Lo spagnolo che ha vinto tre volte la competizione da giocatore e da capitano ¨¨ il direttore delle finali della ?nuova? Davis che si giocheranno a novembre a Madrid: “Convinceremo gli scettici, Nadal ¨¨ con noi”
La Davis ¨¨ morta, evviva la Davis. Consegnata alla Croazia l’ultima Insalatiera ?vecchia maniera?, versati fiumi di lacrime e retorica sulla morte della competizione a squadre pi¨´ antica del tennis con i suoi 118 anni, ¨¨ ora di voltare pagina e guardare al futuro. A febbraio, con la fase eliminatoria a 24 squadre, parte la Coppa Davis dell’ ?Era Piqu¨¨?, avversata dai big che considerano la novit¨¤ come un’intrusione del calcio nel mondo della pallina gialla. Albert Costa, campione del Roland Garros nel 2002, vincitore di tre Davis con la Spagna, da giocatore e da capitano, ¨¨ il direttore delle finali che assegneranno il trofeo dal 18 al 24 novembre 2019. Un’investitura arrivata dal difensore del Barcellona a capo della Kosmos, la cui riforma ¨¨ stata votata dalla Itf ad agosto. Un ruolo fondamentale quello di Costa che nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo alla Caja Magica, l’impianto che ospiter¨¤ il torneo di novembre.
Albert, la riforma della Davis ha provocato tanti malumori, cosa l’ha convinta del progetto Kosmos-Piqu¨¨?
?Tutto, a partire dal nuovo format. Ora tutti si lamentano, ma era da tempo che i giocatori, che consideravano gi¨¤ morta questa competizione, chiedevano un cambiamento. Ora sono stati accontentati. Questa nuova formula li impegna per sole due settimane contro le quattro di prima. Arriveranno a fine stagione pi¨´ freschi e alcuni di loro potrebbero giocare anche solo la settimana delle finali?.
Tra le critiche che si sentono pi¨´ spesso c’¨¨ quella di una sovrapposizione di tornei a squadre se si considerano anche Laver Cup, Hopman Cup e la World team Cup della Atp.
?Non credo. La Coppa Davis ¨¨ l’unica competizione a squadre ufficiale esistente da 118 anni a questa parte, dove i giocatori rappresentano le federazioni del loro paese. In tutte le altre non ¨¨ cos¨¬...?.
Lei ha conquistato l’Insalatiera tre volte, sia da giocatore che da capitano: in che modo questa rivoluzione aggiunger¨¤ fascino alla competizione?
?Al contrario di quanto succedeva fino ad ora, ci saranno 18 nazionali in campo contemporaneamente, nella stessa citt¨¤ per una settimana intera. L’interesse rispetto a prima sar¨¤ molto pi¨´ alto perch¨¦ tutti: fans, investitori, televisioni si concentreranno sul torneo finale. La sfida tra Francia e Croazia, ad esempio, interessava solo ai diretti interessati e pochi altri appassionati?. Sta di fatto che quasi tutti i top player hanno detto di non voler partecipare. Cosa state facendo per far cambiare loro idea?
?Parliamo con i capitani, con le federazioni. Ci confrontiamo spesso con i ragazzi della Next Gen, loro sono molto importanti, sono il futuro del tennis. A tutti spieghiamo il progetto e tutte le novit¨¤ positive. Credo che dopo la prima edizione la maggior parte dei dubbiosi si convincer¨¤ della bont¨¤ di questa nuova formula e si entusiasmer¨¤. A Madrid poi si giocher¨¤ sul veloce indoor, come alle Finals di Londra, da cui i top players potranno facilmente arrivare con due ore di volo?.
Rafa Nadal ¨¨ gi¨¤ convinto...
?S¨¬, adora il nuovo format ed ¨¨ dalla nostra parte, ma non solo per l’amicizia che ci lega. Lui ¨¨ un professionista molto puntiglioso e durante la stagione ci dar¨¤ una mano e cercher¨¤ far capire ai colleghi quanto sia positivo il cambiamento?.
Questo format rester¨¤ tale o potrebbero esserci modifiche? Molti si lamentano della data.
?E’ un work in progress, ci stiamo confrontando con Atp, Slam e Itf per cercare di risolvere i problemi, a partire da quello della data. Fidatevi, questa Davis vi conquister¨¤?.
Federica Cocchi
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