ALIMENTAZIONE
Integratore di vitamina D, quando pu¨° essere utile? Qual ¨¨ il migliore?
Potrebbe essere definita la vitamina dellĄŻanno del Covid: della vitamina D, la 'vitamina del sole', si era parlato poco finch¨Ś alcuni studi non lĄŻhanno associata ad un possibile effetto di contrasto alle forme pi¨´ gravi della malattia causata dal coronavirus Sars-CoV-2. Ora che si ¨¨ riscoperta lĄŻimportanza di questa vitamina-ormone, cĄŻ¨¨ chi si domanda se possa essere utile assumerla attraverso un integratore.?Lo abbiamo chiesto al dottor Stefano Frara, endocrinologo presso lĄŻIRCCS Ospedale San Raffaele e ricercatore presso lĄŻUniversit¨¤ Vita-Salute San Raffaele a Milano.
Innanzitutto, di che cosa parliamo quando parliamo di vitamina D?
"La vitamina D non ¨¨ solo una vitamina: in realt¨¤ ¨¨ un ormone vero e proprio, un ormone steroideo, che deriva dal colesterolo. Questo ci fa capire perch¨Ś ¨¨ contenuta in certi alimenti grassi come lĄŻolio di fegato di merluzzo, le uova, i pesci grassi (come lo sgombro e il salmone), i crostacei. La sintesi di questa vitamina-ormone parte a livello cutaneo in seguito allĄŻesposizione ai raggi ultravioletti, esposizione sufficiente in teoria per un breve periodo, di trenta minuti al giorno. Questa indicazione, per¨°, vale solo a determinate latitudini, entro il 35Ąă parallelo. In Italia siamo ad una latitudine tale per cui lĄŻesposizione solare in inverno non ¨¨ sufficiente a permetterci di produrre adeguati livelli di vitamina D".
E lĄŻassunzione a livello alimentare non soddisfa il fabbisogno di vitamina D?
"No. Si stima che circa lĄŻ80% della vitamina D circolante derivi dalla sintesi a livello cutaneo, mentre solo il 20% sia di origine alimentare".
Quali sono le funzioni della vitamina D e quali conseguenze pu¨° avere una sua carenza?
"La vitamina D ¨¨ fondamentale per la salute scheletrica. E questo vale per tutte le et¨¤, perch¨Ś la carenza di vitamina D nel bambino provoca il rachitismo, ma serve poi durante tutte le fasi della vita per mantenere una buona salute scheletrica durante lĄŻet¨¤ adulta, che ¨¨ il momento in cui si prepara la massa ossea necessaria anche in vecchiaia, in funzione preventiva rispetto ad una possibile osteoporosi in et¨¤ avanzata, come frequente nelle donne in menopausa. Durante le fasi pi¨´ anziane, oltre ad essere terapia fondamentale per contrastare lĄŻosteoporosi, pu¨° anche determinare la osteomalacia, pi¨´ rara, associata a dolori osteoarticolari diffusi che provoca alterazioni della mineralizzazione ossea tali da determinare incurvature delle ossa e maggiore propensione alla fragilit¨¤ e, di conseguenza, alle fratture. La vitamina D ha anche funzioni sullĄŻapparato muscoloscheletrico, sulla salute muscolare. Un soggetto con ipovitaminosi D di solito ha poca massa muscolare, detta anche sarcopenia, condizione frequente nell'anziano fragile. Questo perch¨Ś spesso un muscolo fragile si accompagna ad un osso fragile".
La vitamina D ha anche un effetto diretto sulle difese immunitarie?
"Sicuramente. Modula il sistema immunitario e l'ipovitaminosi D potrebbe essere anche associata ad una maggiore gravit¨¤ di malattia nel Covid, anche se al momento ci sono solo dati preliminari a riguardo. Uno studio spagnolo ha associato una minore severit¨¤ di malattia in pazienti che venivano trattati con una forma attiva di vitamina D ad altissimi dosaggi, sovrafisiologici, per cui non possiamo ancora affermare che la vitamina D sia una terapia per il Covid. Ma la vitamina D ha anche tutta una serie di effetti protettivi, seppure non forti, anche come antitumorale. Ci sono dati, che sono molto complessi da interpretare, in cui per¨° sembra prevenire lĄŻinsorgenza di tumori frequenti come il cancro alla mammella e al colon".
Sotto quali forme la vitamina D si trova in commercio, come integratore?
"La forma pi¨´ comunemente utilizzata e pi¨´ consigliata da linee guida e da nota Aifa che ne determina la prescrivibilit¨¤ e la rimborsabilit¨¤ ¨¨ il colecalciferolo, la vitamina D3. Il colecalciferolo ¨¨ uguale alla forma di vitamina D che noi produciamo a livello cutaneo e va considerato come la vitamina D i cui effetti si possono svolgere solo mediante attivazione, che avviene attraverso passaggi a livello epatico e renale. Nei pazienti con problemi epatici ¨¨ bene dare il calcifediolo. Ma proprio perch¨Ś la stragrande maggioranze delle persone non ha patologie epatiche e renali ed ¨¨ quindi in grado di attivare la vitamina D lĄŻintegratore pi¨´ utilizzato ¨¨ la D3 o colecalciferolo".
Quindi se una persona non ha queste patologie dovrebbe assumere integratori di vitamina D?
"S¨Ź se ha livelli di partenza bassi. E' importante valutare con il proprio medico curante l'opportunit¨¤ di dosare, attraverso un semplice esame del sangue, i livelli di vitamina D circolante. ? sicuramente indicato valutare i livelli di vitamina D anche nei soggetti che possono avere malassorbimento (come celiachia o malattie intestinali croniche)".
Ci sono dei rischi da eccesso di vitamina D?
"Ci potrebbero essere dei rischi che con il colecalciferolo sono molto rari. Si tratta dellĄŻintossicazione da vitamina D che determina ipercalcemia, un aumento dei livelli sierici di calcio, con possibili eventuali conseguenze a livello cardiaco, perch¨Ś pu¨° alterare il ritmo cardiaco. Ma ¨¨ un evento molto raro con il colecalciferolo. Discorso diverso per il calcitriolo, la cui finestra terapeutica ¨¨ molto ristretta e sarebbe pi¨´ facile intossicazione. Di solito, per¨°, lĄŻintegratore che viene venduto ¨¨, come abbiamo visto, la vitamina D3 o colecalciferolo. Pu¨° invece essere dannoso assumere il colecalciferolo in una dose unica ad alto dosaggio ogni tre o sei mesi, a somministrazione orale o iniettiva, come si faceva un tempo: questo pu¨° infatti provocare un aumentato rischio di caduta e frattura".
Nel caso sia necessaria una integrazione, per quanto tempo ¨¨ bene proseguirla?
"Partendo con un esame del sangue si dovrebbe controllare dopo tre-sei mesi di aver ripristinato i livelli corretti di vitamina D".?
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