Nello sport recente c’¨¨ un aneddoto divisivo, lo ascolti e prendi posizione: Evra va a cena da Cristiano Ronaldo, si aspetta una serata di vita smeralda e invece trova a tavola petto di pollo, insalata scondita e acqua, pi¨´ come dessert due palleggi per digerire. Team Evra: sei una leggenda, ogni tanto rilassati. Team Ronaldo: se ti rilassi una volta, non sei pi¨´ leggenda. Andrea Presti, 34 anni, ¨¨ Team Ronaldo, ed ¨¨ cos¨¬ che ¨¨ diventato la massima espressione italiana del bodybuilding.
l'intervista
Andrea Presti: "Testa da soldato, la mia strada per Mister Olympia"
Per la seconda volta di fila il re del bodybuilding italiano si ¨¨ qualificato per la pi¨´ nota competizione al mondo: “? come la finale del Mondiale. La gente ci vede sul palco ma non vede la nostra fatica. Baciato dalla genetica? N¨¬, ma non mi arrendo”
Per il secondo anno di fila si ¨¨ qualificato a Mister Olympia, il gotha del culturismo mondiale, le pedane che resero immortali i muscoli di Arnold Schwarzenegger e da cui l’Italia mancava dal 1993: “Ecco, da qui capite perch¨¦ Ronaldo a 40 anni ¨¨ ancora al top. Da culturista ¨¨ un aspetto che mi piace”. Presti ¨¨ venuto a trovarci in redazione alla Gazzetta, e a raccontarci la sua scalata verso l’Olimpo dei muscoli.
Lei ha iniziato col Judo, ha disputato anche il preolimpico per Pechino 2008. Poi cos’¨¨ successo?
“Che mi sono accorto che il potenziamento fisico mi piaceva pi¨´ del combattimento. E poi dico la verit¨¤: non ero un fenomeno sul tatami...”.
Ho una buona predisposizione a mettere muscoli, ma il mio fisico di base ¨¨ pi¨´ da centometrista
Andrea Presti
Il suo, si dice, ¨¨ uno sport dove devi essere baciato dalla genetica. Lei questo bacio l’ha ricevuto?
“N¨¬. Rispetto alla media ho una buona predisposizione a mettere su muscoli, ma non ho le caratteristiche del culturista classico. Anzi, di base il mio fisico ¨¨ pi¨´ da centometrista: sono 1.80, longilineo di base, i top players del mio sport hanno una conformazione diversa. Prendete Big Ramy (Mamdouh Elssbiay, vincitore degli ultimi due Mister Olympia, ndr): non ¨¨ umano, ha un corpo di quelli che nascono una volta ogni 30 anni e il destino ha voluto che abbia pure scelto lo sport giusto...”.
E come fa lei a competere con gente cos¨¬?
“Con una testa da soldato. Quando hai un limite genetico sei a un bivio: o ti arrendi e accetti la mediocrit¨¤, o compensi con pi¨´ allenamento e dieta quello che la genetica non ti ha dato”.
Un idolo ce l’ha?
“Dorian Yates. Uno come me, un ragazzo secco di Birmingham su cui nessuno avrebbe mai puntato un centesimo, che ¨¨ diventato un mito del culturismo grazie all’etica lavorativa. Non ha mai voluto trasferirsi negli Usa e si ¨¨ sempre allenato a casa sua, in una palestra senza bagni che somiglia a uno scantinato. Eppure ha stracciato tutti i fenomeni americani baciati da Madre Natura. Loro pi¨´ belli e predisposti, lui preparatissimo”.
Cos’¨¨ Mister Olympia?
“La finale dei Mondiali, gara 7 di finale Nba, Wimbledon... Una roba che sai che esiste quando inizi a fare palestra ma hai quasi paura a pronunciare”.
Lei ci torna: che lezione porta con s¨¦ dall’anno scorso?
“Che l’umilt¨¤ paga. L’anno scorso nella gara di qualifica tutti mi davano per favorito e quest’anno pure, ma non ho mai pensato per un solo momento di esserlo. Penso solo a portare sul palco quello che ho”.
Per¨° scusi: una partita di calcio si gioca, una corsa si corre. Come si compete su un palco di bodybuilding?
“Questo ¨¨ uno dei problemi del bodybuilding. Un ciclista lo vedi che spinge forte in salita, un calciatore lo vedi mentre gioca, il nostro sport ha una sfiga enorme: nell’atto finale, quello della gara, non siamo chiamati a mostrare quello che facciamo ogni giorno per arrivare a essere cos¨¬. La gente vede i muscoli, non la fatica. Ti vedono tirato, oliato, in perizoma e pensano che tu sia solo uno sbruffone”.
Cosa conta sul palco? La condizione, poi un posing ben fatto. E poi il carisma, ma con quello ci nasci...
Andrea Presti
Ce la descriva, la sua fatica.
“Sveglia alle quattro, preparo lo shaker, un’ora di cardio, colazione, un po’ di lavoro al pc, primo allenamento di pesi, doccia, altro pasto, breve recupero e ancora allenamento di pesi. Il tutto mangiando riso e pollo, e a volte in quantit¨¤ minime perch¨¦ sotto gara devi arrivare con la minor percentuale di grasso possibile. Se uno ci vedesse in una giornata cos¨¬, saremmo pi¨´ rispettati. E l’esibizione andrebbe oltre il senso estetico”.
Torniamo al cibo: quanto mangia?
“Da un minimo di 2.500 a un massimo di 4.000 calorie al giorno, in periodo di off season arrivo anche a 7.000. Il tutto diviso in sei pasti, il primo alle 6.30-7 di mattina e l’ultimo verso le 23. A volte nella mia tabella ne piazzo uno anche di notte: se le calorie sono basse e la fame ¨¨ tanta non prendi sonno facilmente...”
Come vi valutano? C’¨¨ qualche trucco per emergere?
“La cosa che pi¨´ viene valutata ¨¨ la condizione. A parit¨¤ di quella, un posing attrattivo: chi si muove meglio sul palco fa la differenza. La cosa importante ¨¨ nascondere la fatica, posare ¨¨ durissimo: se uno che contrae al massimo i muscoli e mostra la fatica pare che non stia bene, se invece mostra un viso rilassato fa una bella impressione. Siamo come ballerine di danza classica: stanno sulle punte, hanno dolore e sorridono. Poi c’¨¨ il carisma, ma con quello nasci, e qualche piccola scaramanzia. Ronnie Coleman la sera prima si faceva uno shot di vodka, Kevin Levrone un Martini, alcuni non dormono...”
Luoghi comuni sul bodybuilding, numero uno: ci pensi e ti vengono in mente steroidi, punture, doping...
“Il doping esiste in questo come in tutti gli sport. Ma la componente farmacologica ¨¨ sempre una scelta del soggetto. Se sposta? Ho visto gente che non ha mai preso nulla avere risultati migliori rispetto a chi ha una genetica peggiore ma ne faceva uso”
Luoghi comuni, due: il bodybuilding allena l’ipertrofia e non la forza.
“Chi lo dice non conosce la fisiologia. La forza ¨¨ direttamente proporzionale alla sezione trasversa di un muscolo. Pi¨´ il muscolo ¨¨ grosso, pi¨´ tira su”.
Luoghi comuni tre: smetti di fare pesi e diventi obeso.
“In qualsiasi sport dove la condotta sportiva condiziona la fisicit¨¤ se uno smette, regredisce. Sta alla persona scegliere se continuare a tenersi in forma o no”.
Sincero: si ¨¨ mai detto “Ma chi c... me lo fa fare?”
“Mai. Io capisco che ¨¨ difficile stare sempre a dieta, sottrarre tempo ad amici e famiglia, so che pu¨° essere troppo. Ma non c’¨¨ nient’altro che mi piace fare di pi¨´. Il momento pi¨´ bello della mia giornatao ¨¨ quando mi alleno, quello pi¨´ bello dell’anno ¨¨ quando gareggio. Quando non sar¨¤ pi¨´ cos¨¬, smetter¨°”.
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