Al Festival l'incontro col leggendario campione delle due ruote: "Pap¨¤ chiedeva a mia madre da dove fossi uscito, visto che in casa nessuno parlava di moto"
? un habitu¨¦ del Festival dello Sport, ma la sua storia e il carisma sono tanto grandi che ogni volta ¨¨ come se fosse la prima volta. ¡°? un¡¯icona che ha attraversato le generazioni, non bastano le vittorie per spiegare chi sia Giacomo Agostini¡± lo introduce Furio Zara, moderatore dell¡¯incontro nella Sala della Filarmonica. Una storia, quella di Agostini, fondata anche su una disciplina ferrea, ¡°come i libretti dove segnavo tutto quello che accadeva in gara, rapporti, regolazioni, sensazioni, risultati. Dovevo essere professionista come chi mi faceva correre, avevo il mio preparatore, nulla era lasciato al caso¡±.?
la scalata del bondone
¡ª ?Una storia iniziata proprio da Trento, con la scalata del Bondone nel 1962, ¡°con il mio panettiere come meccanico. Quando gli chiesi di cambiare una candela, mi chiese cosa fosse una candela. Eravamo in 40 al via, pensavo di finire tra gli ultimi, chiusi secondo con la mia Moto Morini, che era completamente di serie. E iniziai a capire che poteva essere la mia strada. L¡¯anno dopo, quando tornai avevo una Morini ufficiale e vinsi facendo un record che ¨¨ durato dieci anni¡±. Come ricorda, ¡°io sono nato con questa passione, pap¨¤ chiedeva a mia madre da dove fossi uscito, visto che in casa nessuno parlava di moto. E pap¨¤ prov¨° a far di tutto per non farmi correre, ¡®perch¨¦ non firmo la morte di mio figlio¡¯ disse, visto che a quei tempi serviva l¡¯autorizzazione dei genitori¡±.
le donne
¡ª ?Il talento, per¨°, non basta. ¡°Il dono di natura lo devi coltivare. Oddio, non sono mai stato un santo, le donne mi sono sempre piaciute, ma dovevo prepararmi, avere una vita sana e regolata, c¡¯erano i giorni in cui pensavo solo alla moto, e altri in cui potevo anche divertirmi¡±. Dalle prime gare con le Morini al primo titolo italiano, fino all¡¯incontro con il conte Agusta. Che aveva alle spalle l¡¯impero degli elicotteri ma aveva creato una squadra. Dalla prima prova sul rettilineo di Monza, a fare la gimcana tra i birilli. ¡°C¡¯era anche la Gilera che mi voleva e mi aveva offerto il doppio. Quel giorno a Monza vidi i meccanici della MV Agusta tutti puliti ed eleganti, con un camion, mentre quelli della Gilera arrivarono con un motocarro. E pap¨¤, che ormai aveva intuito quale sarebbe stata la mia strada, mi disse: ¡®Loro fanno gli elicotteri, magari adesso ti pagano meno, ma se inizierai a vincere il tuo valore crescer¨¤ molto¡¯. Aveva capito tutto¡±. E l¨¬ inizi¨° un epopea nella quale per anni ha vinto tutto. ¡°Avevo abituato il pubblico cos¨¬ bene, che quando arrivavo secondo dicevano che ero finito¡±.
velocit¨¤
¡ª ?Cos¡¯¨¨ la velocit¨¤ per Agostini? ¡°Tutti noi vogliamo andare veloci, ma non sono mai stato uno che prende la moto per fare lunghi giri. Io la prendevo per vivere un¡¯ora di adrenalina, volevo la velocit¨¤. Le corse sono cambiate tanto, io ricordo il silenzio assoluto prima di partire, oggi ¨¨ tutto pi¨´ frenetico. E c¡¯¨¨ troppa tecnologia, una volta contava solo il polso, ora ci sono gli abbassatori, l¡¯elettronica, le gomme che non sai se durano. E c¡¯¨¨ troppa potenza, ci sono piste dove non riesci a mettere la sesta¡±. Ha vinto 15 Mondiali, ma gli ultimi due sono arrivati accettando la grande sfida della Yamaha, che con l¡¯avvento del quattro tempi sta a iniziando a dominare. ¡°Anche i miei meccanici, che avevano capito, mi dissero che dovevo accettare. Anche se in Italia per molti mesi passai per traditore, uno che andava con i nemici¡±.
la ferrari
¡ª ?Andava cos¨¬ forte, che anche Enzo Ferrari prov¨° a prenderlo. ¡°Feci qualche test, andai bene e non ci dormii qualche notte. Ma poi mi dissi che io sin da quando ero piccolo volevo correre in moto e abbandonarle sarebbe stato un tradimento¡±. Le auto sarebbero arrivate dopo, alla fine della carriera motociclistica. Erano gli anni in cui le donne facevano anche a pugni per contenderselo, come ha scovato Zara in un trafiletto dei giornali dell¡¯epoca. ¡°Ho amato le moto ma ho anche amato le belle gambe¡± regge il gioco Agostini. Che a 82 anni continua a girare per il mondo. Da Tremondo subito dopo l¡¯incontro partir¨¤ per la Slovenia per poi volare la prossima settimana in Australia. ? la grande forza di Agostini questa sua umanit¨¤. ¡°La settimana scorsa ero in Francia, ¨¨ arrivato uno che aveva fatto 850 chilometri in moto per venire a salutarmi. Ero stanco, ma cosa dovevo fare? ? anche un mio dovere, oltre che piacere, fermarmi, salutare e parlare con chi mi ha sempre amato¡± racconta Agostini. Un campione immenso, ma di quelli speciali.
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