"Potevo essere Sinner. Adesso insegno ai ragazzi a non fare i miei errori"
P oteva essere Sinner prima di Sinner. Dieci anni fa, Gianluigi Quinzi si portava dietro lĄŻimpegnativo soprannome di Predestinato: nel 2013 aveva vinto il torneo juniores di Wimbledon prendendosi le prime pagine di tutti i giornali appena diciassettenne, e le sue traiettorie mancine sembravano poter disegnare un futuro di eterna gloria per il tennis italiano, sempre allĄŻaffannosa ricerca di un erede di Panatta e della prima epoca dĄŻoro di fine anni 70. Ma il passaggio al professionismo cancell¨° dĄŻun colpo tutte le speranze, il talento si annacqu¨° in fretta e Gianluigi, al massimo approdato al n.149 del mondo, fin¨Ź nel lungo elenco delle promesse mancate, fino al ritiro nel 2021. Dei giorni luminosi, restano i trofei conservati in una stanza di casa, ma nessun rimorso: Quinzi ¨¨ rimasto nel suo mondo, per¨° si ¨¨ messo dallĄŻaltra parte.