Vajda: "Djokovic colpito mentalmente. ? stato un processo politico"
Novak Djokovic ¨¨ ancora in silenzio. Dopo la partenza dall’Australia, il serbo non si ¨¨ ancora fatto sentire: n¨¦ pubblicamente, n¨¦ attraverso i social network. L’ultimo post ¨¨ datato 12 gennaio: il numero 1 al mondo provava a giustificare le apparizioni in pubblico nonostante la positivit¨¤ al Covid e spiegava l’errore nella dichiarazione di viaggio. Da quel momento bocca cucita e social congelati, ma tra le persone vicine a Nole c’¨¨ chi si fa sentire. Marian Vajda, storico allenatore di Djokovic, ha parlato cos¨¬: “? stata una decisione ingiusta e malsana. Novak ¨¨ stato colpito mentalmente, questa cosa gli far¨¤ male a lungo: sar¨¤ difficile togliersela dalla testa”.
Processo politico
¡ªVajda ¨¨ una figura fondamentale nella carriera del serbo: i due hanno iniziato a collaborare nel 2006, quando Nole non aveva ancora vinto nessuno dei suoi 86 titoli Atp. Vajda non era a Melbourne con il giocatore, ma ha seguito la vicenda da vicino ed ¨¨ poi intervenuto ai microfoni di Sport.sk: “I media sono uno dei maggiori colpevoli della manipolazione delle informazioni, in Australia in particolare hanno assunto un atteggiamento costante contro Novak. Non riesco a pensare come abbia potuto gestire tutto questo, deve aver sofferto molto. Ha sopportato umilmente tutte le misure, ma quello che gli hanno fatto deve averlo segnato. ? stato un processo politico”.
L'ultima parola
¡ªI due non hanno parlato al telefono, racconta Vajda: “Ci scrivevamo, ha usato pochissimo il suo cellulare: gli mandavo messaggi di incoraggiamento. Non gli ho parlato ancora da quando ¨¨ arrivato a Belgrado. Non so quando parler¨¤, lo far¨¤ quando lo riterr¨¤ opportuno”. Ma guai a dar per finito Djokovic: “Novak ¨¨ forte, deciso e non ha ancora detto la sua ultima parola nel mondo del tennis”, conclude Vajda.
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