Frances ha iniziato a giocare al Junior Tennis Champions Center di College Park, dove suo padre fuggito dalla guerra civile in Sierra Leone, si occupava della manutenzione. Ora ¨¨ il futuro degli Usa
Da piccolo i cartoni animati non li guardava, preferiva Tennis Channel. D’altronde lui, Frances Tiafoe, uno dei quattro Top 40 attesi a Milano per le Next Gen Atp Finals (escluso Zverev, gli altri sono Tsitsipas, Shapovalov e De Minaur), il tennis ce l’ha nel destino. Fin da quando suo padre Frances Senior lasci¨° la Sierra Leone e la sua guerra civile nel 1996. Arriv¨° in America, nel Maryland, a meno di 15 km in linea d’aria dalla Casa Bianca. L¨¬ pap¨¤ Tiafoe trov¨° lavoro come manovale al Junior Tennis Champions Center di College Park, dove poi sarebbe diventato capo della manutenzione per 21 mila dollari all’anno. E dove i due figli Franklin e Frances Junior, gemelli nati il 20 gennaio del 1999, cominciarono a giocare con una racchettaccia, qualche pallina e un muro come maestro.
PROMESSA USA - Il sogno americano, insomma: anche perch¨¦ Frances quella racchetta non l’ha mai mollata, fino a diventare non solo il pi¨´ interessante prospetto afro-americano dai tempi della ‘promessa non mantenuta’ Donald Young, ma anche un giocatore capace di scalare in fretta, in frettissima il ranking Atp (oggi ¨¨ n.40), di vincere il suo primo torneo a 20 anni (a Delray Beach) e di diventare al contempo anche un personaggio... tanto da essere ‘convocato’ per due volte di fila a rappresentare il Resto del Mondo nella Laver Cup, l’evento voluto e creato da Sua Maest¨¤ Roger Federer in persona. Poteri della Next Gen e del clamore mediatico che le si ¨¨ creato attorno, ma anche merito di Frances e del suo sorrisone, dei suoi 188 cm per 170 libbre (77 kg). Caratteristiche fisiche che, sotto l’ala protettrice di coach Robby Ginepri (ex n.15 Atp, nel 2015), sta cesellando e cominciando a far fruttare.
35 ANNI - Merito del lavoro fatto fin da piccolo, con il primo maestro Mikhail Kuznetsov, un altro immigrato che lo Zio Sam ha accolto dalla Russia. Qualche anno fa Big Foe, soprannome che ha ricamato accanto alla bandiera a stelle e strisce sul borsone porta-racchette, ripeteva spesso una cosa: “Sono giovanissimo, ¨¨ vero, ma tennisticamente ¨¨ come se avessi 35 anni”. E infatti gi¨¤ da teenager in molti parlavano di lui: a 13 anni trionf¨° in Francia nel ‘Les Petit As’, una specie di campionato del mondo under 14 (lo ha vinto anche Nadal...). A 15 fu il pi¨´ giovane vincitore di sempre all’Orange Bowl. E con il successo all’Easter Bowl mise a segno un uno-due che non riusciva a un americano dai tempi di McEnroe.
TERRA ROSSA - Drittone possente e tennis tutto sommato brillante, Tiafoe vive in Florida, fa base al centro della federtennis americana di Lake Nona ma, bando ai clich¨¦ sui tennisti yankee amanti del duro, lui dice di preferire la terra rossa. E c’¨¨ da credergli, almeno stando all’ultimo match di Coppa Davis dello scorso settembre, quando ha lottato per cinque set sul ‘rosso’ di Zara contro Borna Coric (da par suo protagonista alle finali Next Gen di Milano nel 2017) e contro un’onda di 9 mila tifosi croati. Era la partita decisiva delle semifinali 2018, le ultime ‘pre-riforma’ e le ultime da capitano USA di Jim Courier. Tiafoe, a 20 anni, ha perso quel match al 5¡ã set, ma ha fatto l’attore protagonista. Un ruolo che gli pu¨° venir naturale anche dal 6 al 10 a novembre, a Milano.
Gabriele Riva
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