"Questo tipo di dieta non ¨¨ solo accessoria. Quando i soggetti sentono i sintomi ¨¨ bene iniziarla subito", ha spiegato a Gazzetta Active il dottor Sukkar, primario e autore dello studio del Policlinico San Martino di Genova
Una dieta chetogenica pu¨° ridurre la mortalit¨¤ e il rischio di ricovero in terapia intensiva nei pazienti affetti da Covid-19. "Abbiamo potuto osservare che questo tipo di dieta non ¨¨ solo accessoria, ma assume una valenza antinfiammatoria quasi simile a quella dei farmaci anti-citochine", spiega a Gazzetta Active il dottor Samir Giuseppe Sukkar, primario di Dietetica e Nutrizione Clinica dellĄŻOspedale Policlinico San Martino di Genova. Leggi anche i consigli di LeiTv.
Proprio qui, al Policlinico San Martino, ¨¨ in corso un trial, guidato dal dottor Sukkar, per verificare come una dieta chetogenica (ovvero con un basso apporto di carboidrati ed un alto apporto di lipidi, intesi come grassi buoni) in pazienti affetti da coronavirus possa contribuire alla riduzione della mortalit¨¤ e della necessit¨¤ di ricovero in terapia intensiva di questi soggetti.
Come mai vi siete concentrati sulla dieta chetogenica?
"Nel mese di marzo mi sono concentrato su un eventuale supporto nutrizionale dal punto di vista immunomodulatore. In particolare ho considerato una possibile ipotesi di trattamento e mi sono accorto che allĄŻepoca stavano emergendo dati sul fatto che la sindrome da Covid che portava alla morte e al ricovero era la tempesta o sindrome citochinica. Questa evidenza era emersa in uno studio pubblicato su Lancet alla fine di febbraio. Ho cos¨Ź voluto vedere che cosa scateni la tempesta citochinica. A provocarla ¨¨ lĄŻiperattivazione dei macrofagi M1, cellule infiammatorie che si trovano nellĄŻalveolo polmonare allo stato di quiescenza e che si attivano nel momento in cui arriva un virus. Questo stato di attivazione porta ad una cascata di citochine. La cosa interessante ¨¨ che andando a verificare dal punto di vista metabolico perch¨Ś accade questo si nota lĄŻeffetto Warburg, una caratteristica di determinate cellule il cui metabolismo ¨¨ quasi esclusivamente glicolitico: utilizzano esclusivamente lo zucchero".
Da qui la decisione di limitare lĄŻapporto di glucosio nella dieta dei pazienti?
"S¨Ź. La tempesta citochinica porta all'attivazione di macrofagi M1 il cui metabolismo ¨¨ esclusivamente glicolitico: utilizzano solo il glucosio per produrre energia. Quindi se si riduce il glucosio come fonte energetica primaria del paziente riduciamo anche il nutrimento per gli M1. Di conseguenza una dieta chetogenica, apportando una quantit¨¤ di glucosio inferiore a 30 grammi al giorno, porta ad una minore disponibilit¨¤ di nutrienti per i macrofagi M1, li affama. In questo modo si ferma l'iperattivazione dei macrofagi. Non solo. Fornire una quantit¨¤ elevata di grassi rispetto agli zuccheri facilita anche il processo di guarigione. Questo perch¨Ś i macrofagi M2, macrofagi spazzini, sono cellule voraci di grassi, che utilizzano come fonte energetica. Quindi con la chetogenica da un lato affamiamo i macrofagi M1 e dallĄŻaltro favoriamo lĄŻazione positiva degli M2. Se poi la dieta chetogenica ¨¨ ricca anche di acidi grassi omega 3 ¨¨ ancora meglio perch¨Ś questi riducono lĄŻinfiammazione, spegnendo il processo infiammatorio".
Nel vostro studio, quali effetti avete notato?
"Di fatto questa dieta ¨¨ fortemente coadiuvante della guarigione del Covid-19 e ha avuto un effetto su 38 pazienti comparati a 76 pazienti che non avevano seguito questo regime alimentare. Abbiamo avuto una riduzione significativa della mortalit¨¤ per Covid e del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Tutto questo ha un grande rilievo dal punto di vista terapeutico perch¨Ś la dieta cos¨Ź non ¨¨ pi¨´ solo accessoria, ma assume una valenza antinfiammatoria quasi simile a quella dei farmaci anti-citochine. Quindi non ¨¨ solo una terapia di supporto come lĄŻassunzione di vitamina D o vitamina C".
Esattamente una dieta chetogenica come quella seguita da voi in che cosa consiste?
"La definirei meglio come dieta chetogenica mediterranea. Prevede molta frutta e, soprattutto, verdura, pesce, olio extravergine di oliva (anche 60-70 grammi al giorno), uova, frutta secca e semi oleaginosi".
Pu¨° essere utile anche in fase preventiva?
"No, ma nel momento in cui i soggetti iniziano a sentire i sintomi ¨¨ bene iniziare subito. Di certo per la prevenzione ¨¨ fondamentale calare di peso. Il Covid ¨¨ una malattia in cui diabete, obesit¨¤ e ipertensione sono fattori di rischio importanti. Questo perch¨Ś l'attivazione dei macrofagi e dei leucociti ¨¨ maggiore laddove cĄŻ¨¨ una tendenza alla infiammazione, presente in questi tre casi. Un calo ponderale ¨¨ sicuramente una buona misura preventiva".
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