Giochi di Londra, 13 agosto 1948 Formenti oro... per la sigaretta di Loi
Ai Giochi olimpici di Londra, i primi dopo il lungo stop (1936), causato dalla tragedia della guerra mondiale, la sera del 13 agosto 1948 alla Exhibition Center si assegna l’oro della boxe. Sul ring ci sono tre azzurri. Il mosca Bandinelli, il gallo Zuddas e il piuma Ernesto Formenti. I primi due vengono battuti dall’argentino Perez che divenne uno dei pi¨´ forti professionisti da professionista e dall’ungherese Csik. E’ affidato al lombardo di Seregno, partito da outsider visto che aveva sostituito il titolare Duilio Loi, a meno di due mesi dall’evento. Il ventunenne allievo della Pugilistica Seregnese, era giunto in finale battendo l’ungherese Farkas (Ungheria), il canadese Martin contro il quale si procur¨° una lesione alla mano destra.
ORO CHIARISSIMO Ugualmente tenne duro e guadagn¨° la semifinale a spese dell’irlandese Savoie, che lo attacc¨° rabbiosamente ma inutilmente, anticipato dai colpi lineari dell’azzurro. Per accedere alla finale affront¨° uno dei favoriti, il polacco Antkiewicz, la cui esperienza sovrastava quella dell’italiano. Nonostante l’handicap, la boxe ragionata, fredda ma precisa di Formenti non permise al rivale di poterlo superare. A ben vedere il sudafricano Shepherd fu avversario assai pi¨´ malleabile dei precedenti. Vittoria nettissima e oro per l’Italia. Da quella sera, sono trascorsi 70 anni.
SCOLIOSI La carriera da dilettante di Formenti, (90 incontri) conferm¨° il talento del giovanotto che da ragazzo, soffrendo di scoliosi, costretto a portare un busto metallico come usava negli anni ’40, venne consigliato dal medico a frequentare la palestra per eliminare il grave problema. La pi¨´ vicina a casa, abitava a Cassina Savina, frazione di Cesano Maderno, era a Seregno e inizi¨° ad apprendere la noble art alla Pugilistica Seregnese presieduta da Pio Formenti, sotto la guida del maestro Gigi De Laurentis che cap¨¬ al volo come quel giovane dall’aspetto fragile, avesse qualit¨¤ tecniche non indifferenti. A soli 16 anni vince il titolo lombardo novizi nei pesi mosca. L’anno successivo nel 1945 conquista i regionali e nel 1946, con una rappresentativa lombarda disputa il suo primo match all’estero, in Svizzera, superando il locale Frey.
LA SIGARETTA DI DUILIO Nel ’47 ¨¨ ancora campione regionale e prende parte per la prima volta agli assoluti, senza salire sul podio. Si fa notare nel 1948 ai tricolori di Milano, dove merita la chiamata in nazionale. A convocarlo ¨¨ il grande allenatore Steve Klaus, coadiuvato da Natalino Rea. Siamo nell’anno dei Giochi olimpici e Formenti sa benissimo che il ruolo di titolare nei piuma ¨¨ riservato a Duilio Loi, pugile di grande classe e dal carattere forte. Lo storia racconta per¨° che a rappresentare l’Italia in quella categoria fu Ernesto Formenti. Il motivo di quella sostituzione me la raccont¨° anni dopo Natalino Rea che dal 1960 per un ventennio fu per la guida tecnica dell’Italia, degno sostituto di Klaus. “Duilio Loi era sicuramente il miglior peso piuma. Possedeva boxe imprevedibile, era gi¨¤ un professionista, destinato a vincere ai Giochi. Purtroppo dopo i pasti sentiva l’assoluta necessit¨¤ di fumare una sigaretta. Klaus cerc¨° in tutti i modi da dissuaderlo. Niente da fare. A quel punto gli venne posto l’aut aut. Sapete quale fu la reazione? La mattina successiva all’ultimatum, Loi si present¨° a Klaus, lo salut¨° e prese il treno per Genova dove abitava. Prima di andarsene, spieg¨° al maestro che alla sigaretta dopo il pasto non poteva rinunciare, anche se gli costava la maglia azzurra ai Giochi. A quel punto non restava che la carta Formenti, bravo ma tutto da scoprire, come accade quando avevi puntato su un nome e te lo vedi sfuggire all’improvviso. Klaus mi dette l’incarico di preparare Ernesto nel modo migliore, ed io cercai di assolvere al compito con grande impegno. Il risultato fu certo superiore alle attese e l’anno dopo l’oro di Londra, fece parte della squadra europea che a Chicago batt¨¨ gli Stati Uniti conquistando il prestigioso Golden Glovers"
SEREGNO E LA MEMORIA Nell’occasione il campione olimpionico super¨° il quotato Eugene Robnett, pugile di colore pi¨´ alto e molto potente. Chiuse la carriera in maglietta conquistando il titolo nazionale nel 1949. Il 23 agosto dello stesso anno, nella sua Seregno debutta da pro e mette ko al 4¡ã round Giuseppe Salardi. Inanella una striscia vincente di 19 incontri e conquista il titolo italiano piuma il 20 giugno 1950 a spese del picchiatore romano Alvaro Cesarani per squalifica. Difende la cintura contro Funari e Polidori, ma fatica a fare il peso e tenta l’avventura nei leggeri, dove comanda Duilio Loi. La sfida sentitissima, il 28 gennaio 1953 a Milano, finisce a favore del campione che respinge l’assalto di Formenti per KO9. Ottiene la rivincita cinque mesi dopo ma il risultato non cambia. Chiude l’attivit¨¤ nel 1956, con un record di 40 vittorie, 5 sconfitte e 3 pari. Nel 1952 si sposa con Maria Nobili, con cui ha due figli, Walter e Anna che assieme a Gioacchino Satalino, a sua volta pugile negli anni ’60, ex nazionale e grande estimatore di Formenti, continuano tenacemente a tenere viva la memoria del pap¨¤, scomparso il 5 ottobre 1989 a 62 anni.
IL MIO PAPA' Ed ¨¨ il figlio Walter a farci scoprire i lati meno noti del padre in questa intervista.
Il ricordo pi¨´ vivo del pap¨¤ che ¨¨ rimasto nella sua memoria? “Quando da bambino lo accompagnavo in palestra dove lui allenava la Comense. Pi¨´ che parlare erano i suoi occhi a farmi capire che era orgoglioso sia di quel ruolo e di portarmi con lui”.
Caratterialmente come era suo padre?
“Una persona molto riservata, modesta che viveva esclusivamente per la famiglia”
Quali cimeli avete ancora di quella vittoria ai Giochi di Londra 1948?
“Molto materiale cartaceo, visto che a quei tempi non c’era l’attuale tecnologia. La medaglia d’Oro di Londra, il diploma Olimpico, i guanti usati per la vittoria del Guanto D’Oro a Chicago in America nel 1949”.
Cosa le ha raccontato pap¨¤ di quell’impresa?
“Mio padre era di poche parole, per cui l’argomento dell’oro di Londra lo liquidava in fretta. Forse nei primi tempi in famiglia. Io sono nato nel 1954 e pur essendo cresciuto molto vicino a lui, gli argomenti erano altri”.
Cosa possedeva in pi¨´ Duilio Loi che gli viet¨° di riconquistare il titolo italiano e puntare all’europeo?
“Oltre all’indubbio talento che lo portato ai massimi livelli mondiali, Loi aveva in pi¨´ la potenza che purtroppo mancava a pap¨¤, il suo punto debole” Dopo l’attivit¨¤ agonistica ha intrapreso il ruolo di insegnante. Era molto coinvolto?
“Moltissimo, l’attivit¨¤ di allenatore era una grande passione. Cercava sempre di trasmettere ai giovani i principi sani dello sport e i ragazzi avevano grande rispetto e fiducia in lui. Aveva molta pazienza e non trascurava nessuno”
Che rapporti intercorrevano tra il pap¨¤ e Duilio Loi, dopo che si erano ritirati entrambi?
“Con Duilio Loi sono rimasti sempre ottimi amici. Si vedevano spesso alle riunioni e anche alle cene fra ex e pugili in attivit¨¤”
Quale altro hobby aveva il pap¨¤ oltre alla boxe?
“Pap¨¤ amava molto sciare, aveva imparato al Sestriere, ma frequentava tutte le piste della Lombardia. In particolare la domenica partiva con i suoi amici in pullman in Valtellina e anche ai Piani di Bobbio in Valsassina. Verso i sette anni mi portava e imparai mia volta a sciare. Facevamo la Settimana Bianca in gennaio ed era l’unica occasione che erano presenti la mamma e mia sorella. Nelle altre occasioni solo uomini. Pap¨¤ era decisamente bravo anche sugli sci”.
Avrebbe sperato che lei scegliesse la boxe, oppure non ha mai interferito sulla scelta diversa dell’attivit¨¤ sportiva?
“Non ha mai interferito nella scelta della mia attivit¨¤ sportiva. Non era nel suo carattere forzare le scelte. Io infatti mi sono dedicato all’hokey giocando a buoni livelli”
Perch¨¦ non avete accettato di intitolare lo stadio di Seregno a pap¨¤ insieme ad un altro sportivo?
“Il motivo ¨¨ semplice: l’amministrazione comunale di allora ci aveva proposto di intitolare il Palazzetto dello Sport in esclusiva a pap¨¤, poi non sappiamo per quale motivo, doveva essere condivisa con Somaschini, persona stimata , ma che non aveva nulla a che vedere con pap¨¤. D’altronde anche in passato le amministrazioni locali non hanno mai avuto sensibilit¨¤ per nostro padre che pure ¨¨ l’unico ad aver vinto l’oro olimpico. In occasione dei Giochi di Londra del 2012, sa chi si ¨¨ ricordato del pap¨¤? Gli amici del Bar Centrale in via Mariani, che gli hanno dedicato un angolo del locale esponendo i suoi cimeli pi¨´ cari. Dalla maglia azzurra ai guantoni, alla medaglia olimpica, al biglietto ferroviario Milano-Londra, alla valigia di alluminio con la scritta Italia, al libro con la sua vita e le immagini delle sue pi¨´ belle imprese sul ring. A Cassina Savina dove ¨¨ nato, gli hanno dedicato la piazza dove si trova la scuola elementare ed eretto un busto da molti anni. Ho sentito dire dall’infaticabile Gioacchino Satalino che i nuovi amministratori comunali vogliono mettere riparo a questa dimenticanza. A Cassina Savina dove ¨¨ nato, gli hanno dedicato la piazza dove si trova la scuola elementare ed eretto un busto da molti anni".
La mamma, come conobbe pap¨¤ e cosa pensa della boxe?
“Mamma che ha 90 anni, ¨¨ ancora viva e molto partecipe. Condivide la villetta con mia sorella Anna, sposata i cui due figli stravedono per la nonna, che ¨¨ anche bisnonna da parte del sottoscritto. Conobbe pap¨¤ alle elementari e non si lasciarono pi¨´. La mamma ha seguito il suo Ernesto nei primi incontri della carriera da professionista anche se si emozionava parecchio. Era una spettatrice molto attenta. Sosteneva che il pugilato era uno sport pieno di sacrifici ma altrettanto bello e spettacolare”.
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