Dopo il trionfo a Roma e prima di mettersi a caccia del 11¡ã centro al Roland Garros, il maiorchino si racconta: “Parigi ¨¨ magica, con Federer ¨¨ da sempre una sfida tra stili di gioco. Non credo di avere un carattere forte, non mi arrabbio quasi mai. Ma amo competere. E credo che non si giochi troppo. Anzi, vorrei pi¨´ tornei”
Qualche giorno di riposo nella sua terra, alle Baleari. La famiglia, gli amici, l’allenamento sui campi dell’ Accademia, a Manacor il paese natale dove si rifugia ogni volta che pu¨°. Poi ieri sera lo sbarco a Parigi dove l’aspetta il Roland Garros. Rafael Nadal andr¨¤ a caccia della undicesima vittoria nello Slam considerato il campionato del mondo della terra rossa. Il torneo che ama di pi¨´ e dove pu¨° mettere a segno l’ennesimo record di una carriera fin qui gi¨¤ strepitosa.I numeri della bacheca personale d’altra parte parlano chiaro: 16 Slam vinti, 78 titoli dell’Atp, 174 settimane da numero 1 del mondo, 4 Coppe Davis, due ori olimpici in singolare (2008) e nel doppio (2016) e un montepremi ufficiale che sfiora i 100 milioni di euro. Insomma, un fenomeno. A dispetto del fisico scultoreo, di quella grinta infinita che mette sul campo fin dal riscaldamento, Rafa ¨¨ un ragazzo alla mano, gentile ed educato. L’ottavo trionfo di Roma, ottenuto in finale contro Alexander Zverev, ¨¨ ancora nei suoi pensieri. “Vincere al Foro dopo anni ¨¨ stato molto bello. Il vostro ¨¨ un torneo storico, con il quale ho avuto una storia d’amore che si ¨¨ prolungata nel tempo. ? cos¨¬ anche con Montecarlo, Barcellona e Madrid. Ma da voi c’¨¨ qualcosa di particolare. Nella testa mi resteranno per sempre due partite che considero indimenticabili: le finali del 2005 e 2006. Quest’ultima la giocai contro Federer, ma quella dell’anno precedente quando ho battuto Coria fu davvero incredibile”.
Dal 2004 agli Internazionali: la sfilata di vittorie di Nadal
E adesso c’¨¨ Parigi dove cercher¨¤ di vincere per l’undicesima volta.
“S¨¬, ¨¨ cos¨¬. ? un luogo magico. La finale del Roland Garros ¨¨ la partita pi¨´ importante al mondo sulla terra battuta. Su quei campi ho vissuto quasi tutte esperienze positive eccetto in due occasioni quando mi sono dovuto ritirare”.
La terra battuta, appunto. Per tutti lei ne ¨¨ il Re assoluto.
“E’ vero che ho ottenuto tante vittorie sulla terra ma allo stesso tempo ho la consapevolezza degli sforzi fatti per essere un giocatore completo. E questo mi sento. Sono riuscito ad arrivare in finale in ogni torneo, qualunque fosse il terreno. Ho vinto almeno due volte tutti gli Slam eccetto l’Australia dove mi sono imposto solo in un’occasione avendo per¨° altre opportunit¨¤ di conquistare il titolo”.
Per¨° quando vede rosso…
“Inutile dire che ho un rapporto speciale con questa superficie. Perch¨¦ nel corso del tempo il mio gioco si ¨¨ adattato molto bene. Vorrei comunque sfatare un detto comune: io come tennista non sono nato sulla terra rossa. Fin da ragazzino mi sono allenato molto anche sul cemento”.
Parliamo di Roger Federer. La vostra ¨¨ una rivalit¨¤ incredibile tra le pi¨´ importanti nella storia dello sport: come la vive?
“Con naturalezza ed emozione. Credo sia stata e sia una rivalit¨¤ positiva che rester¨¤ nella storia del tennis. Tra noi c’¨¨ sempre stato fair play. Giocare contro Federer mi ha sempre dato una sensazione particolare, positiva. ? senza dubbio uno scontro tra due stili di gioco. Ma vorrei aggiungere che quella con Roger non ¨¨ l’unica rivalit¨¤ che ho vissuto. Certo si parla molto di lui e me, tuttavia credo che sarebbe ingiusto non considerare anche Djokovic, che ¨¨ senza dubbio uno dei giocatori pi¨´ bravi della storia. Il mio confronto con Novak ¨¨ quello che si ¨¨ ripetuto pi¨´ volte, ci sono state partite incredibili”.
Ma con Roger siete davvero amici o tra di voi c’¨¨ solo stima?
“La parola amico per me ¨¨ importante. Non possiamo chiamare chiunque “amico”, i miei amici sono le persone che conosco da tanti anni e che sono presenti nella vita di ogni giorno. Con Federer ho un rapporto molto buono: direi che siamo ottimi compagni”.
Vi sentite anche al telefono?
“? capitato a volte, ma non parliamo tanto. Ci congratuliamo quando uno dei vince qualcosa di importante. E’ lo stesso rapporto che ho con Novak ed Andy (Murray ndr)”.
Quest’anno non vi siete ancora affrontati. Ha voglia di tornare a giocare contro di lui?
“Beh, certo. Significherebbe trovarsi di fronte in una finale, perch¨¦ in questo momento siamo i primi del mondo: quindi speriamo che accada presto”.
Federer ha preso una decisione radicale per evitare possibili infortuni. Ormai seleziona con cura i tornei a cui partecipare. E’ una scelta che potrebbe adottare anche lei?
“No, io voglio giocare. E gioco quando sto bene e sono felice. Certo, devo sempre prendermi cura del fisico, ma da l¨¬ a pensare di non scendere in campo in una parte specifica dell’anno proprio no. Per ora non lo sento necessario. In futuro vedremo”.
Rafa, la Next Gen del tennis avanza a passi spediti. Da Zverev a Thiem, da Shapovalov a Tsitsipas, sono tutti ragazzi che stanno crescendo molto bene. Tra loro c’¨¨ il futuro numero 1 del tennis?
”Sicuramente. E’ una questione di et¨¤. Novak ed Andy hanno 31 anni e io tra pochi giorni ne compio 32. Federer ne ha 36”.
A proposito, Murray pare in grande difficolt¨¤ dopo l’intervento all’anca.
“Spero non siano problemi molto gravi e che possa tornare a giocare perch¨¦ sarebbe positivo per il tennis”.
Torniamo ai giovani...
“Chi adesso sta facendo la differenza ¨¨ Alexander Zverev, lo si ¨¨ visto anche a Roma. Se volete sapere chi mi piace, rispondo Shapovalov”.
L’Atp sta pensando a nuove regole. Parliamo dei set pi¨´ brevi, del servizio valido con il net, del limite dei 25 secondi tra un turno di battuta e l’altro. Che ne pensa ?
“Sono interventi che non cambiano il gioco. Si pensano solo per renderlo pi¨´ rapido, per lo show. Io credo, invece, che lo spettacolo ne possa risentire negativamente. Succede spesso che quando parlo di questi argomenti dicono che lo faccio perch¨¦ a me convengono determinate cose. Ma io ho 32 anni e i possibili cambiamenti non mi riguardano: non giocher¨° per altri quindici anni, ma solo per due, tre, quattro”.
Si spieghi meglio.
”Sulla base della mia esperienza posso affermare che la gente si diverte allo stadio perch¨¦ ci sono tanti punti drammatici, perch¨¦ si vedono cose diverse. Se tutto avviene troppo rapidamente le persone fanno fatica a emozionarsi. E invece noi dobbiamo emozionarle, coinvolgerle. Per questo dico che a me tutte queste potenziali novit¨¤ non piacciono”.
Crede che in un anno si giochino troppi tornei?
“No, anzi mi augurerei ce ne fossero di pi¨´. Non mi sono mai lamentato della quantit¨¤ dei tornei. Il tennis pu¨° essere grande non solo quando i giocatori migliori guadagnano tanti soldi. Ma anche quando tante persone possono vivere del nostro sport: se sono 250 invece che 100 ¨¨ meglio no? Dico, per¨°, che ci sono troppi tornei obbligatori e che sono eccessivamente lunghi”.
La convince il nuovo format della Coppa Davis? Si parla di disputarla in un’unica localit¨¤, in una settimana.
“Ho un’idea un po’ romantica del mio sport, a me piace la Davis cos¨¬ com’¨¨. Ma certo la formula non funziona. Quindi, quando qualcosa non funziona bisogna trovare delle soluzioni. Non so se questa sia la migliore, ma io credo che bisogna testarla”.
Rafa, il tennis, come molti sport, deve combattere contro il doping e le scommesse. Secondo lei si interviene a sufficienza per risolvere questi problemi?
“In tutti gli sport ci sono persone che imbrogliano. Ma credo che il nostro non sia uno sport nel quale si possa parlare di un serio problema di doping. I casi sono pochi rispetto ad altre discipline. Noi dobbiamo essere disponibili per i controlli un’ora al giorno, 365 giorni l’anno, comunicando dove ci troviamo. ? un regime molto severo che garantisce la pulizia nel nostro sport”.
E le scommesse?
“Nei tornei pi¨´ piccoli probabilmente il problema esiste, da noi no. Credo che l’Atp abbia preso la questione molto sul serio e stia facendo un buon lavoro per tenere il nostro sport libero da queste cose”.
Parliamo un po’ dell’uomo Nadal: come si descrive?
“Sono una persona competitiva, tranquilla come tutti gli isolani. Mi piace stare con la famiglia, con gli amici di una vita. Non ho un carattere forte, non mi piace discutere, non mi arrabbio quasi mai con nessuno”.
Gli appassionati, i suoi tifosi, si chiedono quale sia il significato di tutti quei rituali che mette in mostra al servizio o al cambio di campo. Pu¨° spiegarlo?
“? un’abitudine che mi permette di concentrarmi. Quando si gioca cos¨¬ tanto bisogna mantenere sempre la sensazione della competizione e ci sono alcune cose che aiutano a stare concentrati su quello che si sta facendo. Ecco questi rituali mi fanno sentire concentrato su me stesso”.
E’ un grande tifoso del Real Madrid.
“S¨¬, ma in generale mi piace lo sport. Quando mi trovo in giro per il mondo cerco sempre di seguire pi¨´ eventi possibili. Il Real Madrid, naturalmente, ¨¨ in testa a tutto”.
Ma suo zio Miguel Angel giocava nel Barcellona...
“Vero e ovviamente all’epoca tifavo per lui e per il Barcellona. Quando lui se n’¨¨ andato sono tornato al Real”.
Par di capire che il rapporto con la famiglia ¨¨ fondamentale per il suo equilibrio.
“Vengo da un paesino e quando sei originario di un posto piccolo il legame con la famiglia credo sia molto pi¨´ stretto rispetto a chi vive in grandi citt¨¤. Quando sono a casa vedo ogni giorno non solo mio padre e mia madre e mia sorella, ma anche i miei zii e le due nonne”.
? stato difficile abituarsi all’assenza dello zio Toni durante i tornei?
“Si tratta di un cambiamento e tutti i cambiamenti richiedono una fase di assestamento. Ma la vita va avanti. D’altra parte ¨¨ stato lui a prendere questa decisione”.
Discutete di tennis al telefono durante i tornei?
“S¨¬, ci ho parlato anche da Roma praticamente dopo ogni match. Lo incontro con regolarit¨¤ e lui sa bene che pu¨° venire a vedermi quando vuole. Adesso per¨° ¨¨ spesso in giro per il mondo a fare conferenze. Quando ¨¨ a casa lavora nella nostra Accademia”.
Torniamo al tennis: ha ancora alcuni anni di gioco davanti. Pensa di poter raggiungere o battere il record di Slam (20), che attualmente detiene Federer?
?Mi piacerebbe. Ma non ¨¨ un’ossessione o un obbiettivo. Credo di aver fatto una carriera di gran lunga migliore di quello che avrei sognato, sono felice di ci¨° che ho raccolto finora. Non si pu¨° essere sempre frustrati perch¨¦ un altro ha qualcosa in pi¨´ di te. Poi, certo, sono competitivo e amo competere, voglio giocare tutte le settimane e vincere”.
Ha pensato a ci¨° che vorrebbe fare al termine della carriera?
“Non mi spaventa l’idea che un giorno dovr¨° smettere. Il tennis ¨¨ stata ed ¨¨ una parte molto importante della mia vita, ma non ¨¨ tutto. Ci sono tante altre cose che mi rendono felice, a casa e nel mondo. Ho la mia Accademia e la Fondazione che sono parti importanti del futuro”.
Rafa, come le piacerebbe essere ricordato?
“Come una persona buona, educata e rispettosa”.
Gianni Valenti
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