l'evoluzione
Bicicletta, la storia: dal biciclo alla Saltafoss e Graziella
Pensare all¡¯origine della bicicletta richiede uno sforzo d¡¯immaginazione per ¡°immergersi¡± in un tempo lontano, nel quale le due ruote a pedali, antesignane dei modelli tecnologicamente avanzati odierni, erano da un lato un mezzo di trasporto costoso (dunque appannaggio di pochi), dall¡¯altro uno strumento di lavoro molto utile, pi¨´ che un attrezzo per il tempo libero e il divertimento. Com¡¯¨¨ nata la bicicletta? Quali le tappe fondamentali? E quali, nel corso dei decenni pi¨´ recenti, gli esemplari che sono rimasti scolpiti nella memoria di tanti appassionati?
LA BICICLETTA PRIMA DEI PEDALI
¡ª ?La data di nascita della bicicletta? I primi prototipi affondano le radici a fine Settecento, quando i mezzi a due ruote dotate di un telaio di supporto (ma senza pedali) vennero ideati in Francia. Ancora nel primo Ottocento era tempo dei primi esperimenti che avrebbero portato alle future biciclette, strumenti costruiti in legno - per telaio, ruote, manubrio - che non prevedevano pedali e pedivelle, ovvero i supporti imprescindibili perch¨¦ la forza motrice (i muscoli del ciclista) potesse moltiplicarsi tramite un sistema di trasmissione. Un esempio? Aveva queste caratteristiche primordiali la ¡°draisina¡± ottocentesca (dal nome dell¡¯inventore, il tedesco Drais von Sauerbronn, nel primo ventennio dell¡¯Ottocento), che assecondava la camminata con il beneficio di mettere a disposizione una superficie di carico preziosa per il trasporto di vari oggetti. ( Qui le tecnologie applicate a un moderno casco da bici ).
IL BICICLO
¡ª ?Messi a punto i primi esperimenti descritti, l¡¯antenata della bicicletta era pronta a dotarsi di pedali che, incardinati al perno della ruota anteriore, verso gli anni Sessanta dell¡¯Ottocento diedero origine al famoso ¡°biciclo¡±, di cui numerose tracce sono giunte fino ai nostri giorni: il cinema, la stampa periodica, la pubblicit¨¤, l¡¯arte ne hanno infatti trasmessa l¡¯immagine, curiosa e bizzarra. Com¡¯era fatto il biciclo? Una grande ruota anteriore, dotata appunto di pedali, era accoppiata - tramite un piccolo telaio - a una ruota posteriore di piccole dimensioni. Il ciclista poteva sedersi ¡°comodamente¡± su un sellino (in legno oppure in altri materiali ricoperti di cuoio). L¡¯altezza da terra del sellino, le dimensioni ¡°maxi¡± della ruota anteriore (che rendevano difficile avviare il moto, in partenza, e arrestarlo, quando era necessario interrompere la corsa) facevano del biciclo un mezzo poco sicuro, per quanto tale strumento di trasporto abbia rappresentato - senza dubbio - uno snodo essenziale nella storia della bicicletta. (Qui una moderna e-bike prodotta in Italia).
LE BICICLETTE DA LAVORO
¡ª ?La bicicletta ¡°moderna¡± inizia a prendere forma negli ultimi anni dell¡¯Ottocento, quando in Inghilterra venne coniato il termine di ¡°safety bicycle¡± come bicicletta sicura. Con quali caratteristiche? La grande innovazione fu l¡¯impiego di una catena per la trasmissione che, collegando il movimento centrale (che trasferiva l¡¯energia prodotta dai pedali) alla ruota posteriore, ha permesso di dotare queste bicicletta di due ruote di dimensioni (quasi) identiche. Nel complesso, inoltre, la bicicletta, di fine Ottocento-inizio Novecento era pronta a modificarsi rapidamente con l¡¯impiego dei primi pneumatici in gomma (in luogo di ruote rigide in legno) dotati di camera d¡¯aria, quindi con l¡¯introduzione dei freni e di vari sistemi atti a innalzare il livello di comodit¨¤.
Sempre pi¨´ sicure e comode, le biciclette nei primi decenni del Novecento diventano dei pratici mezzi da lavoro. Tra i modelli pi¨´ diffusi e originali le biciclette dei pompieri, caratterizzate da un particolare telaio in grado di inglobare una manichetta (tubo) e una lancia utile a indirizzare il getto in caso d¡¯incendio. In dotazione al personale che operava all¡¯interno o nei pressi delle fabbriche, la bicicletta dei pompieri includeva un¡¯ascia e un piede di porco oltre - spesso - a una sirena che si poteva azionare tramite la dinamo, posta sulla ruote posteriore.
Sempre a inizio Novecento tra le biciclette da lavoro diffuse in Italia i modelli dotati di tre ruote, impiegati da panettieri, gelatai, calzolai e altri professionisti soliti pedalare da un quartiere all¡¯altro, o da un paese al successivo, per effettuare consegne e servizi a domicilio. Caratterizzate da un telaio specifico, di norma dotato di una grande base di trasporto (o da lavoro) nella parte anteriore rispetto al manubrio, queste biciclette rappresentano le antesignane delle moderne ¡°cargo bike¡±, che nel terzo millennio sono spesso dotate di un kit elettrico che le rendono e-bike a pedalata assistita. ( Qui la bicicletta assistita dei Carabinieri ).
LA BICI PIEGHEVOLE ICONA ITALIANA
¡ª ?Con la nascita dei grandi eventi sportivi, a partire dal Giro d¡¯Italia la cui prima edizione si disput¨° nel 1909, nel corso dei decenni la bicicletta ¨¨ diventata sempre pi¨´ un mezzo ludico, destinato alla pratica sportiva e al divertimento nel tempo libero. Mentre i modelli di bicicletta da corsa crescono nel gradimento del pubblico anche grazie alle imprese dei grandi atleti, nel Secondo dopoguerra si moltiplica l¡¯offerta di generi e modelli votati alla comodit¨¤ e all¡¯utilizzo quotidiano. Tra i modelli di maggior successo la Graziella, bicicletta pieghevole progettata da Rinaldo Donzelli e prodotta dal 1964 (la versione moderna di Bottecchia ¨¨ ancora a catalogo). Le dimensioni compatte (ripiegata la prima generazione misurava 75x60x30 cm, con un peso di 16 kg), la seduta molto verticale (dunque pi¨´ comoda), i tubi cromati, il telaio in diverse colorazioni sono alcuni degli elementi che rendono la Graziella una bicicletta di straordinaria popolarit¨¤, una vera icona del made in Italy. ( Qui l¡¯e-bike dal peso ¡°piuma¡± con tecnologie derivate dalle auto ).
LA BICI DA OFF-ROAD PRIMA DELLA MTB
¡ª ?La bicicletta come strumento del divertimento e della passione ¨¨ ben rappresentata da un nome indimenticabile per i giovani degli anni Ottanta: la ¡°Saltafoss¡±, a met¨¤ strada tra una bicicletta perfetta per l¡¯off-road e un ciclomotore (per via di alcuni dettagli di chiara derivazione motociclistica, alla base dell¡¯intero progetto).
La Saltafoss, prodotta dal 1982 da Giulio Ceriani trasformando una bicicletta in una sorta di Frankenstein che richiamasse una motocicletta, in un¡¯epoca precedente all¡¯avvento delle moderne mountain bike (di fatto apparse tra fine anni Ottanta e primi anni Novanta), ha tutte le caratteristiche per il divertimento, in particolare sugli sterrati.
La Saltafoss ¨¨ dotata di un telaio in acciaio di dimensioni compatte; al posteriore un ammortizzatore a doppia molla che permette di assorbire dossi, asperit¨¤, buche e (come suggerisce il nome) di ¡°saltare i fossi¡±. Tra i segni particolari anche la sella di lunghe dimensioni, non molto lontana da quella di un ciclomotore dell¡¯epoca, che accoglie due (o pi¨´) persone; i parafanghi; il manubrio arricchito dal numero di gara; persino un finto serbatoio.
Una storia, quella della bicicletta, che continua ad arricchirsi di novit¨¤, materiali leggeri, e nuove tecnologie. Basti pensare al rapido sviluppo delle moderne e-bike a pedalata assistita che a partire dalla met¨¤ degli anni Dieci (del nostro secolo) hanno rapidamente scalato il consenso del pubblico.
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