Un nuovo studio fa luce sul complesso rapporto tra il microbioma intestinale e la capacit¨¤ di sostenere un'attivit¨¤ fisica intensa. Ecco cosa sapere
Esiste un legame tra intestino (sano) e allenamento sportivo? A intuito, saremmo tentati di dire no, ma uno studio potrebbe farci cambiare idea a riguardo: analizzando il microbioma di alcuni atleti maschi (e non atleti) dopo un esercizio intenso, un gruppo di ricercatori polacchi ha trovato associazioni significative tra le misure delle prestazioni e la composizione della?flora batterica. Nello specifico, la ricerca ha osservato una correlazione tra specie come Bifidobacterium longum e Bifidobacterium adolescentis e tutte le misure di prestazione valutate, ma soprattutto con il VO2 max, appurando, inoltre,?che le specie benefiche produttrici di acidi grassi a catena corta (SCFA) sono associate alla massima potenza durante l¡¯esercizio fisico intenso. "Per quanto ne sappiamo, nessuno studio aveva ancora confrontato il microbioma di atleti esperti (non d'¨¦lite) e non esperti", spiegano gli autori dello studio. ¡°I nostri risultati sembrano confermare che lo stato di salute degli individui ¨¨ coerente con le ipotesi sulla salute del microbioma. Inoltre, indicano che le caratteristiche del microbioma sono associate a prestazioni migliori negli atleti d¡¯¨¦lite¡±.
lo studio su microbioma e sport
¡ª ?La crescente attenzione al microbioma intestinale, negli ultimi anni, ha portato alla scoperta dei?fattori che possono influenzarne la composizione, tra cui il sonno, la dieta e l¡¯et¨¤. Con la temuta disbiosi, che pu¨° portare a una serie di esiti avversi e persino a disturbi immunoregolatori. Anche i benefici di uno stile di vita attivo sulla composizione del microbioma sono stati accertati, spingendosi a immaginare che l¡¯alterazione della sua composizione potrebbe consentire miglioramenti mirati delle prestazioni sportive. Il nuovo studio per¨° ha tentato di fare un passo in pi¨´, tentando di valutare la risposta del microbiota agli esercizi di massima intensit¨¤ sia negli atleti di resistenza che di forza.
la ricerca
¡ª ?I ricercatori hanno reclutato 52 uomini sani e attivi, assegnati a gruppi di resistenza, forza e controllo. Ciascuno ¨¨ stato poi valutato per la composizione del Dna del microbioma fecale prima e dopo due test da sforzo. I test includevano un test Wingate (WT) ripetuto di 30 secondi per valutare il livello di forma fisica esplosiva e ad alta intensit¨¤ e il Bruce Treadmill Test, per verificare il livello di forma fisica cardiorespiratoria, a distanza di due settimane l'uno dall'altro. La scoperta ¨¨ stata che alcuni batteri come Bifidobacterium longum e Bifidobacterium adolescentis sono associati a tutti i parametri di fitness, soprattutto al VO2max. Ma c'era anche un'abbondanza del batterio Alistipes communis nel gruppo di forza, durante il WT.?
Non ¨¨ tutto: sono state anche trovate correlazioni positive tra i comuni produttori di SCFA ( Blautia wexlerae, Eubacterium rectale e Intestinimonas timonensis) e la potenza massima nei test. Dato quest'ultimo da non sottovalutare: "Gli SCFA possono essere utilizzati come substrato aggiuntivo per il metabolismo, che ¨¨ una caratteristica desiderabile per gli sport di resistenza e l'allenamento correlato", avvertono i ricercatori. "Tuttavia, il butirrato induce anche alterazioni benefiche nei tessuti scheletrici, il che potrebbe spiegarne la correlazione con la produzione di energia".?
Conclusioni
¡ª ?Sebbene siano necessari ulteriori dati e un campione pi¨´ vasto di analisi, i ricercatori reputano che, se le loro deduzione venissero confermate, l'introduzione di specifici batteri nell'intestino attraverso dieta o integratori (sotto controllo medico), potrebbe diventare una delle nuove frontiere del fitness e della performance degli atleti. Campioni inclusi.?
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