Campionessa di Francia in carica con Romagnat (Clermont) e vincitrice di uno scudetto in Italia con il Colorno nel 2018, la giocatrice ¨¨ riuscita a recuperare il 13% di deficit tra una gamba e l¡¯altra in sole due settimane. E qui ci racconta come
Un percorso di recupero lungo e faticoso, culminato per¨° con una ripresa sorprendente. Dopo la rottura del crociato anteriore, la terza linea classe 2001 della nazionale italiana di rugby Francesca Sgorbini - campionessa di Francia in carica con Romagnat (Clermont) e vincitrice di uno scudetto in Italia con il Colorno nel 2018 - grazie anche al lavoro fatto in un centro di riabilitazione all¡¯avanguardia (il CERS di Capbreton) ¨¨ riuscita a recuperare il 13% di deficit tra una gamba e l¡¯altra in sole due settimane. Prima di arrivare a questo punto, per¨°, c¡¯¨¨ stato tanto lavoro e tanta sofferenza, come raccontato dalla stessa Sgorbini a Gazzetta Active. Bisogna anche ricordare che, tranne poche felici eccezioni in Inghilterra, il professionismo nel rugby femminile ¨¨ ancora utopia, questo comporta dover recuperare da un infortunio del genere come farebbe un professionista senza per¨° esserlo realmente: ¡°Dopo la rottura del crociato anteriore sinistro ho dovuto aspettare un mese prima di farmi operare, perch¨¦ il ginocchio era troppo gonfio. Il percorso di recupero inizia quindi ancora prima: avendo dovuto aspettare un mese prima di operarmi, perch¨¦ il ginocchio era troppo gonfio, ho fatto della fisioterapia con l¡¯obiettivo di tenere il muscolo in movimento. Questo perch¨¦ dopo l¡¯intervento, naturalmente, il muscolo si ¡®lascia andare¡¯: non riuscivo nemmeno a stendere la gamba sul divano, dovevo prenderla con le mani e muoverla, come se fosse perennemente addormentata¡±.
Il post-operatorio
¡ª ?Il periodo immediatamente successivo all¡¯intervento ¨¨ stato il pi¨´ duro: ¡°La prima fisioterapia post-operazione consisteva in esercizi di contrazione del muscolo, anche molto semplici, come mettere la gamba sopra il cuscino e schiacciarlo, facendolo circa 100 volte al giorno. ? una fase stressante anche dal punto di vista psicologico, perch¨¦ non si vedono subito i risultati. Dopo 45 giorni dall¡¯operazione ho iniziato anche gli esercizi di rinforzo e ho cominciato a vedere i primi progressi, lavorando principalmente sul quadricipite: tanto squat, pressa anche a una gamba e affondi, tre o quattro volte a settimana dal secondo mese fino al quarto. Nel mezzo, al terzo mese, sono stata ferma, perch¨¦ i protocolli in Francia prevedono uno stop per permettere una cicatrizzazione sana del legamento. La fase successiva consiste nella ripresa della corsa, lavorando anche con i cambi di direzione, tutto per¨° molto progressivamente, senza forzare¡±.?
Al CERS di Capbreton
¡ª ?Dopo i primi 4 mesi, Sgorbini si ¨¨ affidata ad un centro all¡¯avanguardia per proseguire il percorso di riabilitazione. Al CERS di Capbreton (sud-ovest della Francia, poco lontano dai Pirenei), specializzato proprio nel recupero di infortuni come quello al crociato e frequentato da tantissimi sportivi francesi, la terza linea azzurra ha seguito un programma duro e rigido, che per¨° ha portato grandi risultati: ¡°Dopo il mio arrivo al centro ho effettuato un test isocinetico, che serve a capire quanta differenza c¡¯¨¨ a livello di performance muscolare tra la gamba destra e quella sinistra. Avevo solo il 30% di deficit tra una gamba e l¡¯altra, che dopo 4 mesi e mezzo ¨¨ un ottimo risultato. L¨¬ ho comunque ricominciato tutto da zero, comprese le prime fasi della corsa. Ho fatto tanto lavoro in acqua: posizionamento del piede nella corsa, skip, calciata, ma il tutto faceva parte di una giornata molto intensa, con orari ¡®da caserma¡¯, mamma mia (ride, ndr)¡±. ¡°La giornata tipo nel centro? Sveglia alle 7.30 con colazione, poi alle 10 c¡¯era un circuito di rinforzo talmente pesante che quando ho iniziato il riscaldamento pensavo che quelli fossero gi¨¤ gli esercizi veri e propri (ride, ndr). Anche perch¨¦ non essendo pi¨´ abituata a lavorare cos¨¬ tanto, percepivo come faticose anche le cose pi¨´ semplici. Alle 11 c¡¯era il circuito cardio sulla cyclette, con pranzo poi a mezzogiorno. Alle 13.30 piscina, come detto, e alle 15 si ritornava in palestra per lavorare ancora sul rinforzo. Un giorno s¨¬ e un giorno no lavoravamo anche sulla parte alta, in palestra, con il recupero alle 17 con rulli per i massaggi e la ¡®Game Ready¡¯, con una macchina che aveva lo stesso funzionamento della pressoterapia ma mentre comprimeva inseriva anche del ghiaccio all¡¯altezza del ginocchio. Eccezionale per il recupero. Alle 18.45 c¡¯era la cena e poi alle 21 dovevamo essere in camera¡±.?
I risultati
¡ª ?Dura, durissima. Questo Sgorbini non lo nega, ma i risultati alla fine si sono visti: ¡°Al test isocinetico il deficit era sceso al 17%, tenendo conto che la norma ¨¨ il 15% per quella che non ¨¨ la propria ¡®gamba forte¡¯ ¨¨ un grandissimo risultato¡±. Adesso si passa alla fase successiva, il ritorno agli allenamenti: ¡°A Clermont sto continuando il lavoro di rinforzo, ma contemporaneamente ho ripreso a usare il pallone da rugby e a fare esercizi mirati per il mio sport, che fino a questo momento non avevo ancora fatto. Se mi spaventa tornare al contatto? Chiaramente la paura di rifarsi male c¡¯¨¨, ma mi fido dei fisioterapisti e delle persone che lavorano con me, per cui so che quando potr¨° tornare a placcare sar¨° fisicamente pronta¡±. L¡¯obiettivo, ovviamente, ¨¨ il mondiale in Nuova Zelanda, che comincer¨¤ a ottobre
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