TeatrI IN CRISI
A Milano Zelig vicino al fallimento, l'appello di Gino e Michele. A Roma lite per il Brancaccio
Zelig rischia di chiudere. Lo storico locale milanese di viale Monza 140, punto di riferimento della comicit¨¤ nazionale, potrebbe essere costretto a cambiare casa. Gino Vignali e Michele Mozzati, storici autori e gestori del locale, le stanno provando tutte per salvarlo, anzi hanno anche investito personalmente insieme a Giancarlo Bozzo per tenerlo aperto almeno fino all'estate.
zelig in liquidazione per fallimento
¡ª ?Senza il loro intervento il locale sarebbe gi¨¤ stato chiuso. Il tribunale ha infatti messo in liquidazione giudiziale per fallimento le societ¨¤ del gruppo SG tra cui c'¨¨ ZMC che corrisponde a Zelig. Per impedire che il locale di viale Monza a Milano venisse chiuso immediatamente Gino e Michele con Giancarlo Bozzo hanno costituito una societ¨¤ LeZgo Studio che ha preso in affitto il locale per sei mesi mantenendo cos¨¬ aperto lo Zelig mentre la pratica fallimentare viene espletata. In una lettera aperta alla cittadinanza, ma soprattutto ai comici che sono diventati grandi allo Zelig, i tre hanno spiegato come continueranno a gestire il locale prima della chiusura per liquidazione, quando ZMC sar¨¤ ceduto all'asta. "Vogliamo chiedere a chi ¨¨ stato reso grande da Zelig e che ha reso grande Zelig di partecipare a una serie di spettacoli realizzati apposta" hanno scritto nel loro appello.?
come salvare zelig
¡ª ?Gino e Michele sperano che LeZgo possa ottenere dal giudice la produzione esecutiva della trasmissione Zelig cos¨¬ da avere delle entrate straordinarie per mantenere in piedi l'attivit¨¤. Il marchio Zelig ¨¨ stato acquistato da Mediaset, non per¨° lo Zelig cabaret. I soldi di questo acquisto serviranno al curatore fallimentare per saldare tutti i comici che hanno lavorato allo Zelig 2022 che sono considerati dei creditori privilegiati. Gino e Michele vorrebbero restare nella storica sede di viale Monza 140 aperta da 37 anni, a malincuore sarebbero disposti a traslocare: "Ma non ¨¨ facile bisogna trovare un luogo adatto, sia di palco che di uffici e poi il pubblico ti deve seguire".
a roma il teatro brancaccio e l'eredit¨¤ contesa
¡ª ?Altra citt¨¤ e altro teatro al centro di una vicenda giudiziaria. Si tratta del famoso Teatro Brancaccio di Roma finito al centro di una disputa ereditaria. Infatti nel 2009 la principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio, a 102 anni, avrebbe scritto di suo pugno tre documenti e un testamento in cui lasciava il teatro, alcuni edifici e un terreno agricolo alla Fondazione Marcantonio Brancaccio di cui il sindaco di Roma ¨¨ presidente. Una fondazione costituita dopo un lungo periodo di transizione. A contestare il testamento della donna morta nel 2014 a 107 anni ¨¨ l'unica parente in vita Maria Luisa Bottini, pensionata settantenne che ha messo in dubbio quegli atti.
la contestazione
¡ª ?Infatti la principessa che aveva 102 anni e aveva soltanto la quarta elementare come grado massimo di istruzione, in un solo giorno, e senza l'amministratore di sostegno, avrebbe scritto ben 4 documenti di suo pugno. Il giudice ha gi¨¤ bocciato la richiesta di Bottini di ottenere l'eredit¨¤, dopo aver respinto anche le pretese di Ferdinando Massimo un lontano pronipote che sosteneva di avere un diverso testamento che lo nominava erede universale. Il Campidoglio in quel caso aveva vinto sostenendo che la principessa sorella di una soubrette del teatro, avesse voluto rispettare i desideri del marito il principe Marcantonio sposato nel 1959 quando aveva 80 anni e morto due anni dopo. Inoltre quel testamento prevede che i guadagni della fondazione vadano ai romani bisognosi. Il tribunale deve ora stabilire se fosse davvero questa la volont¨¤ della donna.
Gazzetta dello Sport
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