Da sconosciuto (o quasi) alle soglie della top 50 in poco pi¨´ di un anno: ¨¨ stata un’ascesa vertiginosa quella del 22enne romano. E pensare che da ragazzino gli dissero che non avrebbe mai pi¨´ potuto giocare... Sabato in edicola con Sportweek
Matteo Berrettini, 22 anni, durante la semifinale dello Swiss Open ATP 250, il 28 luglio
? il 24 giugno 2018. Sul cellulare arriva la notifica di un messaggio. Lo ha scritto nonna Lucia, 77 anni, brasiliana di Rio, appassionata di tennis e giocatrice fino a poco tempo fa. "Tu e Roger che giocate in due tornei diversi nella stessa ora, sar¨¤ dura per il mio cuore". Roger ¨¨ ovviamente Federer. "Tu" ¨¨ invece Matteo Berrettini, 22enne romano, astro nascente del tennis azzurro, vincitore del suo primo torneo Atp poche settimane fa a Gstaad, in Svizzera. Anche l’altro nonno materno ¨¨ appassionato di tennis, a 80 anni gioca ancora. Come i nonni paterni. Mamma Claudia aveva smesso maha ripreso quando si ¨¨ sposata con Luca, che si cimenta a livello agonistico nei tornei over. Con una famiglia cos¨¬, facile pensare che Matteo fosse un predestinato. Errore: da piccolo non ne voleva sapere, a lui piaceva pi¨´ lo judo. Poi ha iniziato a palleggiare Jacopo, suo fratello pi¨´ piccolo, l’ultimo arrivato insomma! Allora ¨¨ scattata la competizione.
LA SCALATA —
Matteo oggi si prepara al suo primo Us Open senza dover passare dalle qualificazioni mentre il fratello lo segue in scia (¨¨ lo sparring partner preferito di Djokovic, richiesto anche da Nadal). Con questa ascesa incredibile sono finite le trasferte in camper della famiglia Berrettini. "Le abbiamo fatte per 3-4 anni, soprattutto d’estate: i miei prendevano le ferie e andavamo in posti freschi come Germania o Austria, dove erano previsti insieme tornei under 14 e 16. Cos¨¬ giocavamo entrambi. Sceglievamo i pi¨´ carini, con tanti spazi verdi. Anche perch¨¦ ci accompagnava pure il nostro Labrador. Ci piaceva perch¨¦ ci sentivamo pi¨´ uniti come famiglia e pi¨´ immersi nel torneo, vivendo sempre dentro al circolo. Una bella esperienza a quell'et¨¤, utile a crescere, visto che adesso si sta sempre in hotel serviti e riveriti. Una volta, prima di un torneo di alto livello, pap¨¤ ci promise che se uno di noi due avesse vinto, lui non avrebbe pi¨´ fumato. Io glielo chiedevo da tempo ma giocai senza pensarci. Alla fine vinsi. 'Ora smetto', mi disse abbracciandomi".
Matteo, tre anni fa non aveva una classifica Atp, nel 2017 entra nei 200 e ora si ritrova tra i migliori del tennis mondiale, al numero 54. Che cosa ¨¨ successo?
"Devo realizzare bene anch'io. Sta accadendo tutto velocemente. La scalata ¨¨ stata molto rapida. Di sicuro ¨¨ il frutto del lavoro duro e dell’impegno che ci ho messo".
Ha detto che il successo a Gstaad ¨¨ stato ancora pi¨´ importante del terzo turno al Roland Garros e al secondo di Wimbledon.
"Perch¨¦ ¨¨ un titolo che rimane in bacheca, nessuno potr¨¤ mai toglierlo. E ho vinto battendo giocatori forti. Da Parigi e Londra sono comunque andato via da sconfitto".
Il suo allenatore, Vincenzo Santopadre, dice che il prossimo sar¨¤ l’anno della sua verit¨¤. Qual ¨¨ questa verit¨¤?
"Mi confronter¨° sempre di pi¨´ con i migliori e alzando il livello si capir¨¤ di che pasta sono fatto.Lui pensa che io possa migliorare ancora tanto ma io sinceramente non credo che sar¨° al massimo gi¨¤ nel 2019".
Fognini a Bastad e Cecchinato a Umago il 22 luglio,lei a Gstaad il 29 luglio. Tre italiani hanno vinto tre tornei in una settimana. Che cosa sta accadendo al nostro tennis?
"La svolta ¨¨ stata quando Marco ha vinto a Budapest da lucky loser, inaspettato ma meritato. Lui, come Fabio, sta mostrando la strada per eccellere in questo sport. Ci siamo accorti che il nostro livello pu¨° affiancare quello dei grandi campioni. Abbiamo pi¨´ convinzione nei nostri mezzi".
Il Fogna, il Ceck e Berretto. Sembrate i protagonisti di un film: malavitosi in un action movie o commedia all’italiana?
"Un po’ entrambi, in campo siamo cattivi il giusto, loro ancora di pi¨´. Fuori ci piace stare insieme e scherzare. Sarebbe bello far parte della stessa squadra in Coppa Davis e portare in alto i colori della Nazionale".
Al Circolo Canottieri Aniene, dove si allena, dicono che il suo trofeo in un torneo Atp 250 ¨¨ roba da pivelli considerato il palmar¨¨s degli altri atleti che passano di qui.
(ridendo) "Qui entri in palestra e ci sono foto della Pellegrini, della Idem, di campioni olimpici stra medagliati. Ma ringrazio il circolo per tutto quello che ha fatto per me. Il paragone con le medaglie olimpiche mi stimola a dare sempre il meglio".
Anche se ¨¨ un pariolino? Non a caso ha vinto a Gstaad, dove vanno a sciare i pi¨´ ricchi del pianeta. Si dice che quelli di Roma Nord non siano molto abituati a soffrire.
"Ma io sono un pariolino adottato, sono nato al Nuovo Salario… che in effetti ¨¨ vicino. Non penso di cadere in quella trappola, non mi sono mai seduto sugli allori.Anzi, chiedo anche troppo a me stesso".
In realt¨¤ ha sofferto: tanti infortuni.
"Da ragazzino mi dissero anche che non avrei pi¨´ potuto giocare per la spondilolisi: mi manca un ossicino che tiene una vertebra nella schiena. Poi ho collezionato distorsioni alle caviglie e infortuni ai polsi. Una stagione fermo, due anni fa, col ginocchio k.o. Sono abituato a farmi male. E ogni volta poi curo aspetti che magari avrei trascurato. Il mio allenatore mi ha fatto anche fare il maestro con i pi¨´ giovani, per capire dinamiche meno scontate quando sei dall’altra parte".
Cosa ha scoperto invece affrontando i giocatori pi¨´ forti del mondo?
"L’anno scorso ho perso contro Fognini al primo turno a Roma, dove quest’anno sono uscito al secondo contro Zverev nel campo centrale. A Parigi mi ha battuto Dominic Thiem al terzo nel campo n.1. In casi come questi so che sto affrontando uno importante, ma sono anche convinto di potergli dare fastidio. Con Zverev sentivo la palla molto pesante, e mi dicevo: 'Cavoli, non so se posso continuare a tenere questo livello per 2-3 set'. Con Thiem siamo stati alla pari per tre set, al quarto ha ingranato la settima ed ¨¨ andato via sia di fisico che a livello tecnico. Devo costruire un corpo e un bagaglio tecnico per durare cinque set al loro livello".
Tra una settimana inizia lo Us Open. Fatti i compiti?
"Mi piace giocare sul cemento, sar¨¤ emozionante. L’anno scorso ¨¨ stato il mio primo Slam, ma non ho superato le qualificazioni, quest’anno ci torno in tabellone. ? gi¨¤ una prima vittoria. Lo considero per¨° come parte del percorso, non punto a giocare il miglior Us Open della mia vita ma a gettare le basi per poterlo giocare altri dieci anni sempre meglio".
Il tennis azzurro ci regaler¨¤ altre soddisfazioni a New York?
"Sia Fabio che Marco prediligono la terra. Per¨° il cemento di New York non ¨¨ velocissimo e tutti e due possono giocare bene. Poi bisogna vedere gli accoppiamenti.Comunque andr¨¤, rester¨¤ un anno molto positivo per il tennis italiano, che ¨¨ in salute".
? veramente tanto disordinato?
"Le mie stanze, in hotel e a casa, sono un disastro. Ma ci vivo bene, ¨¨ la mia indole. Per¨° sia mamma che l’allenatore mi riprendono sempre".
Lei abita in una bella via da cui pu¨° raggiungere a piedi sia il parco di Villa ada che il Piper, storica discoteca. Dove preferisce andare?
"Villa Ada batte il Piper 10-0. Non vado spesso in discoteca e quando mi vedo con gli amici non faccio tardi la sera perch¨¦ mi devo allenare o partire. Ma faccio cos¨¬ da sempre, anche quando non ero tennista".
Accanto a noi adesso c’¨¨ Lavinia, la sua ragazza da oltre due anni. eppure al Roland Garros aveva dichiarato di essere tornato single. Che ¨¨ successo?
"Avevo deciso io di rompere, non mi sentivo pi¨´ come prima. Poi sono tornato dopo un mesetto. L’ho conosciuta all’Aniene mentre ero infortunato e facevo il maestro, sono stato anche il suo! Infatti voleva che continuassi. Lei dice che sono pi¨´ bravo come maestro che come giocatore…".
Quindi cosa far¨¤ Berretto tra qualche anno, il maestro o il campione?
"Se sei mesi fa mi avessero detto che oggi sarei arrivato intorno al numero 50 del mondo non ci avrei creduto, non posso fare previsioni. Per¨° la strada ¨¨ quella giusta".
Alessia Cruciani
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