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Difficile contenere l’entusiasmo dell’Auditorium Santa Chiara, quando alla fine dell’incontro sulla Liga Samuel Eto’o si ¨¨ alzato e si ¨¨ avvicinato alla gente per firmare autografi e concedersi a qualche selfie.
il campione a trento
Difficile contenere l’entusiasmo dell’Auditorium Santa Chiara, quando alla fine dell’incontro sulla Liga Samuel Eto’o si ¨¨ alzato e si ¨¨ avvicinato alla gente per firmare autografi e concedersi a qualche selfie.
Maglie e poster nerazzurri ovunque, rassicurati – anzi, esaltati – dalle parole che il camerunese del Triplete ha regalato sull’Inter di oggi: “Quella maglia l¨¬ ¨¨ la pi¨´ bella d’Italia – ha sorriso Samuel indicando il tifoso vestito di nerazzurro -. Il Triplete? Svelo una cosa, non ci crederete ma il Triplete era il mio obiettivo. Quando andai a discutere il contratto con il dottor Ghelfi (allora a.d. del club di Moratti, ndr) c’era una differenza economica. Io dissi: “Mettiamo questi soldi come premio, entro due anni vi dico che vinceremo la Champions”. Ne ¨¨ bastato uno… ma avevamo una squadra di lottatori, con un allenatore (Mourinho, ndr) unico, che capiva perfettamente ogni giocatore e ha saputo combinare il tutto con il sentimento dei tifosi dell’Inter. Certo, nel ritorno con il Barcellona ¨¨ servita un po’ di fortuna, ma ce la siamo meritata dopo aver lottato per tutta la stagione. Ho fatto il terzino? Vero, contava l’obiettivo: vincere”. Cosa che vorrebbe fare anche la squadra di Simone Inzaghi, ovvero ripetersi in campo italiano dopo lo scudetto di maggio: “Certo che pu¨° riuscirsi, speriamo che ci riesca. Sono stato allo stadio contro il Real Madrid, peccato per la sconfitta. Ma s¨¬, possiamo vincere ancora, bisogna lottare in quella direzione”.
Oggi Eto’o ¨¨ candidato alla presidenza federale in Camerun: “Le elezioni ci saranno a dicembre, la Liga per me ¨¨ un modello e vorrei adattarlo al calcio africano: vorrei che quello diventasse un mercato formale, dove i presidenti siano stimolati a investire come in Spagna”. Ad ascoltarlo c’¨¨ il presidente della Liga, Javier Tebas, che elogia il suo campionato (“la situazione economica non ¨¨ cattiva come si sente dire in giro”) e poi attacca duramente quello che lui chiama i “club-Stato”, leggi Manchester City e Psg: “Sono pericolosissimi per il calcio europeo. Il Psg solo quest’anno paga pi¨´ di 600 milioni si stipendi e ha introiti non oltre i 250 milioni. Onestamente, nessuno di noi crede davvero che abbiano guadagni maggiori del Manchester United. Cos¨¬ si inflazionano i salari, nessuno pu¨° pareggiare loro offerte: questi non sono soldi che vengono da calcio, ma dal petrolio. Ora vediamo cosa accadr¨¤ con il Newcastle, con il fondo dell’Arabia Saudita. Questa evoluzione del calcio ¨¨ pericolosa tanto quanto la Superlega”. Superlega che sia Eto’o, sia Fernando Morientes – oggi ambasciatore della Liga, presente anche lui a Trento – respingono con forza: “La cosa pi¨´ importante ¨¨ la lega nazionale, ¨¨ quella che ti fa star bene o male, dice El Moro. Eto’o ¨¨ d’accordo: “La Champions d¨¤ prestigio, certo. Ma sono le leghe quelle che ti fanno vivere”.
E in Liga si avvicina il Clasico, in calendario il 24 ottobre: “Ho giocato anche una finale di Champions, ma l’emozione che ti d¨¤ quella partita non ha paragoni – ancora Eto’o -. Spero che il Barcellona si rialzi e prenda slancio da quel match, avviando una nuova dinamica stagionale: vale sei punti quella partita, darebbe la forza anche per ripartire in Champions”. Morientes, da buon madridista, sorride: “Il Clasico ¨¨ sempre il Clasico, la partita pi¨´ importante che c’¨¨. Spagnole in difficolt¨¤ in Europa? Vedrete, in fondo ci saremo sempre”. Tebas intanto smonta l’ipotesi di giocare il Clasico all’estero, in futuro: “Non ¨¨ il tipo di partita da spostare dai suoi due stadi abituali. Su altro si pu¨° discutere, su questo no”. Come sui calendari fitti: “Ci¨° che serve al calciatore ¨¨ il riposo, ma oggi rispetto ai nostri tempi c’¨¨ maggiore professionalit¨¤”. Eto’o lo fulmina scherzando: “Vuoi dire che noi non eravamo professionali?”. E Morientes: “No, ma oggi ci sono pi¨´ preparatori, c’¨¨ un fisioterapista per un ogni calciatore in rosa, c’¨¨ il dipartimento di psicologia… i calciatori di oggi sono pi¨´ pronti di noi”. Occhio per¨° a nominare il Mondiale biennale a Tebas: “Si infrangerebbero i normali rapporti di lavoro tra club e giocatori. Se questa ¨¨ la creativit¨¤ per superare i problemi di calcio, allora chiudiamo e andiamo via…”. No, prima di andare via ci sono le maglie nerazzurre che aspettano Eto’o…
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