Il serbo batte l’argentino Del Potro 6-3, 7-6, 6-3 e conquista il 14¡ã Slam in carriera (come Sampras), il secondo in stagione dopo il trionfo di Wimbledon: la resurrezione definitiva dopo due anni di tormenti
Juan Martin Del Potro piange per l’occasione mancata: “Ma se dovevo perdere, va bene che sia stato con Nole: ¨¨ un amico”, dice con la voce rotta dall’emozione all’epilogo della finale. E Nole Djokovic lo abbraccia a lungo con affetto. Anche il serbo come l’argentino, martoriato dagli infortuni, ha trascorso mesi difficili dall’estate dell’anno scorso a questa primavera dopo un’operazione al gomito destro. Ma Djokovic ora ¨¨ risorto. Il primo atto della rinascita era stato sull’erba di Wimbledon e adesso, qui, sul cemento di Flushing Meadows raddoppia e conquista il terzo titolo degli Us Open (dopo il 2011 e 2015) con cui raggiunge Ivan Lendl e Rafa Nadal. Batte Del Potro in tre set (6-3, 7-6, 6-3) in un match lungo 3h16. Ecco allora il suo 14¡ã Slam con cui affianca Pete Sampras e si piazza alle spalle degli altri due Big, Federer e Rafa. Vincere due Major nello stesso anno solare non gli riusciva dal 2016, mentre nel 2015 aveva addirittura centrato una tripletta. Ora si gode questa nuova era: “Nessun paragone con il passato, questo ¨¨ un nuovo Djokovic che ha iniziato un nuovo cammino”, dice.
l’inizio —
Si prende il primo set di prepotenza per 6-3 in 42’. Nole sembra sempre padrone del campo, soprattutto quando gli scambi si allungano. La parit¨¤ resiste fino al 7¡ã game. La svolta di questo parziale ¨¨ all’8¡ã e psicologicamente pesa molto nella testa dell’argentino. Perch¨¦ Delpo va 40-0 e si fa rimontare con una serie di errori, l’ultimo dei quali ¨¨ un dritto in rete proprio dopo un palleggio interminabile. Il secondo sembra destinato a essere la replica del primo, perch¨¦ Palito, che da bambino s’incollava al televisore per vedere l’amato calcio e le dirette da Flushing, si salva da due break point con due bei dritti e grazie a un errore del rivale. Ma continua a essere eccessivamente falloso e infatti al terzo game capitola nuovamente. L’aveva detto alla vigilia Nole: “Lui ¨¨ un grande battitore, sar¨¤ fondamentale rispondere in modo efficace al suo servizio. Anche per non subire pressioni sul mio”. E sul tema, Djoko si ¨¨ preparato bene: fino a quel momento risponde al 97% delle palle di servizio di Delpo.
l’epilogo —
Ma poi Juan Martin estrae dal cilindro il tennis migliore con cui ha abbattuto in carriera un bel drappello di numeri uno (dieci, il meglio tra giocatori che a loro volta non sono stati numeri uno) e si procura le prime palle break dell’incontro e pareggia. E’ ancora l’ottavo game a ruotare il destino della sfida: dura 17’ e 22 scambi. Delpo fallisce tre palle break, mentre Meryl Streep si mette le mani sugli occhi come fosse un horror. Nole resiste e va sul 4-4: tira un sospiro di sollievo e poi s’impone al tie-break. Nel terzo espugna il servizio all’avversario nel 4¡ã game quando Delpo mette lungo un rovescio e vola 3-1. Sembra fatta. Invece Juan Martin trova la forza per pareggiare, ma nell’8¡ã va di nuovo sotto con il suo primo doppio fallo e con un rovescio fuori misura. Poi Djokovic si assicura il match al primo tentativo con uno smash dopo essere sceso a rete. Nole spiega che una scalata con sua moglie Jelena nelle Alpi francesi dopo la prematura eliminazione al Roland Garros per mano di Cecchinato gli aveva dato nuova ispirazione e voglia di andare avanti. E che ¨¨ felice di appartenere alla stessa epoca di Nadal e Federer: “Ci siamo spinti a vicenda e se sono il giocatore di adesso lo devo a loro”.
Massimo Lopes Pegna
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