L'associazione fondata dall'ex numero uno del mondo ha istituito una difesa legale pro-bono per i giocatori che non hanno risorse economiche per sostenere tutte le spese
Novak Djokovic scende ancora in campo. Non su quello da tennis: per quello dovr¨¤ attendere il recupero dall¡¯infortunio subito agli Australian Open, uno strappo alla coscia sinistra. Il serbo scende in campo al fianco dei tennisti, dei suoi colleghi. La PTPA, l¡¯associazione fondata dall¡¯ex numero uno del mondo e Vasek Pospisil nel 2020 per difendere i giocatori, sta istituendo un nuovo programma di difesa legale pro-bono per i giocatori che devono affrontare accuse di doping o corruzione. Come da loro annunciato, verr¨¤ fornito supporto attraverso gli studi legali King & Spalding LLP e Weil, Gotshal & Manges LLP. Una scelta non casuale da parte di Djokovic e associati. La questione doping ¨¨ un tema caldo nel mondo del tennis, per via del caso Closbteol che vede coinvolto Jannik Sinner e?della sospensione temporanea di Iga Swiatek dopo la positivit¨¤ alla trimetazidina.
IL CASO MOORE
¡ª ?Lo scopo dell¡¯associazione di Djokovic ¨¨ quello di fornire assistenza in cause giudiziarie dispendiose a livello economico. A sostegno di questa nuova iniziativa c¡¯¨¨ anche l¡¯ex giocatrice di doppio Tara Moore, che nel 2023 era stata sospesa per 19 mesi per non aver superato il test antidoping. All¡¯agenzia Reuters, la britannica ha spiegato: ¡°Questo ¨¨ un modo per aiutare i giocatori che non dispongono di tali risorse. Non bisogna lottare da soli in queste situazioni¡±. Proprio questi tennisti, quelli che lottano nel basso ranking e non hanno sufficienti mezzi economici e non, sono tra quelli che hanno attaccato Sinner e Swiatek: un doppio standard nella decisione e la poca trasparenza sono le accuse imputate ai due in merito ai due casi di doping pi¨´ noti nel circuito. Un gancio perfetto per la PTPA per agire.
DJOKOVIC E SINNER
¡ª ?La scelta della PTPA ¨¨ in continuit¨¤ con i pensieri e le parole di Novak Djokovic sul caso Clostebol di Jannik Sinner. Sebbene abbia riconosciuto la buona fede di Jannik, il tennista di Belgrado ha sin da subito appoggiato Kyrgios e attaccato sistema e protocolli: ¡°Mi sono sentito davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all¡¯oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Non ¨¨ una bella immagine per il nostro sport¡±. Proprio in quella occasione, Nole ha sostenuto la causa che ora ¨¨ diventata una realt¨¤. ¡°Alcuni giocatori dal ranking inferiore che aspettano la risoluzione del loro caso da pi¨´ di un anno. Queste cose non fanno bene al nostro sport, come ho gi¨¤ detto pi¨´ volte in passato¡±, ha detto il 24 volte campione Slam. Parole che sono diventati fatti.
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