Era appena quattro anni fa. La parola pandemia era lontana dalle nostre vite. Le mascherine si vedevano solo in ospedale e gli unici virus sterminatori di cui sentivamo parlare erano confinati nelle trame cinematografiche di qualche film catastrofista. Un altro mondo, in cui Rafa Nadal e Roger Federer erano numero 1 e numero 2 e Novak Djokovic era al numero 6, reduce dalla peggiore crisi professionale della sua vita.
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