Era un luned¨¬ il 18 settembre di vent’anni fa. Un luned¨¬ speciale, perch¨¦ quello che fu capace di fare in quella giornata Giuseppe ‘Pino’ Maddaloni avrebbe segnato il percorso a tantissime altre cose. E non solo quello di una carriera e di una vita straordinarie, ma anche la vita ed i sogni di tantissimi giovanissimi, che spinti dal trionfo di quel giorno e dalla commozione di Pino sul podio australiano, chiesero ai genitori di essere accompagnati nelle palestre di judo di tutte le citt¨¤ d’Italia, perch¨¦ gi¨¤ innamorati di questa disciplina. Affascinati dalle gesta e dalla spontaneit¨¤ di quel ragazzo napoletano ventiquattrenne, cos¨¬ vero e cos¨¬ vicino al cuore di tutti, da arrivare ad indossare involontariamente i panni di nuovo eroe. Quel giorno a Sydney, infatti, Pino Maddaloni vinse le Olimpiadi. E le vinse al termine di una gara semplicemente ‘mostruosa’, com’¨¨ sempre quella dei 73 kg, ma com’¨¨ stata soprattutto quella a Sydney, quando gli ‘exploit’ trasformarono una gara di judo in una roulette. Il tabellone di gara fu stravolto da un’incertezza assurda e da un intreccio di casualit¨¤ da lasciare a bocca aperta chiunque, compresi i pi¨´ esperti bookmaker dell’epoca.
Judo
Pino Maddaloni: un urlo lungo 20 anni
Vent'anni fa, 18 settembre 2000, Pino vinse l'oro all'Olimpiade di Sydney. Il racconto di una giornata storica
Passione
¡ªI pronostici erano per lo statunitense Jimmy Pedro, che si present¨° forte del titolo mondiale conquistato a Birmingham nell’ottobre 1999 oltre la medaglia di bronzo ai precedenti Giochi ad Atlanta, cos¨¬ com’era quotatissimo ed assolutamente determinato a ripetersi il giapponese Kenzo Nakamura, che ad Atlanta aveva messo tutti in riga. E poi c’era il tedesco Martin Schmidt, il russo Vitaly Makarov ed i campioni, tutti temibili, dell’ex Unione Sovietica, moltiplicati dalla parcellizzazione del territorio in tante repubbliche avvenuta meno di dieci anni prima, dall’uzbeko Andrey Shturbabin, al georgiano Giorgi Revazishvili, dal lettone Vsevolods Zelonijs, al kazako Ashkat Shakharov, all’ucraino Gennady Bilodid, oggi orgogliosissimo padre di Daria, che nacque meno di un mese pi¨´ tardi, il 10 ottobre 2000, per diventare (per ora) la pi¨´ giovane bicampionessa del mondo (Baku 2018 e Tokyo 2019 nei 48 kg). Nulla and¨° come ci si sarebbe potuti immaginare, unica eccezione il primo incontro di Pino, quello con il samoano Travolta Waterhouse. Senza storia. E si va agli ottavi, dove ci si aspettava Martin Schmidt, gi¨¤ campione d’Europa, ma il pericolosissimo tedesco le prende dal tunisino Hassen Moussa. La concentrazione di Pino rimane al top ed anche per il tunisino non c’¨¨ storia. Quarti di finale, il lettone Vsevolods Zelonijs, dopo aver eliminato l’uzbeko Andrey Shturbabin, si presenta di fronte a Pino. E perde.
Storia
¡ªIl cuore del campione napoletano, che comunque aveva gi¨¤ vinto il titolo europeo nel 1998 e nel 1999, inizia a battere sempre pi¨´ forte, mentre nell’altro girone succede il finimondo, perch¨¦ Jimmy Pedro e Kenzo Nakamura, escono dalla corsa per il titolo. Ad eliminarli ¨¨ un ventiduenne sudcoreano dal palmares piuttosto scarno, tale Yong-Shin Choi. In semifinale Pino trova Anatoly Larykov, bielorusso che ¨¨ riuscito a spuntarla su Gennady Bilodid, ma il napoletano ha una marcia in pi¨´ e non c’¨¨ verso di fermarlo. ? in finale! E chi trova? Il coreano Choi? Sbagliato. Perch¨¦ Choi, dopo aver fatto fuori i ‘top’ non ¨¨ riuscito ad avere la meglio di un diciottenne brasiliano, che la sua impresa l’aveva gi¨¤ compiuta in patria, scalzando all’ultimo momento, Sebastian Pereira, quotatissimo titolare della squadra carioca. Il suo nome ¨¨ Tiago Camilo, ed ¨¨ destinato a rimanere scritto negli annali, perch¨¦ dopo l’argento a Sydney nei 73 kg, il bronzo a Pechino negli 81 kg ed il quinto posto a Londra nei 90 kg, ha vinto anche un titolo mondiale nel 2007 (81 kg). Il fatto ¨¨ che Pino tutte queste cose non le sa, e se anche le sapesse, cambierebbe nulla.
Amore
¡ªOrmai lui deve vincere e non c’¨¨ modo che cambi idea. Il fotogramma ¨¨ scolpito nella memoria collettiva, il giovane Camilo va all’attacco e porta con forza e convinzione ‘uchi mata’, la sua tecnica speciale. Pino si sposta come un’ombra, il brasiliano trova il vuoto e cade, accompagnato dall’urlo di Pino. Ippon! Era luned¨¬ 18 settembre 2000. Oggi invece, ¨¨ venerd¨¬ 18 settembre 2020, ed a chi chiede a Pino cosa vede volgendo lo sguardo su questi vent’anni trascorsi da quell’urlo di gioia, la sua risposta ¨¨: “L'amore per la mia disciplina il Judo”.
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