, conclude Servadei.
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