L'allenatore australiano sa come si lavora coi campioni, e ha scelto di stare vicino al numero 1 gi¨¤ a Dubai
Il suono della palla parla chiaro: Jannik Sinner picchia forte, si muove bene, sorride. Le immagini che circolano sui social sono eloquenti: il numero 1 al mondo lavora sodo, come piace fare a lui, gi¨¤ focalizzato sul grande impegno di inizio stagione, lĄŻAustralian Open di cui ¨¨ campione in carica. Merito anche dellĄŻambiente che lo circonda, il suo team-famiglia. Oltre a Simone Vagnozzi, questĄŻanno ¨¨ arrivato anche Darren Cahill. Il coach australiano ¨¨ una figura di riferimento molto importante per lĄŻaltoatesino, a livello tecnico e umano. E forse anche per questo, a differenza dello scorso anno, si ¨¨ scelto di organizzare la off season a Dubai, Ą°a met¨¤ stradaĄą con lĄŻAustralia, agevolando cos¨Ź la presenza di Cahill.?
Paterno
ĄŞ ?I fan italiani di Jannik lo chiamano Ą°pap¨¤ DarrenĄą, un soprannome a cui lui si ¨¨ affezionato: "Mi piace, ¨¨ divertente" raccontava a Torino il tecnico. Soprattutto ¨¨ aderente alla realt¨¤, e lo stesso Jannik lo ha confermato dopo la vittoria delle Finals, raccontando quanto fosse stato importante averlo vicino nel momento difficile della positivit¨¤ al Clostebol: "? rimasto con me e mio padre quando avrebbe potuto tornare a casa sua, e per me ¨¨ molto importante". Sinner trascorre col team gran parte delle sue giornate: "Forse mi conoscono meglio dei miei genitori" diceva il re di due Slam, sottolineando lĄŻimportanza di avere attorno persone che lo capiscano e lo facciano lavorare col sorriso. Lavoro e protezione, soprattutto in questĄŻanno complicato, e con la pendenza dellĄŻarbitrato del Tas a pesare sul cuore. Jannik ha eletto il campo da tennis a luogo sicuro, protetto dalle linee, dalle abitudini, dal lavoro. Cercando di sorridere anche quando proprio non cĄŻera la voglia n¨Ś il motivo. E proprio in questi momenti Cahill ¨¨ stato decisivo: "Nel team di Jannik non sono lĄŻallenatore pi¨´ importante, ma il pi¨´ esperto - ha spiegato -. Negli ultimi mesi sono successe tante cose e molte di queste sono cadute sulle mie spalle, ma ho sempre cercato di mantenere il focus di Sinner sui nostri obiettivi. Non aveva fatto nulla di sbagliato. Ha dimostrato onest¨¤ e resilienza, ¨¨ un ragazzo con valori solidi, che gli sono stati trasferiti dalla famiglia". Forse anche per questo Cahill a Torino ha detto che Jannik sar¨¤ "lĄŻultimo giocatore che allener¨°".?
Numeri 1
ĄŞ ??Lui sa come si lavora con i campioni: ha portato Lleyton Hewitt al numero 1 al mondo e aiutato Andre Agassi a tornare in vetta, conducendolo alla conquista dellĄŻultimo Slam della carriera. Anche per questo i manager di Sinner hanno voluto che Cahi1ll arrivasse nel team affiancando Simone Vagnozzi. Una collaborazione iniziata a met¨¤ 2022 e senza attriti, ognuno col proprio compito, un ottimo amalgama anche dal punto di vista umano, tanto che Darren ha parlato di Vagnozzi come del "migliore allenatore con cui abbia mai lavorato". LĄŻitaliano gestisce soprattutto la parte tecnica e di campo; lĄŻaustraliano indica la strada e d¨¤ le direttive sulla gestione del calendario. Nella stagione che sta per cominciare, ad esempio, ci saranno alcuni cambiamenti. Secondo Cahill questĄŻanno la transizione tra cemento e terra era stata troppo repentina, si ¨¨ deciso dunque di cambiare, preferendo lĄŻAtp 500 di Monaco di Baviera al Masters 1000 di Montecarlo, che potrebbe saltare qualora Sinner arrivasse fino in fondo a Miami. Migliorare sulla terra, prendersi una soddisfazione a Roma, puntando a Parigi con una maggiore preparazione sono gli obiettivi della prima parte della stagione. Per questo anche la preparazione atletica con Marco Panichi sar¨¤ gestita inserendo periodi di richiamo fisico tra i tornei. La costruzione di un campione passa attraverso tentativi, sbagli, aggiustamenti in corsa: "Con Jannik ¨¨ tutto facile. Il suo desiderio di crescere sembra inesauribile. ? come un superpotere".
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