Il tennis come parabola della quotidianit¨¤, occasione per una profonda riflessione sulla propria esistenza. ? il filo conduttore di “Delirio di un tennista sentimentale”, spettacolo a cura di Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio che debutta il 1¡ã settembre (con replica il 2) al Teatro Nuovo - Teatro Stabile di Verona e che il 4 settembre sar¨¤ al Festival di Asti (ore 19 e 23). Sul palcoscenico solo Max, il protagonista, interpretato da Paolo Valerio: un uomo che affronta la crisi della sua vita come ha sempre fatto, giocando a tennis. Lo fa contro una parete di plexiglass. Dall’altra parte del muro trasparente il pubblico nei panni, in pratica, dell’avversario. Max soppesa la racchetta, si confronta con la schiena dolorante, si misura con la passione del tennis e la passione amorosa. Gioca, pensa, racconta, si dibatte. Emergono l’ossessione per il tennis, per l’oroscopo, per le chat. Momenti di silenzio si alternano a urli di sfida, quasi disperati, di un uomo alle prese con gerarchie di sentimenti che si travasano l’uno nell’altro. Avr¨¤ il fiato necessario per portare a termine la partita? Chi ¨¨ l’avversario? Cos’¨¨ l’amore? Chi vince cosa?
L'evento
Il tennis a teatro: a Verona debutta “Il Muro trasparente”, metafora della vita attraverso la racchetta
Un monologo sulla vita attraverso il tennis: lo porta in scena Paolo Valerio, nipote del capitano di Davis azzurro a fine anni Sessanta
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Il tennis nel sangue
¡ªIl protagonista dello spettacolo, Paolo Valerio, 59 anni, che ¨¨ anche regista e co-autore del testo, ha il tennis nel sangue: ex seconda categoria, ancora tesserato Fit, attualmente ¨¨ 3.4. Ma soprattutto ¨¨ nipote di Vasco Valerio (suo zio), gi¨¤ capitano di Coppa Davis nel 1968/69 cui dopo la prematura scomparsa venne intitolata la Coppa Valerio, grande manifestazione giovanile.
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