L’allenatore ora in Polonia allo Jastrzebski, analizza personalit¨¤ e numeri di Bruno, Christenson, De Cecco e Giannelli. “L’azzurro ¨¨ il migliore a muro, Christenson meglio in battuto, Bruno e De Cecco delle garanzie nella gestione della partita”
Luciano De Cecco, 29 anni, in azione durante la semifinale contro Trento
Semifinali scudetto al punto di svolta. Domenica gara-4 rappresenta l’ultima chiamata per Modena e Trento (sotto 2-1 nella serie) mentre per Civitanova e Perugia ¨¨ il primo match point con la certezza di un'eventuale gara-5 da giocarsi poi in casa la settimana successiva. In una fase cos¨¬ delicata della stagione molto delle fortune delle squadre passa dalla gestione del match dei palleggiatori. Gli atleti che in campo toccano il maggior numero di palloni. E i quattro registi impegnati in queste semifinali rappresentano un gustoso antipasto dei Mondiali che si svolgeranno in Italia e Bulgaria nel prossimo mese di settembre. L’azzurro Simone Giannelli guida Trento, il brasiliano Bruno ¨¨ il capitano di Modena, l’argentino De Cecco ¨¨ il cervello di Perugia mentre l’americano Christenson dirige il gioco di Civitanova. Ferdinando De Giorgi, ora allenatore in Polonia dello Jastrzebski e da giocatore tre volte campione del mondo con l’Italia, racconta e spiega i quattro giocatori con peculiarit¨¤ e caratteristiche principali. Valutazioni che partono da un presupposto fondamentale: “? un piacere per gli occhi vederli giocare. Sono quattro top player del ruolo”.
carta d’identit¨¤Quello del palleggiatore ¨¨ un ruolo che prevede un lungo processo di maturazione raggiunto attraverso l’esperienza. “A modo loro sono differenti: Bruno e De Cecco sono due 30enni (il primo 29 anni, il secondo 32, ndr) che hanno maturato una grande esperienza. La capacit¨¤ di accumulare partite in questi contesti pu¨° fare la differenza. E in questo al momento Bruno e De Cecco ne hanno di pi¨´. Giannelli e Christenson sono pi¨´ giovani, ma fanno parte di quella generazione di atleti che hanno bruciato le tappe arrivando gi¨¤ a 21 e 24 anni con un bagaglio importante: hanno gi¨¤ vinto una medaglia olimpica da protagonisti”.
scuoleI 4 palleggiatori delle semifinali scudetto rappresentano tre grandi scuole nel ruolo, tre diversi modi di interpretarlo. “Tecnicamente Bruno e De Cecco sono pi¨´ vicini per caratteristiche, sono pi¨´ talentuosi nell’uscita della palla dalle mani. Rispecchiano la scuola sudamericana, mentre Christenson proviene dalla scuola americana che se vogliamo ¨¨ pi¨´ razionale. Infine Giannelli che rappresenta la scuola italiana, pi¨´ aperta a scuole diverse anche perch¨¦ abbiamo avuto diversi tecnici stranieri e quindi abbiamo preso diverse influenze”. Scuole che hanno tracciato le basi del loro stare in campo, ma poi ognuno di loro ha sviluppato peculiarit¨¤ uniche facendosi preferire chi in uno che nell’altro fondamentale. “In battuta tutti e quattro sanno farsi valere. Una nota di merito va a Micah Christenson, molto bravo a variare la tipologia di battuta. Con la stessa rincorsa ¨¨ capace di passare dalla battuta in salto spin a quella salto float. Questo spesso mette in difficolt¨¤ la ricezione dell'avversario. Invece per quanto riguarda il muro Simone Giannelli sembra quello pi¨´ forte, ma anche Christenson si fa sentire”. Tutti per¨° si fanno apprezzare per impegno. “Gli possiamo dare un “8 volitivo” per come interpretano il fondamentale. Tutti in seconda linea provano a dare il loro contributo, sono encomiabili”.
condizione fisica Ma secondo Ferdinando De Giorgi, 56enne tecnico che ha vinto il suo primo Mondiale a 29 anni nel 1990, il trentino e l’americano hanno ancora praterie del loro talento da esplorare. “Sia Giannelli che Christenson sono cos¨¬ giovani che hanno margine di miglioramento, in qualit¨¤ e gestione della squadra”. L’occhio del tecnico si sofferma poi su un fattore importante nell’economia dei successi di una stagione – al momento una coppa Italia e una Supercoppa oltre a una Final Four di Champions conquistate – da parte di Perugia. “De Cecco ha fatto grandi passi avanti soprattutto nell’aspetto fisico. Il suo atteggiamento in campo sembra diverso. Ho l’impressione che il suo talento sia messo pi¨´ a disposizione del gioco di squadra, sacrificando a volte il gesto spettacolare”. E nel tentativo di ribaltare una serie playoff: meglio Giannelli o Bruno? “Il trentino potr¨¤ mettere la sua incoscienza in questa ricerca mentre Bruno, dalla sua, potr¨¤ provare a giocarsi la carta dell’esperienza nella gestione di questi momenti. Due punti di partenza diversi dove bisogner¨¤ capire quanto potr¨¤ pesare il loro ruolo. In certe situazioni pu¨° arrivare a spostare l’esito del 90%”. I “cervelli” di Italia, Argentina, Brasile e Usa sono pronti a giocarsi il biglietto per la finale scudetto.
Davide Romani
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