A Tokyo a un certo punto si sentirono dall’altoparlante “Volare” e “Notti Magiche”. Stavolta, nell’Auditorium Santa Chiara, arriva un coro “Italia, Italia” che all’Olimpiade senza pubblico era mancato. Il Festival dello Sport abbraccia gli staffettisti d’oro. E prima di tutto Filippo Tortu, il mago della rimonta, comincia a spiegare che l’atletica ¨¨ uno sport individuale, ma “la staffetta ¨¨ la massima espressione di una squadra”. Quello che colpisce ¨¨ la naturalezza con cui Lorenzo Patta, Marcell Jacobs e Fausto Desalu, insieme con Tortu, dialogano fra loro, inforcano battute che incantano la platea, raccontano a modo loro quell’attimo vincente che legher¨¤ per sempre le loro storie. Un po’ come un complesso musicale attinge con facilit¨¤ a un repertorio provato mille volte. Gi¨¤ la staffetta, legata da un testimone vero e da uno invisibile, la capacit¨¤ di sentirsi dentro una stessa scalata. “Il contrario degli statunitensi che si odiano fra di loro”, dice papale papale Jacobs.
A TRENTO
Patta, Jacobs, Desalu e Tortu: "Ecco perch¨¦ abbiamo vinto l'oro"
Grande successo di pubblico per i quattro eroi dell’Olimpiade col trionfo nella 4X100. Jacobs: "Siamo il contrario degli statunitensi che si odiano fra di loro...". Patta: "Ero calmo, non c'era pubblico, sembrava una gara regionale"
Curva
¡ªLa serata ¨¨ un viaggio che non vuole arrivare al traguardo. Perch¨¦ alla fine la gente “assedia” i quattro moschettieri e non li lascia andare via tanto facilmente. Lorenzo Patta ¨¨ “calmissimo come allora”, dice Tortu. Il quasi debuttante di Tokyo conferma: “Paura? Assolutamente no. Non sentivo pressione, sembrava una gara regionale per me, non c’era il pubblico e io sono abituato a gareggiare senza pubblico”, racconta lo sprinter sardo che ammette, da ex calciatore, che il suo idolo di bambino ¨¨ sempre stato Francesco Totti. La battuta della serata per¨° ¨¨ firmata da Fausto Desalu, il frazionista numero tre. “Perch¨¦ vai cos¨¬ bene in curva?”, chiedono Margherita Granbassi e Andrea Buongiovanni. Lui ronza attorno alla domanda e poi condivide: "In effetti se ci fossero i 100 metri in curva sarei il migliore!". C’¨¨ anche un momento di grande tenerezza, lo viviamo quando la Granbassi chiede a Desalu perch¨¦ definisce l’attivit¨¤ sportiva “un lavoro”. Fausto risponde che “dietro quei 10 o 20 o 45 secondi c’¨¨ tanto impegno, sacrifici no, ma rinunce s¨¬. E tutto questo significa anche che sudi, che fatichi, che qualche volta piangi”.
Il fuoco
¡ªPiangere. Chi l’ha fatto di pi¨´ a Tokyo ¨¨ stato senz’altro Filippo Tortu, “non smettevo di farlo e loro ovviamente mi hanno preso in giro”. Prima, per¨°, c’¨¨ stato altro: una sensazione. “Non eravamo favoriti, per¨° avvertivamo qualcosa, sentivamo di avere pi¨´ possibilit¨¤ di vincere che di perdere”. Una sensazione che durante l’ultima frazione si moltiplica. “Ero lucidissimo, sentivo come un fuoco dentro, agonismo puro”. Jacobs racconta quanto ¨¨ stato importante Tortu per la sua crescita: “? stato un grande stimolo per me e le ho prese tante volte da lui. Io devo davvero ringraziarlo”. L’ultimo a lasciare il palco ¨¨ Desalu, che fa il pieno di foto e vorrebbe allungare ancora la serata: “Se volete ci vediamo fuori e continuiamo”. Un altro attimo, l’ennesimo in questi giorni, in cui Trento abbraccia Tokyo e tutto ci¨° che ci ha regalato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA