Sugar picchia ma il Toro non va gi¨´: ¨¨ il massacro di San Valentino
Era come se Harlem e il Bronx salissero ogni volta a scavalcare le corde assieme a loro due, che incarnavano i due emisferi pugilistici opposti che nessuno ha saputo rappresentare meglio di loro. Sugar era la personificazione dello stile, uno smoking adattato alla scherma; una letale grazia che dissimulava la potenza dei pugni recapitati con la stessa puntualit¨¤ con la quale i gabbiani pescano col becco a pelo dĄŻacqua. Il Toro era uno che nel guantone ci infilava persino i piedi, come se riuscisse a comprimere ogni fibra muscolare nel tratto che dallĄŻavambraccio arrivava alle nocche; con tutto il corpo soffriva e a tratti sĄŻoffriva, allo stesso modo era capace di infierire. Era lenta, la sua partenza, poi proseguiva inesorabilmente, alzando il ritmo nella parte finale. Era uno che riusciva ogni volta a tornare dallĄŻinferno, anche quando aveva le palpebre saldate per il gonfiore. Arrivava a oscillare, ma sempre in piedi rimaneva, anche quando non capiva pi¨´ la differenza con lĄŻessere sdraiato.?