Da stanotte il primo Major a Melbourne, Roger, alla ventesima partecipazione, ¨¨ doppio campione in carica: “Siamo in 10 per il titolo”
La prova del nove. Gli anni finiti con quel numero hanno segnato momenti particolari, in Australia, per Roger Federer. Nel 1999 era uno sbarbatello non ancora diciottenne con i brufoli e lo chignon e affront¨° per la prima volta uno Slam da professionista, uscendo al primo turno delle qualificazioni per mano di Olivier Delaitre. Dieci anni pi¨´ tardi, nel 2009, invece si era gi¨¤ meritato l’ascesa al cielo delle divinit¨¤, con 13 Slam in bacheca e i 14 di Sampras, allora considerato un traguardo mitologico, a un passo, soprattutto sul veloce di Melbourne gi¨¤ tre volte amico. In finale, per¨°, quel satanasso di Nadal, con cui era maturata nel tempo una delle rivalit¨¤ pi¨´ leggendarie della storia dello sport, lo sconfisse in cinque set infliggendogli una delle pi¨´ brucianti delusioni della carriera tanto da indurlo alle lacrime e alla famosa frase ?tutto questo mi uccide? pronunciata durante la premiazione.
la bella decina —
Anche il Federer del 2019, a voler vedere, si ¨¨ avvicinato a Melbourne piangendo. Ma solo perch¨¦ in una struggente intervista gli hanno fatto ricordare il primo coach, Peter Carter, morto in un incidente d’auto nel 2003: ?Se ho questa tecnica, ¨¨ merito suo: spero possa essere orgoglioso di me?. Per tutto il resto, il Maestro non potrebbe essere pi¨´ sereno alla vigilia della 20a partecipazione agli Australian Open, record in coabitazione con Hewitt: si presenta da doppio campione in carica, con 14 successi di fila nelle ultime due stagioni che gli hanno regalato una nuova vita e un altro viaggio nel mito, portandolo a 20 Slam e sei Australian Open (come Djokovic). E pensare che la caduta di dieci anni fa venne battezzata dai pi¨´ come la fine del suo evo di gloria. Potere dell’immortalit¨¤, nutrita nell’estate agli antipodi con la stessa routine, la partecipazione alla Hopman Cup, un’esibizione di lusso che scalda i muscoli, allena il colpo d’occhio eppure non sollecita troppo il fisico di un ultratrentasettenne che in carriera ha giocato 1440 partite ufficiali, e lo stesso low profile quando si ¨¨ trattato di fissare gli obiettivi: ?Sono uno dei dieci favoriti del torneo, poi ci sono sempre tante incognite legate al clima, alle partite di pomeriggio o serali. Se per¨° parliamo di chi pu¨° vincere, sappiamo chi sono i soliti sospetti e io sono felice di far parte di questo gruppo?.
l’incrocio —
Il sorteggio ha avuto uno sguardo piuttosto benevolo, sottraendolo dalla parte di tabellone di Djokovic e offrendogli comunque una possibile semifinale con Rafa. Ricordando quel nove e puntando al 100: se dovesse approdare fin l¨¬, Roger salirebbe a 100 partite vinte agli Australian Open e soprattutto sarebbe a una tacca dal 21¡ã Slam e dal torneo numero 100 in carriera. Pi¨´ che nu
Riccardo Crivelli
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