La regina di Parigi 2010 ha scritto per noi il ricordo della sua esperienza nello slam parigino
Il Roland Garros far¨¤ sempre parte della mia vita. Ho partecipato a 18 edizioni di fila, l’ho vinto nel 2010 e sono arrivata in finale l’anno successivo. Insomma, conosco ogni angolo di quel torneo, gli umori e la passione della gente sulle tribune. Anche se non ci conosciamo bene, posso capire ci¨° che sta vivendo il nostro Marco Cecchinato. Quando arrivi ai quarti di finale di uno Slam il cerchio si restringe a otto atleti e ti rendi conto che forse, per la prima volta, puoi essere tu il vincitore. Superato lo scoglio dei quarti, poi, in semifinale si apre un nuovo mondo perch¨¦ quello che sapevi fare l’hai gi¨¤ fatto. Ci¨° che succeder¨¤ dopo non lo sa nessuno, quindi il presente diventa cos¨¬ speciale da diventare l’unica cosa che vuoi vivere.
Ci sono piccole cose, quando giungi a questo punto, che caratterizzano il quotidiano: i campi di allenamento sono tutti per te, ogni cosa ¨¨ a tua disposizione. Si vive come al rallentatore, ¨¨ come un effetto straniante che ti fa stare di pi¨´ con te stesso e il tuo team. Una situazione che ti fa risparmiare energie importanti, perch¨¦ quando arrivi a questo punto non sei pi¨´ alla ricerca di un miglioramento, o del perfezionamento, o della riga. Non pensi pi¨´ che stai giocando contro i mostri del tennis, i pi¨´ grandi del tuo sport. Perch¨¦ le sensazioni sulla palla e la fiducia nel tuo gioco ce l’hai gi¨¤. L’unica cosa che pu¨° variare ¨¨ la tattica.
Ricordo bene la semifinale che giocai nel 2010 contro Elena Dementieva. Vinsi il primo set con l’automatismo perch¨¦, lo ammetto, giocai male. Poi lei si ritir¨°. Ma il bel gioco, lo spettacolo, non mi importavano. Volevo soltanto vincere e rimanere il pi¨´ a lungo possibile su quella terra dove stavo cos¨¬ bene. Cecchinato in semifinale deve usare i suoi colpi pi¨´ forti come arma di attacco e continuare a remare, perch¨¦ Dominic Thiem lo porter¨¤ oltre al proprio limite. E Marco, questo limite, deve essere pronto a superarlo.
di Francesca Schiavone
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