Pensioni, Reddito di cittadinanza e obbligo del Pos. Il governo rivede le misure in Manovra

Il ministro dell’Economia ha annunciato una serie di novità nella Manovra: salta la legge sul Pos, non ci sarà alcun tetto all’obbligo per i pagamenti digitali

La legge di Bilancio è pronta e il Governo - su qualche punto - ha fatto dietrofront. Dopo giorni di lavori quasi ininterrotti nelle commissioni parlamentari - che tra le altre cose hanno anche portato all’abbandono per protesta dei deputati del Partito Democratico e quelli del Terzo Polo di Calenda/Renzi - ieri sera il ministro Giorgetti ha chiuso cerchio e spiegato i punti fondamentali della Legge di Bilancio che sarà, tra misure bandierina e scelte condivise. Niente obbligo del Pos, aumento delle pensioni minime, taglio del cuneo fiscale, superbonus ma anche flat tax e tetto al contante.

obbligo del pos

Il primo dietrofront del Governo riguarda l’obbligo del Pos: dal prossimo anno non ci sarà alcun tetto all’obbligo per i pagamenti digitali. ? stato eliminato l’articolo 69 del disegno di legge di Bilancio che autorizzava commercianti ed esercenti a non accettare pagamenti con Pos fino a 60 euro di spesa senza poter incorrere in sanzioni. Dopo averlo promesso e ripromesso in campagna elettorale, è “bastato” l’ammonimento dell’Europa per cancellare ogni possibilità di modifica e ripristinare la norma voluta dal Governo Draghi (al quale Meloni e Fratelli d’Italia facevano opposizione). ? bene precisare, però, che di fronte alle difficoltà è stata la stessa premier a cercare un accomodamento: “Se non ci sono i margini - ha detto qualche giorno fa -, ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”. Una proposta condivisa anche dai responsabili di Abi (Associazione Bancaria Italiana), secondo un accordo tra Governo e banche è l’unica soluzione al problema. Dopo le polemiche dei primi giorni, quando la proposta era quella di alzare il tetto a 60 euro, il governo aveva ipotizzato di farlo scendere a 30. Ieri, date le evidenti difficoltà, è arrivata la decisione finale: stralciare del tutto l’articolo e lasciare tutto immutato.

tetto al contante

Dinamica simile ma con risultati differenti, invece, quella che riguarda il tetto al contante. Dopo la proposta iniziale firmata Lega di portare il tetto a 10.000 euro (erano i primi giorni di Governo eppure la campagna elettorale sembrava ancora in corso), il Governo è stato costretto a trovare un compromesso. Ieri, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che questo resterà uguale all’ultima versione passata alle cronache (e portata in Commissione): 5.000 euro a partire dal primo gennaio 2023.

cuneo fiscale

Sul cuneo fiscale, invece, la differenza tra il lordo e il netto in busta paga, ci sono alcune novità. Dopo aver confermato il del taglio voluto dal governo Draghi (2 punti per i redditi fino a 35 mila euro), Meloni aveva portato a 3 punti percentuali quello sui redditi fino a 20.000 euro. Dei tagli non proprio significativi (qualche decina di euro in più al mese), ma che soprattutto non incidevano su una grossa fetta di popolazione. Come riporta il ministero dell’Economia, infatti, il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.720. Per questo motivo, il governo Meloni ha confermato il taglio del 3% ma estendendolo ai lavoratori con un reddito fino a 25.000 euro, ampliando così la platea. In questo caso, la novità accoglie - almeno in parte - una delle richieste fatte da Confindustria per bocca del suo presidente, Carlo Bonomi, che aveva richiesto “più coraggio” alla manovra con un taglio almeno del 4% per lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro. Non è stato accontentato, ma la direzione intrapresa dal Governo sembra essere quella. Confermata invece la flat tax fino a 85.mila euro per gli autonomi così com’era stata proposta in Commissione.

decontribuzioni per under 35

La manovra contiene poi decontribuzioni fino a 8 mila euro per le assunzioni di under 35, così come aveva fortemente chiesto Forza Italia. L’idea è quella di provare a detassare quasi del tutto il lavoro giovanile, così da creare occupazione e di contro una spesa minima. Un modo per provare anche a contrastare l’inflazione in aumento.

una norma per rendere fissi i tassi dei mutui

Proprio per provare a contenere l’inflazione, la Bce ha deciso di aumentare gli interessi sui mutui a tasso variabile. Il risultato l’aumento delle rate mensili per famiglie e imprese. Il Governo, però, ha deciso di intervenire in questa questione pensando una norma che permette di trasformare i mutui ipotecari da tasso variabile a tasso fisso. Questa proposta, secondo il ministro Giorgetti “Oltre ad avere un impatto per la finanza pubblica, riguarda tanti mutui per le famiglie”.

il congedo parentale per i papà

Il Governo ha poi esteso anche ai papà il congedo parentale retribuito con un mese in più pagato all’80%. Questa misura, nella prima stesura della legge era dedicata unicamente alle madri. Oggi, invece, è stata modificata in favore dei papà, proprio come richiesto da Noi Moderati di Maurizio Lupi. Inoltre, per le famiglie dai 4 figli in su cresce del 50% l’assegno unico per le famiglie.

il superbonus 110%

La Manovra contiene anche una proroga al 31 dicembre 2022 del bonus edilizio al 110%. La decisione di far slittare il termine previsto per novembre, arriva dopo le migliaia di richieste per lo sconto arrivate troppo tardi con la conseguenza di migliaia di lavori bloccati. Per questo motivo, però, ad accedere ai crediti d’imposta saranno solamente i condomini che hanno deliberato l’avvio dei lavori entro l’11 novembre scorso. Sempre per le abitazioni, arrivano anche i bonus Iva al 50% per l’acquisto di case green, ovvero di classe energetica A o B, entro il 31 dicembre 2023 direttamente dal costruttore.

pensioni: quota 103 e opzione donna

Come promesso, il Governo ha ritoccato le pensioni minime innalzate a 600 euro per gli over 75 (questo intervento costerà allo Stato circa duecento milioni di euro) e indicizzate le pensioni del ceto medio per gli anni 2023 e 2024 da 4 a 5 volte la minima e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi. Più difficile, infine, andare in pensione in anticipo grazie a Opzione Donna. Per utilizzarla, saranno necessari uno di tre requisiti: soffrire una riduzione della capacità lavorativa (invalidità civile) in misura superiore o uguale al 74%, svolgere attività di caregiver per un genitore non autosufficiente oppure essere disoccupate. Viene però confermata la quota 103.

reddito di cittadinanza

Ancora una brutta notizia per i percettori del reddito di cittadinanza. Il governo ha ridotto da 8 a 7 i mesi in cui il Reddito sarà dato, ma solamente per quanto riguarda i percettori occupabili, che perderanno automaticamente il sostegno nel 2023 non più ad agosto ma a luglio. Dal 2024, la misura non esisterà più e sarà sostituita da una di sostegno al reddito, dedicata però solamente a chi non può lavorare. Però, la decontribuzione per chi assume percettori del sussidio sale da 6.000 a 8.000 euro.