Ufc, Khabib l’imbattibile nella storia: domina anche Gaethje e poi annuncia il ritiro
Khabib Nurmagomedov ¨¨ e rimarr¨¤ imbattibile, semplicemente. Non solo su un ottagono di Mma. Il pi¨´ forte fighter di tutti i tempi vince il suo ventinovesimo match su ventinove contro Justin Gaethje tenendo la cintura di campione dei pesi leggeri UFC, ringrazia l’avversario per la sfida offerta chiamandolo con rispetto “my brother” e annuncia il ritiro. Non voleva pi¨´ combattere dopo la morte del padre Abdulmanap, scomparso pochi mesi fa causa Covid, l’uomo che l’aveva allevato, allenato, creato, forgiato come uomo e combattente. Khabib l’ha fatto stavolta per onorarne la memoria, poi per¨° ha dovuto onorare anche un’altra promessa. E dopo una vittoria netta, incontestabile, dopo poco pi¨´ di 4 minuti, prende la sua cintura, piange qualche lacrima, afferra il microfono e annuncia che non combatter¨¤ pi¨´. “Non volevo pi¨´ tornare su un ottagono - ha detto in lacrime - dopo la morte di mio padre. E ho promesso a mia madre che questo sarebbe stato il mio ultimo incontro, devo mantenere la parola. Senza di lui non posso pi¨´ combattere”. Un atto nobile, detto con occhi che non fanno pensare a una parola rimangiata. Dietro questa notte di Abu Dhabi resta un solco indelebile, insomma, tracciato da un atleta che nessuno ha mai battuto e che si ¨¨ ritirato all’apice della gloria, come solo i grandi in battaglia.
Il match
¡ªQuando incontri uno come Khabib non hai solo un corpo davanti, hai una leggenda. La leggenda di uno che se ti prende non ti molla pi¨´. E la strategia di Gaethje ¨¨ stata chiara: da un lato non farlo avvicinare per farsi afferrare, e da qui i leg kick per spezzare il ritmo del daghestano, dall’altro cercare colpi buoni. E il bello ¨¨ che li trova pure, poi per¨° Khabib entra nel suo ufficio. A 30’’ dalla fine del primo round butta gi¨´ l’avversario e gli riesce una leva di braccio, solo il gong salva l’americano. Un minuto, e ricomincia: takedown al primo spiraglio, posizione dominante, presa a triangolo al collo. Gaethje ¨¨ uno che se gli sbatte una macchina addosso se la scrolla, ma batte per cedere. E sviene. E l’arbitro dice che ¨¨ finita. Poi tra i due scatta un abbraccio fraterno, scena stupenda. E a fine match, quando tutto il mondo si toglie il cappello dinanzi a un uomo che tiene cos¨¬ orgogliosamente addosso il suo (la papakha, simbolo del popolo daghestano), arriva anche il tributo del rivale pi¨´ acerrimo, Conor McGregor
LEGGI ANCHE
Gli altri
¡ªNel co-main event, Robert Whittaker tiene fede al suo sinistro soprannome: “the reaper”, la falce. Assorbe come acqua fresca i colpi alle gambe dello sfidante Cannonier nei primi due round, sempre assicurandosi di piazzare i jab giusti per avere il vantaggio ai punti, poi nel terzo accelera e colpisce pesante: vittoria ai punti senza mezzo dubbio, la rivincita per riprendersi il titolo dei medi in un derby d’Oceania con Israel Adesanya si avvicina. Nei pesi massimi invece avanza nelle alte sfere il russo Aleksander Volkov, che si prende in un round e mezzo un bello scalpo come quello di Walt Harris.
© RIPRODUZIONE RISERVATA