Doveva essere una vettura destinata a rivoluzionare il mondo del rally, ma la scomparsa del gruppo B cambi¨° tutto
Innovazione e potenza smisurata per una macchina mai nata davvero. Gi¨¤, questa ¨¨ la storia paradossale della Daihatsu Charade 926 R. Un missile promettente, creato con l'idea di passare dal gruppo A a quello B per dominare. Il progetto, per¨°, non ha trovato riscontro con la realt¨¤ a causa di un improvviso cambio di regolamento.
NOVIT¨¤
¡ª ?La casa costruttrice giapponese si era contraddistinta con la generazione di G10 concepite per il gruppo A nei primi Anni 80. Ma Daihatsu, sotto la spinta della partnership avviata con Toyota, si era spinta oltre, pensando a una macchina profondamente rinnovata anche rispetto alla versione che aveva gi¨¤ ben figurato nella stagione rallistica 1985, la Charade 926 Turbo. Primo cambiamento significativo fu il passaggio della trazione, da anteriore a posteriore, di un motore 3 cilindri da 118 cavalli, spostato all¡¯interno del bagagliaio. I 926 centimetri cubi della cilindrata permettevano di rientrare nella categoria B, il cui limite era di 928. Secondo punto: la motorizzazione era opera dell'italiana De Tomaso, che aveva gi¨¤ collaborato con la casa giapponese nel progetto della Innocenti Mini. Profondamente cambiata anche l'elettronica della gestione del motore.
RIBALTONE
¡ª ?La Charade 926 R venne presentata nell'ottobre 1985 al Motor Show di Tokyo. L'obiettivo pi¨´ o meno dichiarato di Daihatsu era quello di surclassare gli avversari con una vettura avveniristica. Tuttavia ci¨° che non era stato previsto dal costruttore era un cambio di regolamento delle competizioni: a causa di alcuni incidenti particolarmente gravi, la classe B venne considerata eccessivamente pericolosa e abolita nel 1986. La cancellazione del gruppo spinse anche a rivedere i criteri della categoria superstite, con la produzione di 5.000 vetture stradali derivate dal prototipo da gara. Di fronte a questo ribaltone, la Daihatsu prefer¨¬ accantonare direttamente la mitica Charade 926 R che rimane il simbolo di un'epopea mai nata.
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