il paragone
Il trampolino di lancio col trionfo in Davis: Sinner 2023 come Djokovic 2010. E l'Italia sogna
Era il 5 dicembre 2010, quando Novak Djokovic vinse la sua prima, e fino ad ora unica, Coppa Davis. Sono passati 13 anni, lui ¨¨ ancora l¨¬, ma da qualche giorno il serbo ha scoperto che da ora in poi, nella sua strada verso nuovi, incredibili traguardi, record e successi, ci sar¨¤ Jannik Sinner. Lo ha battuto due volte in poco tempo, l'azzurro, tre se contiamo anche il doppio decisivo della semifinale contro la Serbia, e nessuno meglio di Nole sa quanta spinta dia, una Coppa Davis vinta. Gi¨¤, perch¨¦ un mese e mezzo dopo quel 5 dicembre 2010, quando a Belgrado esplose la piazza in onore degli eroi,? nel caldo australiano di Melbourne, nel gennaio 2011, nacque RoboNole, l¡¯incredibile macchina da tennis che abbiamo imparato ad ammirare e che ha cambiato la storia del tennis. Non fu un¡¯esplosione improvvisa, ma avvenne piano piano, come quella di Jannik.??
il parallelo
¡ª ?Certo, Djokovic aveva gi¨¤ vinto uno slam, era stabilmente tra i primi tre del mondo (ed aveva davanti Federer e Nadal giovani e in perfetta forma), e senza dubbio era gi¨¤ un fuoriclasse affermato, con altri finali e altre battaglie, ma fu solo nel 2011, e dopo la vittoria con la coppa Davis, che il serbo fece il salto mentale e di qualit¨¤. Nole lo ha ripetuto pi¨´ volte nella sua carriera: quella vittoria gli ha cambiato la vita. Per questo, sabato, dopo la sconfitta della sua Serbia, era davvero distrutto. L¡¯Insalatiera lo ha cambiato, quella battaglia vinta per 3-2, soffertissima (con due sue vittorie e il punto decisivo dell¡¯attuale capitano, Viktor Troicki, che batt¨¨ Llodra), gli servirono per affilare le armi. Il percorso di Sinner, davvero sotto tanti di vista, sembra quello di Djokovic, ed ¨¨ innegabile. A partire dal punto di vista tecnico, con quella costanza da fondo campo, con quel servizio migliorato cos¨¬ tanto, nel corso degli ultimi mesi, esattamente quello che serv¨¬ a Nole per diventare RoboNole. La freddezza nei momenti decisivi, la testa che ci ha messo Jannik in questa settimana e prima ancora in quella di Torino, quando ha dovuto sopportare una pressione disumana per le Finals, e poi a Malaga, quando ¨¨ diventato leader, uomo squadra, con una nazionale presa sulle spalle. Ha vinto tutte le partite, Sinner, singolare e doppio, cedendo solo un set proprio a Djokovic, battuto in semifinale annullando tre match point di fila (primo della storia a riuscirsi).?
prima volta?
¡ª ?Per Sinner ¨¨ la prima, grande vittoria della carriera, con tutto il rispetto per il Masters 1000 di Toronto (nemmeno lontanamente paragonabile) e per gli altri nove tornei che aveva vinto prima. Jannik ha riportato in Italia la coppa Davis dopo 47 anni, ¨¨ quasi come fosse la prima volta, come lo era stata per la Serbia di Djokovic. Ora non solo ¨¨ un leader tecnico, ma anche spirituale dell¡¯Italia tennistica, una nazione che ha riscoperto bruciare di passione per questo sport come non accadeva veramente da tanto tempo. E chi pu¨° dire la stessa cosa, se non Djokovic con la sua amata, amatissima Serbia? Sinner atterrer¨¤ in Australia tra qualche settimana, dopo il pi¨´ che meritato riposo, come il rivale principale Djokovic, che a Melbourne ha iniziato il dominio nel 2011 e non l'ha ancora interrotto. Sar¨¤? in grado Jannik di interrompere questo dominio? Difficile, ma non impossibile. Per l¡¯azzurro niente sembra esserlo.
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