Da domani Roger difende il titolo nello Slam pi¨´ prestigioso e insegue il nono successo, ma Rafa vuole il bis di dieci anni fa. E’ la storia di un dualismo perfetto che adesso vede il maiorchino numero 1 del ranking Atp con lo svizzero subito dietro che in questo torneo pu¨° sfilare la leadership all’eterno rivale
Giugno e luglio portano con s¨¦ il rosso e il verde, i colori della gloria imperitura. E i Principi vestono le livree intonate alle loro riserve di caccia preferite: la terra per Nadal e l’erba per Federer. Parigi si ¨¨ portata via la stagione della polvere di mattone, con la consueta parata trionfale di Rafa, Wimbledon chiuder¨¤ il mese dei prati chiamando il Divin Svizzero alla replica di un anno fa.
eterno duelloCambiano i tempi, ma loro no. Da gennaio 2017, quando si ritrovarono in finale agli Australian Open solo un paio di mesi dopo aver temuto di smettere con il tennis, si sono equamente spartiti la scena, con tre Slam a testa e poi i continui avvicendamenti al vertice della classifica. Il loro record ¨¨ di 11 Major consecutivi sottratti alla concorrenza, tra il 2005 e il 2007, ma quelli erano soprattutto gli anni di un Roger inavvicinabile. Adesso il dualismo ¨¨ perfetto, nel senso che si dividono la scena con equit¨¤, a seconda dei periodi. Ecco perch¨¦ Wimbledon assume un sapore particolare: segna innanzitutto il ritorno sotto lo stesso cielo di uno Slam, visto che ormai Federer non mette pi¨´ il Roland Garros tra le mete dei suoi viaggi. E poi perch¨¦ dopo gli squilli parigini dello spagnolo, il mondo si aspetta senza indugi la replica di Fed. Nadal ¨¨ arrivato a quota 11 all’Open parigino, l’enorme rivale pu¨° fare 9 ai Championships ed eguaglierebbe la Navratilova tra i plurivittoriosi a Church Road senza differenza di genere: numeri di una leggenda senza fine. Corredati dal quel continuo inseguirsi e superarsi al n¡ã1, che per adesso appartiene al satanasso maiorchino e che Roger pu¨° tornare a far suo solo vincendo il torneo e sperando che Rafa esca prima degli ottavi.
ricordiConsiderazioni che evaporerebbero se i Dioscuri dovessero ritrovarsi in finale dopo dieci anni, in quello che fu l’ultimo loro incrocio sull’erba di Londra e una delle partite pi¨´ straordinarie ed emozionanti della storia. Gi¨¤, era il 2008 quando Nadal invase il regno del nemico, dimostrando come fosse riduttivo considerarlo solo il miglior interprete di sempre sulla terra. E anche se il maiorchino non riesce ad approdare pi¨´ in l¨¤ del terzo turno dal 2012, l’anniversario diventa l’occasione per provare a marcare un territorio accidentato e sotto il controllo di un rivale formidabile: ?Quella partita resta una delle pietre miliari della mia carriera, ma da allora ho messo tanti chilometri in pi¨´ nelle mie gambe e ho dovuto adattare il mio tennis: per¨° sono ancora qui e questo mi rende felice. Ed ¨¨ giusto che Roger sia la prima testa di serie malgrado il numero uno della classifica appartenga a me: la storia di Wimbledon parla per lui?. E’ vero, questi sono i giardini di casa Federer, un luogo di magie senza fine: l’anno scorso torn¨° a trionfare dopo cinque anni e senza neppure perdere un set, quest’anno insegue una conferma del titolo che gli manca dal 2007. Le minime crepe di Halle sono gi¨¤ dimenticate, gli ¨¨ bastato respirare l’aria di Church Road per annusare il balsamo della vittoria. Dicono che far¨¤ caldo, con campi secchi e veloci per due settimane. Il tempio si sta preparando per il suo dio.
Riccardo Crivelli
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