l'intervista
Mariani: "Io nato con una gamba ho fondato la Roma Calcio Amputati. Mi allenerei con CR7 e Totti"
Un ragazzo "in gamba". Cos¨¬ ama definirsi Arturo Mariani, nato nel 1993 con una gamba sola, oggi mental coach, speaker motivazionale e fondatore e capitano della Asd Roma Calcio Amputati. Arturo e il calcio sono legati da sempre. Ha iniziato a calciare il pallone insieme ai primi passi, a due anni, grazie a una protesi che gli permetteva di camminare ma che era anche ingombrante, scomoda e dolorosa. Il suo stadio era il terrazzo di casa, o la strada.
Dove trovavi la forza per sopportare la protesi e giocare a calcio?
"Devo tutto ai miei genitori. Loro hanno detto ¡°s¨¬¡± dopo tre mesi di gravidanza quando hanno saputo della mia condizione e, da quando sono nato, mi hanno trasmesso la forza e l¡¯amore che mi hanno accompagnato per tutta la vita. Ogni volta che uscivo per giocare a calcio era una guerra. Tornavo a casa pieno di graffi e ferite. Ma da piccolo te ne freghi, la passione supera tutto. Che poi anche da grande le cose non sono cambiate¡ ".
Qualcosa ¨¨ cambiato, per¨°¡
"S¨¬. A 18 anni ho tolto la protesi, mi sono liberato di quella gabbia che non mi permetteva di essere libero e di giocare a calcio nella tranquillit¨¤ e serenit¨¤ che avevo sempre sognato. I miei movimenti erano limitati. Giocavo da fermo. Ricordi gli ultimi anni della carriera di Francesco Totti? Tutti lo prendevano in giro dicendo che giocava da fermo. Ecco, io mi sentivo come lui. Giocavo da fermo, al volo. Poi a 18 anni con le stampelle ho scoperto un mondo. Si pu¨° fare tutto: correre pi¨´ velocemente, fare acrobazie, palleggiare, essere pi¨´ libero in campo¡ e nella vita. Cos¨¬ ¨¨ iniziata la mia seconda vita, la mia vera vita".?
Oltre al calcio, hai sempre avuto un grande rapporto con lo sport?
"A tre anni ho iniziato nuoto che ho praticato?fino ai 17. Nel frattempo ho provato basket, pallavolo. Ma alla fine il cuore ti porta sempre dove ¨¨ la passione: il calcio. Io per¨° al massimo partecipavo ai tornei parrocchiali o per strada. A 18 anni vidi poi per caso un servizio al tg dove si parlava di una squadra africana e giocavano tutti con le stampelle, con una gamba sola. Da l¨¬ ho iniziato a fare ricerche su internet finch¨¦ ho trovato Francesco Messori, un bambino di 11 anni nato con una gamba sola e con il sogno di giocare a calcio. Aveva creato un gruppo su Facebook 'Calcio Amputati Italia' e stava reclutando ragazzi con un¡¯amputazione, una malformazione o un¡¯agenesia, per giocare a calcio. Mi avvicinai a questo movimento e feci il primo ritiro. Pochi mesi dopo venne ufficializzata la Nazionale e nel giro di un anno, nel 2014, abbiamo giocato il mondiale il Messico. In due/tre anni ci siamo ritrovati immersi in una realt¨¤ pazzesca e ho iniziato a fare i primi tornei con normodotati".?
Da qui nasce l¡¯idea di fondare la tua societ¨¤ calcistica?
"La Nazionale ¨¨ nata nel 2012 ma fino a tre anni fa non esisteva un campionato di calcio amputati nato poi attraverso la FISPES. Mi sono allontanato dalla Nazionale e ho preso due anni sabatici. Ma nella testa c¡¯era l¡¯idea persistente di fondare la Roma. L¡¯unica cosa che mi frenava era il fatto che fosse davvero un progetto molto grande. A ottobre gli astri si sono allineati (ride, ndr). Mi sono seduto con mio padre e ho detto: '? arrivato il momento di creare la squadra di Roma'. Da una chiacchierata con la mia famiglia ho deciso di assumere questa responsabilit¨¤, perch¨¦ ¨¨ un onere e un onore. Abbiamo iniziato dalle basi, creando una struttura societaria, uno staff dirigenziale di un certo tipo. Simone Perrotta e mio padre presidente. Tutti professionisti. Non volevo pensarla a livello dilettantistico. Doveva essere qualcosa di grande! E lo ¨¨ stato. Grazie soprattutto a mio padre, che non ringrazier¨° mai abbastanza".
E qualche giorno fa c¡¯¨¨ stata la presentazione in Campidoglio¡
"Esatto. L¡¯idea era di fare qualcosa fuori dalle righe, non istituzionale. Un messaggio rivolto alle persone che sono dentro casa e non hanno la forza di uscire e di reagire. La vittoria pi¨´ grande ¨¨ stata quella di far avvicinare non solo persone amputate ma anche con altre disabilit¨¤, che hanno voglia di ripartire. Per me anche solo una persona che si avvicina a questo movimento e dice 'voglio mettermi in gioco' ¨¨ una vittoria assoluta. E devo ringraziare anche tutte le grandi aziende e i grandi marchi che ci stanno sostenendo".?
Guarda indietro, a quell¡¯Arturo con la protesi. Quanta strada hai fatto¡
"C¡¯¨¨ stato un lungo processo che mi ha portato a guardarmi in faccia e allo specchio. A togliere quelle maschere e gabbie che mi portavano a essere qualcuno che non ero. Ho vissuto 18 anni fingendo di avere due gambe. Ho vissuto 18 anni dicendo di non avere una gamba. A un certo punto ho cambiato linguaggio. Oggi non dico pi¨´ 'senza una gamba' ma 'con una gamba'. Mi sono chiesto, 'con una gamba cosa posso fare? Quali sono le mie possibilit¨¤?' E da l¨¬ mi si ¨¨ aperto un mondo. Anche il mio percorso lavorativo come coach, speaker motivazionale ¨¨ partito da l¨¬. Raccontare una difficolt¨¤ che poi ¨¨ diventata una possibilit¨¤".??
Un atleta con cui ti piacerebbe allenarti?
"A livello agonistico Cristiano Ronaldo, per me lui ¨¨ l¡¯atleta doc, il modello di atleta, una macchina vivente. A livello affettivo ovviamente Francesco Totti".?
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