Andrea Presti: "Il secondo Olympia? Emozione diversa. Voglio cambiare il mio Paese"

Un altro Olympia è passato, l'Olympia con il numero più alto di atleti iscritti della storia: 420. ? stato l'anno del ritorno a Las Vegas, dopo due anni a Orlando. Un livello altissimo sul palco, tanto da rendere difficilissimo pronosticare i vincitori delle diverse categorie. Dieci atleti italiani presenti a rappresentare il nostro Paese, fra cui Andrea Presti, classe 1987, che ha gareggiato per il secondo anno di fila nella categoria Open, vinta da Hadi Choopan.

"Un'emozione diversa, anche se non minore, rispetto a quella dello scorso anno. Mentre l'anno scorso ho vissuto il tutto in modo molto più confuso e ovattato, questa volta c'era più consapevolezza. Inoltre ho ho portato una condizione migliore, non solo rispetto alla scorsa stagione ma anche rispetto alla gara fatta ad Alicante tre settimane prima. A livello di prestazione e presentazione sul palco sono molto contento, mi sento soddisfatto al 100%. A livello di classifica mi aspettavo un po' di più ma la mia filosofia è quella di accettare qualsiasi verdetto e cercare di capire cosa non sia andato per poter poi portare una condizione migliore l'anno prossimo".

"Sono arrivato molto più tirato, ho portato una condizione molto più estrema. Ma la cosa tecnicamente più interessante è che l'ho portata essendo anche più pesante. Solitamente quando un atleta arriva in gara più voluminoso, tende a perdere qualità, cosa che però non è successa".

Cosa ti manca invece per essere più competitivo??

"Quadricipiti. Quest'anno per la prima volta dopo quattro anni sono riuscito a fare un anno di allenamento senza infortuni alle gambe. L'obiettivo è migliorarle sperando che il fisico, nonostante la non più tenera età, mi sostenga".

"La prima volta ho portato Gabriele Andriulli, quest'anno Emanuele Ricotti. L'ho preso quattro anni fa partendo dai Regional e in quattro anni siamo arrivati all'Olympia. ? una soddisfazione grandissima. Lui ha gareggiato nella categoria Classic Physique, dove c'erano una 60ina di atleti, ed è arrivato circa a metà classifica. Se si allena in maniera proporzionale a quanto fatto fino ad ora, nei prossimi cinque anni potrà essere un top player dell'Olympia".

"Quanto tempo ho per questa domanda? (Ride, ndr). Negli ultimi due anni la situazione è migliorata molto. Il bodybuilding è cresciuto tantissimo e di conseguenza anche la visione che le persone ne hanno. Per esempio, mi capita sempre meno spesso di ricevere titoli o giudizi poco carini quando una persona vede la mia fisicità in un contesto di normalità. L'unico modo che abbiamo per fare in modo che il popolo italiano veda il bb come uno sport è quello di far vedere cosa il bodybuilder fa per arrivare sul palco. La cultura sportiva italiana è una cultura che ha nella fatica il fatto che quello sport abbia un valore. Il sacrificio e la fatica danno valore a quello sport. Vedere una persona in perizoma piena di olio su un palco che fa delle pose non dà il senso di quello che c'è dietro. Noi culturisti dobbiamo avere la voglia e la pazienza di documentare il nostro lifestyle. Il cardio alle 4 di mattina, rinunciare al cibo. A quel punto le persone arriveranno a dire 'Quello che vedo sul palco non mi piace e non lo condivido, ma lo rispetto'".

"Non è che mi sento importante, io mi sono buttato addosso questa responsabilità. Molte volte mi hanno chiesto perché non mi trasferisca negli Stati Uniti. Non mi interessa andare a vivere in un Paese che non è il mio e dove il bodybuilding c'è già. La mia missione è far rivalutare questo sport in Italia. Nel nostro Paese ci sono stati 18 milioni di iscritti in palestra nel 2021. Noi siamo i Cristiano Ronaldo della palestra. Non voglio scappare in un Paese che mi accetta, io voglio cambiare il mio Paese".

"Sono molto molto amico con entrambi. La foto nasce da un momento di goliardia pura. Fedez era a Las Vegas, ci siamo incontrati e lui ha detto 'Facciamo una foto matriosca'. Con Fedez ho un bellissimo rapporto, nato grazie a Muschio Selvaggio. Federico è una persona molto gentile, disponibile, alla mano e mi ci trovo molto bene.".

"Se l'unica cosa che mi muovesse fossero i soldi, imposterei la mia vita in maniera completamente diversa. Questo sport nell'età adolescenziale mi ha salvato la vita. L'idea di poter trasmettere ciò che di bello il bodybuilding può dare è la mia priorità. Io rappresento la parte più estrema di un ambiente che ha come regole il benessere a tavola e l'attività fisica. Rappresento quello 0,1% che fa questo sport in maniera estrema, ma io non sono il bodybuilding. Sono una persona che ti può raccontare questo sport perché l'ho vissuto sotto ogni sfaccettatura. Posso raccontarti quanto bello è, e metterti in guardia su quello che invece può essere negativo".

"Stiamo allacciando rapporti con degli enti per creare una cooperativa che unisca un circuito di strutture a cui verrà proposto il fatto che, in cambio di un tot di abbonamenti per qualsiasi minorenne che presenti un ISEE sotto la soglia di povertà, queste strutture avranno una serie di benefit dal punto di vista della visibilità. Questo progetto è legato alla mia storia personale. A 16 anni mi sono chiuso in una palestra e ho evitato altri ambienti che sarebbero stati meno edificanti. Un'iniziativa a cui tengo molto e devo dire che, nonostante le difficoltà, siamo a buon punto".