lo spunto
La Coppa Davis in Cina? Sarebbe un errore grave
"Il mio cuore resta a Malaga, Malaga...". Era il 1963 quando Fred Bongusto cantava quel verso in un disco di gran successo, intitolato appunto Malaga. Il cantautore di origine molisana, scomparso nel 2019, era stato un buon tennista in giovent¨´, ma mai avrebbe immaginato che il suo hit 60 anni dopo sarebbe potuto diventare l¡¯inno della doppia Davis azzurra. La magia ¨¨ purtroppo finita, almeno in riva al Mediterraneo, perch¨¦ la localit¨¤ andalusa ha esaurito il suo contratto triennale con la Federtennis internazionale, che ha ripreso in mano l¡¯organizzazione della sua creatura, dopo la rottura con la Kosmos di Piquet. Forte com¡¯¨¨, la Nazionale italiana potrebbe continuare il ciclo altrove, ma l¡¯atmosfera del ¡°Carpena¡± e i suoi colorati esauriti non saranno facilmente riproducibili.?
suspense
¡ª ?C¡¯¨¨ grande suspense attorno alla scelta della prossima sede della Final Eight di una delle manifestazioni sportive pi¨´ antiche del mondo, avviata nel 1900. E una candidatura cinese si ¨¨ fatta strada, almeno a livello di voci. L¡¯attrattiva della soluzione asiatica poggerebbe su un bel pacco di soldi. Ma sarebbe un errore molto grave, innanzitutto dal punto di vista logistico: alcuni dei protagonisti pi¨´ attesi provengono dalle Atp Finals, che continueranno a svolgersi in Italia per altri cinque anni. A Malaga c¡¯erano Sinner, Alcaraz, de Minaur e Zverev mancava solo per una personalissima polemica con la formula della manifestazione. L¡¯anno passato era della partita Djokovic, il re dei re. Ipotizzare che questi campioni, al termine di una stagione massacrante, s¡¯imbarchino da Torino in un volo transcontinentale per atterrare a sette fusi orari di distanza, ¨¨ un non senso. Una pazzia e anche una mancanza di rispetto per i migliori giocatori e per la manifestazione stessa. Chi potrebbe criticare una scelta di rinuncia da parte dei reduci delle Finals? A tutto dev¡¯esserci un limite: il denaro non pu¨° governare ogni cosa.?
poca tradizione
¡ª ?La logica suggerisce che la Davis deve concludersi in una localit¨¤ europea o comunque non molto distante dal nostro continente. C¡¯¨¨ poi qualche riserva da fare sulla Cina stessa come sede, ovvero sui trapianti forzati di discipline di grandi tradizioni nel corpo del gigante asiatico. Non sembrano portare molto lontano. Ricorderete, nel calcio, le esperienze degli Anelka, Lippi, Gilardino, Cannavaro, Robinho, Sissoko, Lavezzi, Pell¨¦, Pato, Tevez e tanti altri: ingaggiati con compensi all¡¯epoca impensabili (almeno fino alla recente irruzione dei sauditi), sono tornati quasi tutti piuttosto rapidamente. Senza lasciare traccia nel costume sportivo del Paese, dove il campionato di calcio ¨¨ ancora qualcosa di poco seguito, mentre la nazionale veleggia oltre il novantesimo posto del ranking mondiale. E infatti, per motivi economici o d¡¯altro genere, per noi imperscrutabili, le autorit¨¤ statali hanno chiuso i rubinetti degli investimenti calcistici, in patria e all¡¯estero. L¡¯organizzazione della fase finale della Davis in Cina non scalfirebbe nemmeno le tradizioni di un Paese di quasi un miliardo e mezzo di abitanti ed esteso poco meno dell¡¯intera Europa. Lo sport cinese, all¡¯avanguardia nel mondo, si muove su sue peculiari traiettorie olimpiche. Intestarsi la Davis darebbe solo un colpo forse mortale al livello della manifestazione.?
? RIPRODUZIONE RISERVATA