Andrea Presti: "Così ho centrato la terza qualificazione a Mister Olympia"

La parola chiave per entrare nel suo universo è consapevolezza: "Alla fine parlano i risultati. Adesso ne sono convinto, sono tra i 30 migliori atleti al mondo e so di starci bene". Andrea Presti non nasconde la soddisfazione dopo la terza qualificazione consecutiva a Mister Olympia, il gotha del culturismo mondiale: "Sono serviti tre anni per capirlo, mi merito quel palco". Classe ’87, l’ex judoka è il re del bodybuilding italiano e ogni giorno avanza nel suo percorso come un soldato, con obiettivi chiari.

La terza vittoria del Mr. Big Evolution Pro in Portogallo apre di nuovo le porte di Mister Olympia. Come sarà?
"Oggi c’è molta più conoscenza del contesto e delle dinamiche della gara. Il primo anno vai e sei frastornato dalla grandezza dell’evento, la seconda volta un po’ meno. Sarà sempre una grande emozione, ma sono concentrato e andrò in America più preparato".

Su cosa lavorerà di più?
"In passato, ho avuto diversi infortuni alle gambe e di conseguenza sono risultate sempre un pochino più indietro rispetto alla parte superiore del corpo. Quest’anno sono riuscito per la prima volta ad allenarmi con continuità e ho intrapreso un percorso di allenamento diverso. L’obiettivo è portare sul palco un pacchetto muscolare più competitivo puntando sulla definizione estrema, che da sempre mi contraddistingue".

Insieme alla mentalità, che nel bodybuilding fa la differenza. La sua è cambiata negli anni?
"Tanti pensano che l’approccio a livello di precisione e professionalità cresca con il livello. Almeno nel mio caso, non è andata così. Ho sempre vissuto lo sport con lo stesso approccio da quando ero dilettante. Non ho avuto il bacio di madre natura dal punto di vista genetico, quindi ho lavorato il triplo per battere i più forti. Se voglio avere una chance, so che devo faticare di più. Per questo la mia attitudine nei confronti dell’allenamento non è cambiata, anzi con gli anni sono diventato addirittura più morbido perché ora mi conosco. Prima ero molto più estremo, chi se lo dimentica il cardio alle 3 e mezza del mattino…".

? sempre più un simbolo di questo sport in Italia. Sente la responsabilità?
"Mi fa piacere anche perché questo ruolo mi viene riconosciuto dopo tanti sacrifici. Mi carica e ne sono onorato, ma non faccio niente di diverso rispetto a qualche anno fa. Porto avanti la mia vita da atleta con semplicità, racconto come vivo il culturismo e come vorrei che fosse percepito. Lo amo e ci credo, può cambiare la vita di tante persone".

Con il suo impegno è riuscito addirittura a portarlo nelle scuole. Una cosa vista fin qui solo in America…
"? un successo storico, punto di arrivo di un progetto che ho in mente da tempo per far avvicinare i giovani. Nasce tutto dalla fondazione che promuovo e che avrà il nome di mio padre, Maurizio Presti, impegnata nel mondo del fitness. La prima idea consiste nel proporre, insieme alle strutture che avranno voglia di aderire, un circuito per mettere a disposizione una serie di abbonamenti gratuiti per i minorenni sotto la soglia di povertà. I ragazzi sono spesso snobbati in questo senso perché il bodybuilding spinge su una clientela adulta, ma sono una risorsa fondamentale per la società. Le scuole sono il posto migliore per coinvolgerli e presenteremo iniziative importanti".

Com’è la giornata tipo di Andrea Presti verso una gara?
"Le racconto le dieci settimane prima di salire sul palco, che rendono bene l’idea. Intanto, rispetto a tanti altri colleghi la mia vita è differente perché ho un’attività imprenditoriale e sono a capo di un team che si occupa di consulenze su allenamento e alimentazione. Di base mi alzo alle 6.30, alle 7 sono in palestra e alle 9 chiudo il primo allenamento di giornata. Poi faccio colazione, vado in ufficio e mi porto avanti con il lavoro fino a pranzo. Durante la pausa apro il servizio di consulenza e vedo in media sei persone al giorno, fino alle 15. A quel punto, dopo un’ora di riposo, torno in palestra per il secondo workout. Alla fine rientro in studio a sbrigare le ultime cose, ceno e vado a letto verso mezzanotte e mezza. Il giorno dopo, si riparte…".

E a tavola?
"Io non differenzio gli alimenti per tipologia e non distinguo la fase di massa dal pre-gara. Mangio sempre pulito e cerco di mantenere una condizione buona in qualsiasi periodo dell’anno, così da essere presentabile per ogni occasione, evento o seminario che sia. Dalla pasta al riso, mantengo alimenti classici ma è chiaro che in off season le quantità di carboidrati siano molto più alte".

Quella del culturista è una routine scientifica, almeno fino al palco. Lei come gestisce il post-gara?
?"In questo senso, sono un atleta particolare. Ogni volta, finita la gara, dico che mi rilasserò per un paio di settimane con dieta e allenamento. Ma è un’idea che dura appena due giorni, poi torno in palestra. ? più forte di me".

? così anche quando va in ferie?
(Se la ride, ndr). "Il kit del culturista in vacanza non ha molte pretese. La prima cosa da fare è telefonare alla struttura scelta per capire che tipo di palestra mette a disposizione e se c’è possibilità di ordinare i pasti pesati alla cucina nei vari momenti della giornata. Poi, e l’ho imparato a mie spese, non guasta chiedere info sulla grandezza delle docce a disposizione. Diciamo che non riesco a entrare in maniera agevole proprio in tutte…".