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Gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero, le ragioni della protesta
Gli sceneggiatori americani hanno proclamato un nuovo sciopero a 15 anni di distanza dal precedente. Dopo che il contratto collettivo della categoria era scaduto da tempo, fallite le trattative con i produttori dell'Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), il sindacato della Writers Guild of America (WGA) ha annunciato che la categoria ¨¨ in sciopero da marted¨¬ 2 maggio.?
lo sciopero degli sceneggiatori
¡ª ?L'associazione degli sceneggiatori si ¨¨ mostrata compatta nelle trattative con oltre il 98% degli iscritti che ha votato a favore dello sciopero, nelle scorse settimane. Sceneggiatori e produttori trattano ormai da diverse settimane ma non ¨¨ stato possibile trovare un accordo. I produttori Warner Bros, Disney, Universal, Sony, Paramount, Prime Video e Netflix sono pronti a discutere ulteriormente e sperano di fermare lo sciopero nel giro di poche settimane senza raggiungere i 100 giorni del 2007. Si stima che il precedente scioper¨° cost¨° circa 2.1 miliardi di dollari. Inoltre c'¨¨ da considerare tutti i diversi comparti tecnici che lavorano alle produzioni, l'indotto delle citt¨¤ in cui vengono girati i diversi film e serie tv.?
un sistema cambiato
¡ª ?Rispetto al 2007 il sistema produttivo e distributivo ¨¨ profondamente cambiato, oggi ¨¨ dominato dalle piattaforme di streaming mentre 15 anni fa la televisione generalista era ancora predominate. Per questo si pensa che l'impatto dello sciopero sui rilasci possa essere diverso rispetto al passato. Infatti oggi, soprattutto le piattaforme, iniziano a girare quando le sceneggiature sono gi¨¤ pronte quindi avrebbero nei cassetti diversi film e serie tv pronti solo per essere girati. A soffrire maggiormente potrebbe essere la vecchia tv generalista con le nuove stagioni di serie tv come Grey's Anatomy, 9-1-1 o The Good Doctor che potrebbero tornare sul set per le puntate autunnali in ritardo rispetto al previsto. Non solo ma potrebbero esserci meno novit¨¤ pronte da annunciare nelle prossime settimane quando saranno presentati i palinsesti.
un lavoro precario e sottopagato
¡ª ?Proprio il mutato scenario produttivo e distributivo ¨¨ al centro delle rivendicazioni degli sceneggiatori che chiedono una maggior certezza del proprio lavoro. Infatti oggi si producono mote pi¨´ serie tv rispetto a 15 anni fa, quando ci fu il precedente sciopero, ma con un minor numero di puntate, quindi molti sceneggiatori vengono impiegati per poche settimane senza avere alcuna certezza sul futuro e avendo spesso un vincolo di esclusiva che impedisce loro di accettare altri lavori. Spesso le piattaforme chiedono le sceneggiature di tutte le puntate ancor prima di ordinare la serie, pagando per¨° gli sceneggiatori il minimo sindacale non avendo la certezza del risultato. Tra le ragioni dello scontro c'¨¨ proprio la richiesta degli sceneggiatori di un numero minimo di autori coinvolti in base alle puntate della serie e di avere un nucleo di sceneggiatori pagato anche nella fase di post produzione quindi dopo la fase di scrittura. I produttori ribattono che per le piattaforme possono trascorrere anche diverse settimane tra la sceneggiatura e lo sviluppo e che ci sono autori che scrivono una serie interamente da soli, contestando quindi queste richieste.
i guadagni successivi
¡ª ?Gli sceneggiatori poi chiedono una revisione dei loro guadagni per lo sfruttamento della serie. Infatti finora gli autori prendevano una percentuale in base ai diversi passaggi in replica. Oggi, per¨°, spesso le serie tv generano profitti e abbonamenti alle piattaforme, restando in catalogo per mesi senza che questo comporti alcun guadagno agli sceneggiatori. I produttori sono disponibili a riconoscere una percentuale agli sceneggiatori ma, come sempre accade nelle trattative, non c'¨¨ accordo sulla cifra da destinare agli autori. Sostanzialmente gli sceneggiatori ritengono che i produttori abbiano reso pi¨´ precario il loro lavoro, cercando di trasformarli tutti in lavoratori a chiamata e freelance, senza legami con gli studi e le case di produzione. La BBC ha raccolto la testimonianza di Alex O'Keefe, autore di una serie di successo come The Bear (in Italia su Disney+), che ha raccontato come molti autori siano pagati il minimo e che molti fatichino a mantenersi a Los Angeles e New York: "Io stesso ho sei dollari sul mio conto corrente" e ha raccontato come il vestito per la cerimonia di premiazione gli sia stato comprato da amici e familiari.
le conseguenze
¡ª ?La prima conseguenza dello sciopero degli sceneggiatori ¨¨ stata la sospensione dei programmi di seconda serata, i cosiddetti Late Show americani che sopravvivono grazie alle battute scritte da sceneggiatori sottopagati. In futuro, se lo sciopero dovesse durare a lungo, la tv americana potrebbe riempirsi di reality oppure di produzioni importate dall'estero. Altre conseguenze sono imprevedibili, visto che ¨¨ impossibile sapere quanti e quali sceneggiatura abbiano gi¨¤ pronte le varie produzioni.
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