Negli ultimi venti anni l¡¯Italia ha cancellato numerose onde, altre potrebbero scomparire a breve. La causa principale? I frangiflutti. E a pagare il prezzo maggiore ¨¨ stato l¡¯Adriatico
Urr¨¤ per il surf italiano; un po¡¯ meno di entusiasmo invece per i surf spot del Bel Paese, molti andati gi¨¤ perduti e spesso ancora a rischio di sparizione, quasi tutti a causa della posa di frangiflutti. Anche l¡¯Italia ha una doppia faccia della medaglia: da un lato l¡¯orgoglio per la crescita di un movimento partito dal basso 45 anni fa e che oggi ha un atleta olimpico, Leonardo Fioravanti; dall¡¯altra una scarsa attenzione alla protezione degli spot, cio¨¨ quei luoghi ideali per la pratica, dove i talenti crescono, si allenano e da cui talvolta spiccano il volo.
il caso vasto
¡ª ?Sta ormai facendo storia la protesta dei surfisti di Vasto, in Abruzzo, che vedono minacciata l¡¯onda della Grotta del Saraceno, un point sinistro unico e raro che frange in quella lingua di mare stretta che ¨¨ l¡¯Adriatico. Un eco che ha attraversato l¡¯Italia, partendo dai giornali regionali e nazionali (incluso il nostro), ¨¨ passato per la televisione ed ¨¨ atterrato infine negli Stati Uniti, con uno dei principali siti di informazione di surf, The Inertia, che gli ha dedicato un approfondimento. Ma l¡¯onda di Vasto, dove pende la mannaia dei frangiflutti voluti dall¡¯amministrazione, e per cui i surfisti riuniti in un comitato hanno presentato ricorso al Tar, non ¨¨ l¡¯unica che potrebbe sparire per sempre. In Adriatico sono a rischio, praticamente sempre a causa delle barriere di roccia sommerse o semi-sommerse, anche gli spot la Sentina a San Benedetto del Tronto e il Sasso nel Conero. Si teme anche per l¡¯Acquabella, a Ortona, che frange a ridosso della pista ciclo-pedonale e dove serpeggia la paura che si voglia mettere qualche barriera.
Le "croci" adriatiche
¡ª ?La lista potrebbe allungarsi, poich¨¦ la pratica della posa di frangiflutti, abbandonata in molte parti del mondo, appare ancora come l¡¯unica soluzione possibile per i Comuni. Ne hanno gi¨¤ fatto le spese gli spot molisani del Trabucco e della Torretta a Termoli, un¡¯altra onda abruzzese a Fossacesia, e infine quasi tutti gli spot a nord di Pescara, citt¨¤ natale del campione italiano Edoardo Papa. ¡°Il surf nella zona di Silvi Marina praticamente non esiste pi¨´¡±, suggerisce Mario Trave, del comitato Litorale Vivo che difende la Grotta del Saraceno. E Marco Odoardi, cresciuto proprio in questa zona, indica questo come uno dei motivi del suo trasferimento in Portogallo. ¡°Al Piomba si creava un point-break con lunghe onde destre: ricordo come se fosse ieri che un giorno da casa, da dove si vedeva il mare, vidi arrivare una nave che inizi¨° a scaricare gli scogli. Fu il giorno pi¨´ brutto della mia vita¡±, dice Odoardi senza nascondere il suo sdegno pi¨´ sincero. ¡°Poi ho scoperto il Paloma Beach, che altro non era se non il punto in cui finivano gli scogli del Piomba. Qui ho surfato 15 anni, poi sono stati posati altri scogli. E la rabbia dentro non mi ¨¨ mai passata perch¨¦ quest¡¯onda per me era tutto, ed era anche una delle ragioni per continuare a vivere a Silvi¡±. Basta osservare le immagini satellitari di Google Maps per rendersi conto della scala di grandezza: sino a Ortona si contano almeno 26 chilometri di barriere frangiflutti. Spesso poste con l'intento di salvare le spiagge, creano invece effetti a catena ben conosciuti da scienziati e tecnici, con l¡¯erosione che va a mangiarsi i siti pi¨´ a valle, alimentando cos¨¬ la richiesta di altre barriere di cemento. ¡°Oltre al surf, che ¨¨ qualcosa di egoistico, sono arrabbiato perch¨¦ hanno distrutto la bellezza dei posti, il loro paesaggio, e anche perch¨¦ farsi il bagno ad agosto significa rischiare un¡¯infezione¡±, dice Odoardi.
Le ferite dell'emilia romagna
¡ª ?¡°In Olanda sono vietate per legge¡±, racconta Paolo Stocchi, ricercatore all¡¯Universit¨¤ di Urbino specializzato in geofisica e oceanografia, mentre in Italia ci sono esempi eclatanti, come a nord di Pesaro dove, nonostante le scogliere, la sabbia non ¨¨ mai abbastanza e vengono chiesti puntualmente i ripascimenti. Nella citt¨¤ marchigiana c¡¯¨¨ un altro esempio che ha fatto storia: lo spot Palla di Pomodoro, che prese il nome dalla scultura di Arnaldo Pomodoro. L¡¯onda che frangeva l¨¬ davanti venne distrutta nel 2001 e in conseguenza si ebbe una diminuzione dei surfisti. Risultato? Poca arena nonostante i quasi 8 chilometri di frangiflutti che imbrigliano il mare sin quasi alla punta di Fano, anche questo per¨° interessato da nuovi progetti e con alcuni spot a rischio. Anche pi¨´ a nord in Emilia-Romagna, una delle culle del surf italiano, si ¨¨ pagato un caro prezzo. ¡°Il caso pi¨´ clamoroso ¨¨ stato il Lido di Dante ¨C racconta Francesco Stecchi, surfista che oggi si occupa di rilevi topografici e batimetrici ¨C era uno spot bellissimo con onde potenti e veloci che frangevano davanti ai Fiumi Uniti, sparito tra il 2008 e il 2010¡±. Anni prima si era invece persa l¡¯onda di Punta Marina. ¡°Qui c¡¯erano scogliere a destra e sinistra, ma in un varco di 200 metri si incuneava il mare. Anche con vento attivo le onde arrivavano pulite e ci siamo divertiti. Poi ¨¨ stato tappato¡±, ricorda ancora. Andrea Tazzari, tra i pionieri italiani, mette nella lista "funebre" anche gli spot del Bagno Alessandra e il Babylon a Lido Adriano, la Foce del Bevano a Ravenna, il Gambero Rosso a Cesenatico, Porto Verde a Rimini.
gli altri casi
¡ª ?Altri mari d¡¯Italia hanno salutato zone dove trovare onde di qualit¨¤. ¡°In Liguria abbiamo perso Framura, dove andavamo passando per le gallerie dei treni, poi con i frangiflutti il beach break ¨¨ stato distrutto¡±, ricorda Gabo Raso. Nel Lazio smosse gli animi la protesta per lo spot dei Tre Zeppi a Santa Marinella, ¡°dopo Banzai forse uno dei pi¨´ rinomati del litorale, con un¡¯onda di qualit¨¤ situata in una baia protetta: una scogliera inutile, costosa e senza senso lo ha chiuso per sempre¡±, ricorda Alessandro Staffa, all¡¯epoca editore e direttore del magazine Revolt. Il suo giornale raccont¨° del dissenso dei surfisti che organizzarono anche una manifestazione e un corteo. ¡°L¡¯intento, sacrosanto, di tutta la comunit¨¤ surfistica e non solo, era quello di far capire all¡¯amministrazione comunale che un¡¯alternativa alle scogliere, pi¨´ ecologica, pi¨´ economica e soprattutto pi¨´ bella per il paesaggio ¨¨ possibile. Questo tipo di opere sono superate da anni. Non hanno capito. Quale sar¨¤ il prossimo tratto di costa a fare questa fine?¡±, scriveva il giornale nel 2004, venti anni fa. E ancora in Toscana, vicino a Lillatro, lo spot Lopez ¨¨ scomparso per la costruzione di un molo turistico, dice Matteo Nani, presidente dell¡¯associazione ambientalista Sons of the Ocean. ¡°Fortunatamente ci sono altri spot nei dintorni e non abbiamo patito troppo la perdita¡±, racconta. Ma in Toscana rischia ora per davvero le Rocchette, a Castiglione della Pescaia, sempre a causa dei frangiflutti. ¡°Abbiamo aperto un dialogo con l¡¯amministrazione e un¡¯associazione che si chiama Save the Coast Cdp si occupa del caso ¨C racconta la campionessa italiana Francesca Rubegni ¨C speriamo di trovare una soluzione¡±.
onde cattive?
¡ª ?Ma se nel Tirreno i surfisti hanno comunque alternative, lo stesso non si pu¨° dire ovviamente dell¡¯Adriatico. ¡°Da costa marina, si sta trasformando in una zona lacustre ¨C avverte Paolo Stocchi ¨C ma i processi continuano, il clima cambia e il livello marino continuer¨¤ a salire¡±. Secondo lo scienziato, la barriera d¨¤ un senso di protezione, ma non sar¨¤ efficace contro l¡¯innalzamento del mare: ¡°Non ci sono proiezioni piacevoli, entro il 2100 potremmo avere 1,2 metri in pi¨´ a causa in parte dall¡¯espansione termica, in parte dallo scioglimento dei ghiacciai¡±. Stocchi, che lavora spesso con i dati e usa algoritmi predittivi, racconta che il problema non segue un percorso lineare e a preoccupare di pi¨´ ¨¨ la calotta ovest dell¡¯Antartide, ancorata al fondo del mare: se la togliessimo, il livello salirebbe di 4 o 5 metri. Ad ogni modo ¨¨ l¡¯approccio all¡¯erosione ad essere errato. ¡°Si parla di eventi meteo-marini avversi o si legge che le onde si mangiano le spiagge o il ristorante: ma in realt¨¤ questi fenomeni sono naturali, eppure vengono venduti come se non dovessero esistere. C¡¯¨¨ stato una sorta di brain washing nazionale: l¡¯onda ¨¨ cattiva perch¨¦ distrugge, quando in realt¨¤ ¨¨ stato l¡¯uomo a distruggere l¡¯ambiente costiero¡±.
le colpe dell'uomo
¡ª ?Strade, ferrovie, edifici e stabilimenti balneari hanno in passato cancellato il sistema dunale che alimentava e tratteneva la sabbia, con un gioco di dare e avere tra l¡¯estate e l¡¯inverno che in assenza della mano dell¡¯uomo, pur considerando che la linea di costa ¨¨ in continuo cambiamento, ¨¨ stato sempre in equilibrio. ¡°Poi ¨¨ arrivato il boom economico costiero ¨C spiega Stocchi ¨C e insieme alla modifica dei flussi fluviali, che hanno diminuito il trasporto sedimentario, le spiagge si sono rimpicciolite sempre di pi¨´. Questo fenomeno viene chiamato beach squeezing e l¡¯Italia ha il primato nel mondo¡±. Ecco che le mareggiate invernali sono arrivate agli stabilimenti, costruiti su quelle che erano le dune e troppo vicini alla linea di costa, ed ecco fiorire i frangiflutti, copiati dal sistema francese della Costa Azzurra, che per¨° si portano con s¨¦ problemi tecnici ormai risaputi, incrementano il numero di annegamenti in prossimit¨¤ dei varchi a causa delle correnti di deflusso e fanno diminuire drasticamente la qualit¨¤ dell¡¯acqua, con meno ricambio e l¡¯escherichia coli che impera soprattutto nei mesi estivi.
una lista di spot protetti
¡ª ?Anni fa non c¡¯erano cos¨¬ tanti surfisti a far sentire il loro grido d¡¯allarme e, soprattutto, a far correre sullo stesso filo rosso sia l¡¯amore per il mare, visto con fini ricreativi e sportivi, sia quello per l¡¯ambiente. Oggi s¨¬. Dall¡¯Adriatico parte l¡¯idea di una lista di spot protetti che magari un giorno venga sancita da una legge del parlamento, cos¨¬ come successo in altri paesi. Poi ci sono anche progetti virtuosi come quello di Genova Ocean Agor¨¤, in Liguria. Punta a proteggere i quartieri di Sturla e Quarto dall¡¯erosione e allo stesso tempo creare condizioni per la pratica di sport acquatici anche grazie un reef artificiale, lo stesso chiesto dai surfisti nel Lazio nel 2004 e oggi a Vasto. Una struttura sottomarina che ricrea il fondale dove rompono le onde, dissipandone l¡¯energia, usata spesso perch¨¦ consente all¡¯ambiente di rigenerarsi. Quasi mai per¨° presa in considerazione in Italia.
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