L'allarme delle associazioni dei consumatori. "Coi raid della Russia sul grano, si rischia l'impennata dei prezzi"
Secondo l'associazione no profit per la tutela dei consumatori?Assoutenti, i consumatori potrebbero subire presto le conseguenze dell'aumento dei prezzi del grano 2023 sui mercati internazionali, che minaccia di provocare un'impennata dei costi?di pasta e derivati del grano. "Lo stop della Russia all'accordo Onu per l'export alimentare dell'Ucraina" ha spiegato all'Ansa?il presidente Furio Truzzi e "i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano e il crollo della produzione fino al -60% per gli effetti del clima, rischiano di scatenare uno tsunami che si riverser¨¤ direttamente sulle tasche delle famiglie." Le previsioni parlano di un aumento del 10% nei prodotti al dettaglio, inclusi pane, pasta e cracker.
Prezzo del grano 2023: incide il no di mosca
¡ª ?Il Cremlino ha negato l'intesa che avrebbe permesso all'Ucraina di esportare il proprio grano in sicurezza attraverso il Mar Nero.?"La decisione della Russia di interrompere l'accordo del grano ¨¨ l'ulteriore prova su chi ¨¨ amico e chi ¨¨ nemico dei paesi pi¨´ poveri. Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un'arma ¨¨ un'altra offesa contro l'umanit¨¤", ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.?"L'accordo sul grano ¨¨ sospeso", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.?E la decisione ¨¨ "definitiva", ha riportato l'agenzia Tass. Dall'Onu parole di netta condanna:?"Disapproviamo la decisione unilaterale della Russia di ritirarsi dall'Iniziativa del grano del Mar Nero, nonostante gli sforzi del nostro alleato, la Turchia, e dell'Onu. La guerra illegale della Russia contro l'Ucraina continua a danneggiare milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo", ha scritto in un tweet Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
conto salato
¡ª ?Tutto ci¨° si rifletter¨¤ presto sul portafogli degli italiani. Secondo i calcoli di Assoutenti, una famiglia media spende 1.320 euro l'anno in prodotti derivati dal grano: pane, pasta, crackers e altri alimenti. Un eventuale aumento del 10% dei prezzi al dettaglio comporterebbe un aggravio di spesa annuo di circa 130 euro a nucleo familiare.?Il prezzo della pasta, oggi attorno ai 2,09 euro al kg, salirebbe ad una media nazionale di 2,29 euro. Il prezzo del pane, invece, passerebbe dagli attuali 3,9 euro al kg ai 4,3 euro al kg. Stando ai dati ufficiali forniti dal Mimit, le citt¨¤ dove la pasta costa di pi¨´ in Italia sono Pescara, con una media di 2,50 euro al kg, seguita da Cagliari, Genova e Macerata con 2,37 euro al kg. Poi ci sono?Venezia (2,35 euro), Ravenna e Forl¨¬ (2,31 euro), Modena e Pordenone (2,30 euro). La citt¨¤ pi¨´ economica per maccheroni e spaghetti ¨¨ Cosenza con una media di 1,47 euro/kg, seguita da Benevento (1,48 euro), Palermo (1,49 euro), Catanzaro (1,53 euro) e Siracusa (1,54 euro).
il dilemma della gdo
¡ª ?? un aumento che rischia di abbattersi sui consumatori, messi gi¨¤ a dura prova dal caro-bollette e dall'inflazione galoppante. Bisogner¨¤ capire se la grande distribuzione riuscir¨¤ ad assorbire gli aumenti, anche solo parzialmente, rinunciando ai propri margini di guadagno, o se invece decider¨¤ di scaricare i maggiori costi della materia prima direttamente sui clienti finali. Molto tuttavia dipender¨¤ dagli sviluppi del conflitto in Ucraina e dall'andamento climatico nei prossimi mesi.
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