Lo schiacciatore, appena passato da Trento a Perugia: “Dobbiamo riuscire a isolarci, come ai Giochi, pensare a una gara per volta, ma ricordandoci che tutti i punti saranno utili”. L’esordio il 9 con il Giappone al Foro Italico: “Ambiente fantastico, ma occhio alla luna...”
“Il Mondiale ¨¨ un torneo molto lungo, logorante: per arrivare fino in fondo bisogner¨¤ riuscire a dosare bene le forze”. L’Italia si avvicina a grandi passi alla rassegna iridata e per Filippo Lanza gli azzurri devono guardare alle lezioni imparate nel recentissimo passato: quelle positive, ma anche quelle negative. “Ai Giochi di Rio eravamo stati bravi a pensare una partita alla volta”, dice il 27enne schiacciatore appena passato da Trento a Perugia. “Prima di arrivare ai quarti ci sono tantissime partite, due gironi. Al Mondiale in Polonia era andata male, ma proprio l¨¬ avevamo imparato che ogni punto conquistato ¨¨ importante, perch¨¦ te lo porterai dietro. All’Olimpiade eravamo stati bravi anche a isolarci, a non farci condizionare dall’ambiente esterno”.
Filippo Lanza fa le valige per Cavalese
CASA —
In un Mondiale che si gioca in casa, per¨°, ¨¨ molto pi¨´ difficile evitare contatti con il mondo: “Il Mondiale ¨¨ sempre un evento unico, speciale, in pi¨´ giochiamo in casa. Dovremo essere bravi a trovare il giusto equilibrio tra la pressione per la vittoria e il dovere di giocare bene, provando a isolarci da quello che i media diranno di noi. Dovremo restare uniti e non pensarci, anche se so che non sar¨¤ facile. Al massimo la sera ritiriamo i telefoni...” Gli azzurri esordiranno il 9 al Foro Italico di Roma con il Giappone. “Nelle due esperienze precedenti – ricorda Lanza – sono stato sia spettatore che protagonista. Con la Polonia l’ho vista da tifoso, con il Brasile l’ho giocata. Per la gente la partita al Foro Italico ¨¨ bellissima, giocarla un po’ pi¨´ complicato. E’ all’aperto, c’¨¨ un po’ di vento, hai punti di di riferimento diversi”. E la luna... “Mi ricordo che in battuta quando lanciavi in aria vedevi luna e palla: non sai quale prendere. Ma quella luce soffusa, l’ambiente, un avversario ostico e rognoso: esordio pi¨´ bello non poteva esserci”. Lanza, che Honda ha scelto assieme a Matteo Piano come testimonial della Nazionale, presentandoli oggi a Roma con due macchine belle e soprattutto comode, sa bene anche che un Mondiale in casa rappresenta una vetrina unica per il movimento: “Un’ottima occasione per andare a giocare nelle pi¨´ belle citt¨¤: Roma, Torino, Milano, Firenze. Quest’ultima, che non ha la Serie A, ci ha accolto sempre con dei pienoni. La mia Verona? Un pensierino a un match nell’Arena lo avevo fatto, sar¨¤ per la prossima volta... Noi giocatori siamo gli attori dello spettacolo e dobbiamo essere bravi a trasmettere il nostro entusiasmo alla gente. E al di l¨¤ del risultato che arriver¨¤, che ¨¨ fondamentale, ci sar¨¤ tanta gente che si innamorer¨¤ di questo sport per quello che sapremo esprimere in partita”.
Filippo Lanza, classe 1991, secondo Mondiale per lui
OBIETTIVO —
Il 15 a Firenze nella terza partita la sfida all’Argentina di Julio Velasco: “Profondo rispetto e riconoscenza per una delle figure centrali della storia della nostra pallavolo. Ma ora la nuova pallavolo siamo noi”. E con quali obiettivi, personali e di squadra? “Io sto cercando di lavorare per riuscire a isolare ogni allenamento dall’altro. Non devo portarmi dietro una brutta prestazione o l’errore, ma ricominciare da capo: Ricordarlo e pensarci per trovare una soluzione, senza trascinarmelo dietro come un peso, ma vederlo come occasione per migliorare. E’ questa solitamente la differenza tra un bravo e un cattivo giocatore. Come squadra il podio ¨¨ un’ambizione. Vorremmo arrivarci - chiude Lanza - e portare beneficio a tutto il movimento”.
Roberto Parretta
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