"Una disciplina bellissima, che porta avanti sani valori". Cos¨¬ il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ospite d’onore in occasione dei Campionati Assoluti di judo in svolgimento a Ostia. Una passione che nasce prima di quella politica per sua stessa ammissione: "Un’esperienza che ho fatto ben 55 anni fa. Mi allenavo in una chiesa sconsacrata, nella Basilica della Misericordia a Venezia. Questo sport ¨¨ fatto di rispetto e onore, dona consapevolezza di s¨¦ e degli altri. Ho ricordi bellissimi da judoka…". Brunetta, il 13 dicembre aveva condiviso su Instagram il video della consegna del diploma di cintura nera "1¡ã dan", riconoscimento donato dal presidente Fijlkam Domenico Falcone in presenza del presidente del Coni Giovanni Malag¨° e dell’On. Felice Mariani (ex judoka bronzo a Montreal 1976), a coronamento della sua "carriera" di atleta. Oggi, invece, dopo essere stato omaggiato di un judogi, ha assaporato l’alto livello del judo italiano in gara al PalaPellicone incontrando, fra gli altri, anche gli azzurri reduci dalla spedizione a Tokyo2020 come la medaglia di bronzo olimpica Maria Centracchio, Fabio Basile, Christian Parlati e Francesca Milani. Tra una foto di rito, una stretta di mano e una premiazione ai neo campioni italiani, ha raccontato a cuore aperto il suo passato sul tatami.
L'INTERVISTA
Brunetta cintura nera di judo: "Mi allenavo al freddo in una chiesa sconsacrata. Il 1¡ã dan? Un onore"
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta agli Assoluti di Ostia. Il 13 dicembre ¨¨ stato omaggiato del "1¡ã dan" dal presidente Fijlkam Falcone: "Col judo impari il rispetto, il senso del dovere, ma anche il divertimento. Andrebbe insegnato a scuola"
Ministro, qual ¨¨ il suo primo ricordo da judoka?
"Il freddo. Dove ci allenavamo non c’era il riscaldamento, il respiro si condensava da tanto si gelava. Non c’erano nemmeno gli spogliatoi. Anche la preparazione fisica era tosta, ricordo i saltelli "a coniglio" attorno al tatami: il giorno dopo non riuscivo nemmeno a fare le scale dal male alle gambe. Ma tutto questo faceva parte del gioco".
Insomma, una disciplina di vero sacrificio.
Il judo ¨¨ una disciplina dura si, ma bellissima. Prendi consapevolezza del tuo corpo e consapevolezza degli altri. Non ¨¨ uno sport violento, anzi, ¨¨ uno sport di grande rispetto, un gioco di equilibri dove non vince la forza bruta, ma l’intelligenza. E sono felice di rinverdire questi ricordi presenziando agli Assoluti, dove posso ammirare i grandi campioni italiani".
Che emozione ¨¨ stata ricevere il diploma di 1¡ã dan?
"Hanno voluto donarmi questa cintura nera ad honorem a coronamento di un percorso che avrei tanto voluto concludere sul campo dal punto di vista agonistico, ma ai tempi subii una distorsione al ginocchio proprio durante un combattimento a terra e cos¨¬ dovetti smettere. Un giorno parlandone alla Camera dei deputati con Felice Mariani, mi si sono illuminati gli occhi e lui ha apprezzato questa luce ricca di emozioni. Mi sento davvero onorato di questo riconoscimento, mi fa sentire parte di un pezzo, anche se piccolissimo, della grande storia del judo italiano".
Secondo lei i valori del judo possono essere d’esempio al Paese?
"Assolutamente si, soprattutto per i giovani. Io inserirei il judo in tutte le scuole perch¨¦, come dicevo prima, ¨¨ disciplina, sacrificio, regole, senso del dovere, ma anche divertimento. Sono tra le cose pi¨´ belle al mondo che si possano insegnare ai ragazzi. Tutto quello che occorre per vincere le sfide della vita".
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