Gli sprinter che hanno appena disputato i Campionati Europei di atletica leggera di Berlino sono atleti che, sul piano nutrizionale, hanno un ricambio proteico molto accentuato rispetto non solo a chi ha uno stile di vita sedentario, ma anche a chi pratica altre tipologie di sport. Ma l¡¯italiano Tortu come si comporta a tavola?
[tps_title]Il fabbisogno del centometrista [/tps_title]
Sono appena terminati gli Europei di atletica leggera 2018 che si sono tenuti a Berlino. Delusione per l'Italia dalla?staffetta 4x100 maschile: la squadra trainata da Filippo Tortu, ultimo frazionista, ¨¨ stata?squalificata?in semifinale per un cambio in ritardo. Un risultato che lascia l'amaro in bocca dopo la lunga preparazione per questo appuntamento.
Ma quali sono le caratteristiche dell¡¯allenamento dei centometristi? Questi atleti sfruttano le loro capacit¨¤ aerobiche di base ma, nel contempo, attingono fortemente alla componente anaerobica. Questo fa s¨¬ che, in base alle metodologie classiche di allenamento, le loro sedute di training siano caratterizzate anche da forza, esplosivit¨¤ e potenza. Per questo gli allenamenti quotidiani, a volte, raddoppiano, imponendo all'atleta uno sforzo atletico ¡°extra¡± che esige un'alimentazione con carichi proteici sempre molto elevati.
Per uno sprinter come Tortu, l¡¯obiettivo principale ¨¨ quello di cercare di mantenere la glicemia stabile per tutta la giornata, soprattutto prima della gara. Inoltre, pi¨´ la corsa ¨¨ breve e pi¨´ bisogner¨¤ arrivare al momento dello start liberi dai processi digestivi. Un atleta di 100 metri, dunque, dovr¨¤ mangiare almeno minimo tre ore prima di inginocchiarsi sui blocchi, per fare in modo di apportare, attraverso il sangue, la massima quantit¨¤ di ossigeno nei muscoli.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]A tavola con Filippo Tortu [/tps_title]
Di Filippo Tortu, per la verit¨¤, non sappiamo granch¨¦ riguardo alle sue abitudini alimentari. In una recente intervista alla Gazzetta, ad esempio, ha dichiarato di aver provato uova strapazzate per colazione, ¡°ma ¨C ha spiegato - sono piene di cipolle, per questo io preferisco pane, marmellata, frutta e succo di arancia¡±. Ora, Filippo Tortu non ¨¨ certo l'unico a non gradire la cipolla, ma per un atleta di questo tipo ¨¨ importante inserire nella colazione una fonte proteica per evitare un innalzamento sconsiderato della glicemia nel sangue con un'alterazione conseguente dell'insulinemia ed il rischio di restare senza zucchero nel sangue. Mi auguro che il campione Tortu faccia un percorso ¡°diverso¡± rispetto ai protocolli alimentari classici, ovvero quelli che impongono una dieta ricca di carboidrati ad alto indice glicemico. Spero invece rappresenti un'eccezione anche a tavola e sappia bilanciare i propri ormoni all'interno del suo pasto per migliorare la sua performance.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]Tortu: l'allenamento che non fa male [/tps_title]
Filippo Tortu ¨¨ un atleta che - dopo aver vinto tanto nelle categorie minori - ha continuato ad essere un campione anche tra i professionisti. Una longevit¨¤ agonistica piuttosto rara nell'atletica leggera italiana, dove molti talenti, nel gran salto tra i professionisti, si perdono anche per colpa di una serie di gravi infortuni che ne compromettono l'ascesa. Infortuni non casuali, ma spesso figli di carichi di lavoro eccessivi che l'atleta affronta dopo i training pi¨´ leggeri dell'attivit¨¤ giovanile, quando allo sport si alterna la scuola e lo svago. Filippo Tortu, invece, neppure oggi utilizza carichi di lavoro eccessivi. La sua preparazione contempla tanto riposo e niente bilancieri (al massimo lavora con un carico di 80 chili, contrariamente ai 200 chili utilizzati, ad esempio, dagli sprinter giamaicani alla Bolt, ma anche dal nostro Pietro Mennea). Tortu sta facendo un percorso diverso che ci deve far riflettere e che dovrebbe essere preso ad esempio¡
? RIPRODUZIONE RISERVATA