Malagò a Trento: "Dopo le 40 medaglie di Parigi testa a Milano-Cortina"

Il numero uno del Coni ha aperto l'evento con le leggende dello sport italiano: Sara Simeoni, Jury Chechi, Antonio Rossi, Valentina Vezzali e Arianna Errigo

Metti insieme il presidente del Coni, Giovanni Malagò e cinque leggende dello sport italiano, tutte portabandiera olimpiche - Sara Simeoni, Jury Chechi, Antonio Rossi, Valentina Vezzali e Arianna Errigo - coadiuvate da Cristina Fantoni ed ecco che sul palco del Teatro Sociale di Trento, in “Le nostre Olimpiadi”, le emozioni salgono alte.?

malagò

"Sono trascorsi solo 60 giorni dalla cerimonia di chiusura di Parigi 2024 - ricorda Malagò - e tutte le nostre attenzioni ora sono già rivolte a Milano-Cortina 2026. Il prossimo turno è nostro. Ieri s’è tenuto il Consiglio d’amministrazione della Fondazione e abbiamo incontrato rappresentanti del Cio. Stiamo recuperando i ritardi sui lavori di costruzione degli impianti e siamo sempre più nel clima di preparazione". ? anche giusto, per un’ultima volta, guardare indietro. “Il bilancio di Parigi - sostiene Malagò - è più che positivo. Abbiamo vinto 40 medaglie, tante come solo a Tokyo 2021, ma con due ori in più. Senza dimenticare i venti quarti posti e l’ottimo piazzamento nella classifica a punti, quella che tiene conto dei piazzamenti dal primo all’ottavo posto e che più dà il peso reale di un Paese”. Il testimone, poi, passa ai campionissimi e ai loro ricordi.

sara simeoni

“Oggi, in atletica, abbiamo una vera squadra, non solo qualche individualità. ? il frutto di un progetto preciso. I giovani, rispetto ai miei tempi, hanno la fortuna di fare presto esperienze internazionali. Parigi 2024? Un kolossal. Cosa mi è piaciuto di più? La pista color lavanda, elegantissima”. E ancora: “Ho saputo che avrei fatto da portabandiera direttamente a Los Angeles, pochi giorni prima delle cerimonia di apertura. Ecco perché mi fecero partire in anticipo… Avevo male a un tendine, in gara non avrei voluto far brutta figura. Invece sono tornata oltre i due metri dopo sei anni e fino alla medaglia d’argento. Che festa…”.

jury chechi

“Parigi 2024, per noi della ginnastica, è stato un vero successo. L’Italia, dalla D’Amato alla Raffaeli, passando dalla Esposito, ha saputo stare al vertice in tante specialità e ha dimostrato di saper finalizzare un quadriennio di lavoro. Il momento in cui entro nello stadio olimpico di Atene sventolando il tricolore, davanti anche al presidente Ciampi, resta tra i più belli della mia carriera. In quegli istanti rappresenti il tuo intero Paese, non c’è orgoglio più grande. ? un istante che non dimenticherò mai”.

antonio rossi

“Nel corso delle mie cinque Olimpiadi, tutto per gli atleti è cambiato: quel che è sempre rimasto, è il supporto decisivo della preparazione olimpica dei Coni, La foto che mi ritrae in quel momento mostra la gioia che si prova a interpretare quel ruolo. Più grande degli attimi vissuti sul podio. A Pechino faceva un caldo assurdo e ho rischiato di cadere per l’agitazione. Pensa la figura… Primo canoista, primo finanziere, primo lecchese nel ruolo: un grande onore e una grande responsabilità”.

valentina vezzali

“I risultati delle ultime Olimpiadi premiano il lavoro del Coni e delle Federazioni. Non è mai facile confermare i pronostici e reggere il peso delle responsabilità. Ma da Atlanta 1996, i miei primi Giochi, il trend azzurro è positivo. Da allora tanto è cambiato: significa che l’Italia, quando conta, sa farsi trovare pronta. A sei anni, quando ho cominciato a tirare, mai avrei immaginato di arrivare sin lì. Di fianco a noi, a Londra, sfilava la Giamaica di Usain Bolt. L’indomani mi sarei giocata il mio quarto oro consecutivo, mi ha dato una carica in più e anche se sarei stata battuta proprio da una giovanissima Errigo in semifinale, non rinnego nulla della scelta fatta. E alla fine sarebbe arrivato un bronzo comunque bellissimo, su un podio tutto azzurro”.

arianna errigo

“Parigi, dalla cerimonia di apertura in poi, è stata un’emozione fortissima anche al di fuori della pedana. E non era scontato. Ho goduto ogni momento di questi Giochi. Essere portabandiera è stato meraviglioso, un’esperienza che è stata la summa della mia carriera e delle mie esperienze personali. Averla vissuta al fianco della mia famiglia e dei miei due piccoli gemelli, un’emozione assoluta”.