Ieri la prova sul Centrale dove esordir¨¤ con la semifinale. Prima di dormire, messaggi, riti scaramantici e la solita cena. “Ho messo in ordine le emozioni. Il mio torneo non ¨¨ ancora finito”
Marco Cecchinato, 25 anni, ha eliminato nei quarti Novak Djokovic GETTY
Una sconfitta brutta, bruttissima. Il sangue ribolle, la delusione ferisce come una coltellata, il messaggio sullo smartphone ¨¨ una litania funebre alla precariet¨¤ del tennista che non riesce a essere campione: “Questo ¨¨ uno sport del cavolo, e la colpa ¨¨ tua che da piccolo mi hai convinto a prendere una racchetta in mano”. ? la fine di aprile, Cecchinato ha appena perso a Budapest contro Zopp nell’ultimo turno delle qualificazioni e i lampi di Montecarlo della settimana prima ormai sembrano lacrime perdute nella pioggia.
fortunaIl destinatario del veleno ¨¨ l’ormai mitico cugino Francesco, di cognome Palpacelli, primo allenatore del Ceck a Palermo e suo confidente nella gioia e nel dolore: “Marco ¨¨ figlio unico, tra noi c’¨¨ un legame fortissimo, in pratica siamo come fratelli: il primo whatsapp della mattina ¨¨ sempre il suo”. Poche ore dopo, la sorte si divertir¨¤ a rimescolare le carte e a rivoluzionare la storia, ripescando l’allora numero 92 del mondo nel tabellone principale (per il ritiro del serbo Djere) e schiudendo le porte a una favola. Il paradiso all’improvviso. Ma Francesco, che del gruppo di famiglia rappresenta la parte razionale, non ci sono segreti se non il pi¨´ imperscrutabile: “Una bella dose di fortuna. Senza di quella, non vai da nessuna parte. Io pensavo che Marco diventasse qualcuno gi¨¤ nel 2013, quando vinse il Challenger di San Marino: il gioco ce l’aveva. Per¨° devono mettersi insieme tante cose, ci deve essere un mix perfetto che coniughi talento, opportunit¨¤, fiducia. Da Budapest ¨¨ successo proprio questo, si vede che era arrivato il momento”.
la vigiliaLa nuova dimensione di un uomo, e di conseguenza di un campione, si misura tuttavia nella capacit¨¤ di cavalcare il destino e di piegarlo al proprio successo. A Parigi, Cecchinato ha scoperto di possedere qualit¨¤ e di poter gestire un livello di gioco e di tensione che cancelleranno per sempre messaggi come quello ungherese. E oggi disputer¨¤ una semifinale Slam, primo italiano dal preistorico 1978, contro Thiem, ottavo giocatore del mondo,13 giorni dopo aver vinto la prima partita in carriera in uno dei quattro tornei totem del circuito: “E’ stato importante avere una giornata in pi¨´ di riposo rispetto alle altre partite, ho potuto recuperare e sono tornato a mettere insieme la mia vita dopo le emozioni della vittoria su Djokovic. Il mio torneo non ¨¨ ancora finito”. Ieri si ¨¨ allenato di mattina sullo Chatrier, perch¨¦ le ore dopo la sveglia sono le sue preferite: un’ora di preparazione leggera, 30 minuti a colpire palle con lo sparring e 30 minuti con il cesto per affinare velocit¨¤ e colpo d’occhio.
i soliti ritiPoi relax in camera, lunga dormita nel pomeriggio e cena leggera: “Sempre al ristorante dell’hotel, guai a cambiare — racconta il cugino — perch¨¦ sulla scaramanzia non si scherza: e ordina sempre le stesse cose”. Ma non la pasta, che il preparatore Umberto Ferrara ha escluso dalla dieta per non appesantirlo. Francesco ci ha provato a fargli scordare i soliti riti, nei giorni scorsi ha perfino postato un video in cui cambiava la disposizione dei quadri di casa Cecchinato a Palermo, ma alla fine ha perso la battaglia: i quadri sono tornati al loro posto, mamma Stefania ha continuato a seguire le partite in soggiorno con lo stesso vestito e pap¨¤ Sergio si ¨¨ messo sempre allo stesso angolo. Fino al match con Goffin: per i quarti con Djokovic, sono arrivati a Parigi.
la scelta E quindi, esattamente come il figlio, oggi vivranno sulla loro pelle l’emozione del debutto sul Centrale. Marco comincer¨¤ a conoscerne angoli, riferimenti, ombre e consistenza nell’allenamento del mattino, programmato alle 10.45 dopo la colazione intorno alle otto, e all’una lo vedr¨¤ palpitante di folla ansiosa di spettacolo non appena metter¨¤ piede in campo per la sfida contro l’austriaco e per cui ieri all'ora di cena ha chiamato a raccolta l’Italia via Instagram: “Non dovr¨¤ essere Cecchinato vs Thiem — ha scritto —, dovr¨¤ essere Italia vs Thiem! Devo sentirvi vicino, Devo sentire il calore. Ci Proviamo. Ci dobbiamo provare. Forza Italia, Forza!”.
calziniNel tragitto verso il Roland Garros, sul van dell’organizzazione, al solito non si potr¨¤ sgarrare: tutti seduti negli stessi posti che occupavano il primo giorno. Per la disperazione di Francesco: “Ho provato a spiegargli che non si vince con la scaramanzia, ma con le proprie doti: fino a poco tempo fa, era capace di indossare per una settimana i calzini con cui aveva vinto la partita d’esordio, poi gli abbiamo fatto capire che non era il caso”. Eppure come non perdonarlo, dopo che ci sta regalando brividi sconosciuti da tempo e che tuttavia il cugino ex allenatore immaginava quando lo convinse a lasciare Palermo per Caldaro: “Non potevo pi¨´ seguirlo, ero reduce dalla rottura con la Vinci e volevo cambiare, e poi un legame troppo stretto non aiuta. Quando Sartori lo ha testato per la prima volta, mi ha detto: questo ragazzo ha potenzialit¨¤ inesplorate”. Ora ha l’occasione di mostrarle sul palcoscenico pi¨´ lussuoso: “Prima della partita Marco mi mander¨¤ un messaggio Whatsapp come sempre — racconta ancora Francesco — sia che si tratti di affrontare un socio del Circolo oppure Thiem e mi scriver¨¤: oggi non faccio pi¨´ di due game”. Fin qui, ha funzionato alla grande.
Riccardo Crivelli
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