Il Sioux il 15 aprile a Yokohama per la corona mondiale dei pesi medi Wba. Prima di partite si ¨¨ raccontato: cresciuto con nonno Felice e strappato alla strada dal ring. Grazie ai libri ha scoperto gli Indiani, ora ¨¨ buddista. "Sul quadrato sar¨° zen: metter¨° in pratica il distacco dal se. Fisser¨° l’attimo e vivr¨° da spettatore il momento. Sparir¨¤ il pubblico, sparir¨¤ tutto. Ci sar¨¤ solo Murata e la mia boxe"
Il maestro Eugenio Agnuzzi con Emanuele Blandamura. Fama
"Hoka Hey!". Il Sioux ¨¨ pronto, ¨¨ volato in Giappone, per la sua sfida campale. Perch¨¦ Emanuele Blandamura, a 38 anni, ha una missione: fare la storia. Il 15 aprile, in una Yokohama Arena da 17mila posti in via di esaurimento, salir¨¤ sul ring per il Mondiale dei pesi medi Wba, contro Ryota Murata, 6 anni pi¨´ giovane di lui, 10 k.o. su 13 vittorie da pro, oro a Londra 2012. Un’icona per i giapponesi. L'obiettivo ¨¨ tornare con la corona mondiale come Benvenuti da New York battendo Griffith. 50 anni fa. Brividi. "Noi saremo pi¨´ giapponesi di lui, facciamo letture quotidiane di zen. Arriver¨° sul ring e metter¨° in pratica il distacco dal se. Fisser¨° l’attimo e vivr¨° da spettatore il momento. Sparir¨¤ il pubblico, sparir¨¤ tutto. Ci sar¨¤ solo Murata e la mia boxe. Al rallentatore, per vivere ogni attimo. Per non prendere un colpo e affondare a ogni occasione".
un 26enne —
Abbiamo incontrato il Sioux due giorni prima del volo per Tokyo. Alla Pro Fighting di Tor Pignattara, a Roma, dove Blandamura ha preparato la sfida mondiale col maestro Eugenio Agnuzzi e il suo vice Federico Giorgi, alternandosi col The Church Palace, sulla via Aurelia, dove il preparatore fisico Marco Rustichelli ha aiutato il lavoro minuzioso per la sfida grande che aspetta “Lele”. Dice Rustichelli: “Sedute da 2-3 ore al giorno, 6 giorni su 7, con allenamenti da 6 minuti a round. I test fisici hanno dimostrato che fisicamente Lele ha parametri di un 26enne. A fine allenamento ha un livello di acido lattico superiore a quello di un match. E’ al top, siamo pronti".
Orlando Fiordigiglio ed Emanuekle Blandamura sul ring della Pro Fighting, marted¨¬ scorso. Fama
grande fiordigiglio —
Alla Pro Fighting in un mattino primaverile romano, ¨¨ arrivato da Arezzo Orlando Fiordigiglio, il campione italiano che torner¨¤ sul ring a maggio per ricominciare la sua caccia al titolo europeo dopo il k.o. con Attou. Fiordigiglio, come Giovanni De Carolis, Yuri Luparelli e Andrea Di Luisa, d¨¤ il suo contributo come sparring partner. E’ l’ultima vera rifinitura: 6 riprese in cui nessuno dei due si risparmia. Blandamura ¨¨ elastico, mobile, sguscia, ¨¨ messo a dura prova, ma schiva un mare di diretti e ganci. Alla quinta ripresa Fiordigiglio ¨¨ colpito all’arcata sinistra nonostante il caschetto, sanguina. Agnuzzi dice basta, Fiordigiglio no: "Non voglio andar via senza aver aiutato Lele per bene". Si riparte. Dopo il sesto round altri 4 senza contatto.
La rifinitura del Sioux
cavallo pazzo —
Blandamura abbraccia l’amico Orlando, scende dal ring soddisfatto. Racconta: "Andare in Giappone per sfidare Murata ¨¨ una grande emozione da vivere. Sto facendo sacrifici enormi, ma l’orgoglio del momento supera ogni cosa. E mi fa guardare indietro: i 20 anni di pugilato alle spalle, il bello e il brutto. Ho vissuto tutto per questo momento. E ce ne saranno altri. Perch¨¦ questa ¨¨ la mia vita e finch¨¦ avr¨° voglia non mollo". La vita del Sioux ¨¨ un romanzo, fatta di momenti che hanno costruito la determinazione di un campione. "Sono nato a Udine. Avevo meno di un anno, i miei genitori si separarono e mia zia Teresa saliva periodicamente da Roma per aiutare mio padre. Una situazione non sostenibile. Cos¨¬ sono sceso a Roma, al Nuovo Salario, cresciuto da mio nonno Felice, maresciallo dei carabinieri, e mia nonna Isabella. Mio nonno, morto nel 2014, ¨¨ un supernonno. Coi suoi silenzi e le poche parole mi ha insegnato il rispetto, lo spirito di sacrificio, l’importanza di costruire una famiglia. La parte infantile di me ¨¨ con lui. Lui ¨¨ qui accanto a me". In mezzo a un mare di tatuaggi (“Ho perso il conto”), il viso del nonno ¨¨ sulla spalla sinistra, quello della nonna sul costato, la firma di zia Teresa sul collo. Il torace ¨¨ segnato dall’urlo di guerra di Cavallo Pazzo: “Hoka Hey”, “E’ l’ora!”. Blandamura spiega: "Ero uno scapestrato, a scuola mi sono fermato al terzo anno di grafico pubblicitario, ma non ho mai smesso di leggere con avidit¨¤. Soprattutto biografie. Quelle sugli indiani d’America mi hanno affascinato. Rispetto il loro coraggio, il loro rispetto per gli altri, per gli animali, la natura. Ho fatto mia questa filosofia. Da adolescente andavo in palestra per fare kung fu, per imparare tecniche per farmi valere sulla strada, per fare a botte. Poi ho scoperto il pugilato. E’ cambiato tutto. Mi fa venire i brividi che proprio 20 anni fa, nell’aprile del 1998, mi presentai alla Palestra Nuova Villa Ada, dal maestro Guido Fiermonte, che aveva 83 anni. Entrai che ero un bulletto, mi proposi e lui mi risped¨¬ a casa. Dopo una settimana tornai con tutta l’educazione del mondo e dissi ‘Un giorno vorrei diventare campione del mondo’. Fiermonte mi diede del lei e disse: ‘Non si preoccupi. Lei si alleni e lo diventer¨¤’. Dopo 20 anni sono qui…"
buddista —
La vita di Blandamura ha un nuovo ritmo dal 2010, quando ¨¨ diventato buddista: "Grazie a un mio amico. Il pugilato insegna la pazienza, il vivere quotidiano sapendo che lavori e ti sacrifichi per un domani. Il buddismo ¨¨ una religione con una filosofia che ti fa vedere il tutto con armonia. Sai che se vuoi una cosa nel futuro devi vivere il presente. Ogni cosa ¨¨ al suo posto. Ogni tanto vado al mio Soka Gakhai, a casa ho il mio gohonzon, l’oggetto di culto, come tutti i miei compagni di fede. A Yokohama ci saranno compagni di fede che mi assisteranno. Il pubblico non sar¨¤ tutto per Murata. Combattere in Giappone ha anche questo risvolto". Sorride. La vita di Blandamura ha visto diverse donne stargli accanto. "Ma ¨¨ dura: il massimo della vita mondana ¨¨ fare tardi davanti alla tv. La compagna di un pugile deve supportarti sopportando tanto, specialmente in vista di un match. Da un po’ c’¨¨ Veronica, che mi sta dando il suo aiuto in un momento molto importante".
sacrifici —
Il pugilato italiano non riesce a produrre campioni in serie. Pochissimi pro a pieno titolo. Anche Blandamura: "Il mio lavoro ¨¨ l’agente di sicurezza. Nella vita, dopo un anno in Marina, ho fatto il barista in Germania per un anno, sono stato calzolaio, lattaio, venditore porta a porta. Fino a 32 anni andavo in giro in motorino. Mi alleno a fine turno di lavoro. Ora ho preso una pausa per il match di Yokohama… In Italia ci sono tanti ragazzi di talento pronti per emergere. Credo che il problema di fondo sia nel sistema sportivo italiano, non solo nel pugilato. Lo sport in generale da noi non ¨¨ organizzato per venire in soccorso dei talenti. Per emergere ci vogliono sacrifici enormi. E una determinazione feroce, costante, infinita".
Il Sioux su ring. Fama
Il Sioux su ring. Fama
la squadra —
Blandamura ha preparato il match con Murata curando ogni dettaglio con una supersquadra. La Opi Since 82, con Salvatore, Christian e Alessandro Cherchi, ha completato un cerchio che vede, oltre ad Agnuzzi, Giorgi e Rustichelli, lo psicologo Luigi Ars¨¬ ("Vado da lui da 17 anni, mi aiuta ad avere il giusto contatto con la realt¨¤ senza avere aspettative futili"), il nutrizionista Carmine Orlandi ("Non ho problemi a mantenere il peso, a inizio preparazione la dieta prevedeva 2500 calorie, ora 1900 in fase di scarico. Unica concessione un cioccolatino a colazione. Lo brucio subito"), il professor Sanguigni, che aiuta Lele nella gestione della capacit¨¤ cardiocircolatoria, anche inserendo nella dieta nocciole e the verde, gli osteopati Alessandro Benevento e Fabrizio Usai ("Da loro praticamente ogni giorno") e il fisioterapista Roberto Zappitelli ("Con lui da una vita, fondamentale anche come motivatore"). Dice il Sioux: "Resteremo a Tokyo fino al giorno prima del match: andremo a Yokohama per le operazioni di peso. Di Murata non temo nulla. Il mio rivale ¨¨ Emanuele: so quel che devo fare, ogni giorno ho visto e rivisto video del mio rivale. Di lui so tutto, ma sul ring ci sono mille situazioni. Certo non vado solo per arginare i suoi attacchi, ho costruito una serie di automatismi che saranno utili sul quadrato. Di sicuro le mie otto ore di sonno non le perdo. Sono teso, ma la mia ¨¨ tensione agonistica".
il libro —
C’¨¨ un libro in uscita, “Che lotta ¨¨ la vita” il titolo, ¨¨ l’autobiografia che Blandamura ha scritto insieme a Dario Torromeo. Sar¨¤ in libreria a maggio. Il tempo di scrivere l’ultimo capitolo. Dedicato al Giappone, a Yokohoama e a Murata. “Eh, il finale lo devo ancora vivere”, strizza l’occhio il Sioux.
Nicola Melillo
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