il caso
Educazione fisica alle elementari? S¨¬, ma la copertura economica ¨¨ incerta
Forse era troppo bello per essere vero. Dopo 60 anni, i docenti di educazione fisica sbarcano nella scuola primaria e le ¡°scienze motorie e sportive¡± diventano un¡¯area didattica vera e propria con insegnanti che hanno stesso orario e stesse condizioni retributive dei loro colleghi. Chiariamo subito: l¡¯articolo 109 ¨¨ tuttora in Legge di Bilancio, anche nella nuova versione che sta approdando in Parlamento, il passaggio ¨¨ comunque storico. Il problema ¨¨ che la copertura economica non ¨¨ pi¨´ indicata con tanto di cifre anno per anno, non c¡¯¨¨ traccia di quel miliardo e 957 milioni di qui al 2033 che aveva fatto esultare tutto il mondo dello sport e delle scienze motorie. Sostanzialmente, con questa formulazione, ci si affida al calo demografico e alla conseguente diminuzione del numero di cattedre per poter arrivare all¡¯invarianza finanziaria¡± dell¡¯introduzione del ¡°citato insegnamento nelle classi IV e V della scuola primaria¡± (parole della relazione tecnica che accompagna la Legge di Bilancio in Parlamento). ? vero che nel dibattito sulla norma, questa strada dell¡¯ambito delle ¡°cessazioni di personale, in considerazione delle risorse gi¨¤ destinate al comparto istruzione che si libereranno come conseguenza della denatalit¨¤ nell¡¯arco dei prossimi anni¡± era stata presa in considerazione. Ma puntare tutto su questo ¨¨ troppo.
CALO S¨¬ MA NON SUBITO
¡ª ?Uno sguardo ai numeri ci aiuta a fotografare meglio la situazione. In italia ci sono ¨C dice l¡¯Istat ¨C 553.802 studenti di 10 anni (quinta elementare) e 498.911 (prima). Il calo, per¨°, si avvertir¨¤ soprattutto fra 3-4 anni e l¡¯effetto complessivo sul numero delle cattedre potr¨¤ arrivare in un tempo ancora pi¨´ lungo. Questo vuol dire che se in prospettiva, i numeri abbasseranno il fabbisogno, almeno nell¡¯immediato non si pu¨° avere certezza sugli organici necessari. Anche perch¨¦ una cosa sono i grandi centri urbani, un¡¯altra i piccoli centri e le situazioni pi¨´ periferiche dove la riduzione non potr¨¤ essere cos¨¬ automatica. Senza dimenticare che le ore di ¡°scienze motorie e sportive¡± saranno, almeno nelle scuole senza tempo pieno, ¡°aggiuntive¡± (peraltro con una possibile compresenza degli altri docenti). La preoccupazione riguarda proprio questo punto: la possibilit¨¤ che il Ministero dell¡¯Istruzione non abbia le risorse per rispettare l¡¯impegno della Legge di Bilancio. Ecco perch¨¦ nell¡¯ufficio della sottosegretaria Valentina Vezzali ci si concentra soprattutto su questo obiettivo: partire, cominciare, non mancare l¡¯impegno con il settembre 2022, quando i docenti dovrebbero entrare nelle quinte elementari. Un rinvio sarebbe l¡¯ennesimo ¡°vorrei ma non posso¡± di questa storia infinita.
E I PARTITI?
¡ª ?Certo i problemi sono tanti: dai contenuti didattici da mettere a fuoco alle proteste dei maestri ¡°generalisti¡± che vivono come un¡¯invasione di campo l¡¯arrivo dei nuovi insegnanti di scienze motorie (ma da 12 anni la presunta invasione c¡¯¨¨ gi¨¤ stata con i tutor chiamati a formare i maestri e a intervenire nelle classi nel progetto con cui prima il Coni, e ora Sport e Salute, hanno colmato il vuoto dello Stato sull¡¯offerta formativa per i bambini di queste et¨¤) e denunciano il rischio di una ¡°secondarizzazione¡± della scuola primaria. Poi ci sono da verificare tutte le modalit¨¤ dei concorsi che dovrebbero portare all¡¯assunzione di almeno 4.500 docenti. Ma proprio perch¨¦ le cose da fare sono molte, questo passo indietro ¨¨ davvero un grande campanello d¡¯allarme. Che cosa dicono i partiti, di maggioranza o di opposizione, che praticamente tutti avevano esultato di fronte a quei due miliardi che rappresentavano una certezza granitica sul progetto e ora non ci sono pi¨´? Si pu¨° sperare che in Parlamento almeno i primi 4-5 anni vengano messi in sicurezza con stanziamenti certi? Ci auguriamo di avere presto qualche risposta.
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