Trecento atleti di diciassette Nazioni si sono riuniti a Lignano Sabbiadoro per un training camp organizzato dalla Fijlkam che ha registrato la partecipazione di molti campioni. Al Bella Italia Village numerosi gli azzurri, tra cui Basile, Lombardo, Parlato e i due fratelli Esposito. Ma anche i top di Belgio, Estonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Portogallo, Svizzera, Canada, Finlandia, Serbia, Ucraina, Gran Bretagna, Malta, Cipro, Austria. Con loro in rappresentanza del Brasile e del Giappone anche Felipe Kitadai, bronzo olimpico a Londra a spese del nostro Elio Verde ed oggi alla guida dell’Austria juniores, e Junpei Igarashi.
JUDO
In 300 al Lignano training camp: dal judo al calcio, quanti campioni in campo
Una settimana al Bella Italia Village con i top mondiali del judo: allenamenti e momenti di svago tra cui una partita di calcio speciale
Tanti, tantissimi ‘randori’ (combattimenti) di qualit¨¤ pregiata, ma anche molti momenti di condivisione: ritrovarsi e stare insieme era proprio l’intento principale di questo camp che ha anche visto i migliori coach internazionali togliere il judogi per un giorno per infilare invece gli scarpini. Non un torneo, ma una partita secca che, a Lignano, ¨¨ stata la seconda di una serie iniziata con il training camp di Nymburg a marzo. Non si erano mai viste cos¨¬ tante medaglie olimpiche e mondiali su un campo da calcio e qualcuno si ¨¨ scoperto essere un vero fenomeno…
LA PARTITA
¡ªQuesta volta ¨¨ finita due a zero per la squadra capitanata da Raffaele Toniolo con doppietta dell’inglese Colin Oates. Nella squadra del coach azzurro hanno giocato Danny Kingston (Gbr), Felipe Kitadai (Bra), Rok Draksic (Slo), Antoine Valois-Fortier (Can), Quedjau Nhabali (Ukr), Robert Krawczyk (Pol). Nella squadra capitanata invece da coach Salvatore Ferro hanno giocato Alexei Budolin, bronzo olimpico a Sydney ed oggi coach della Svizzera, Sven Maresch (Ger), l’inglese Johnson, il coach del Belgio Cedric Taymans, il romeno Aurelian Fleisz, coach di Malta, e poi Carlsson, Roza ed il fisioterapista della Svizzera. Ma dai commenti dei judoka, calciatori per un giorno, il migliore in campo sembra essere stato l’ucraino Quedjau Nhabali, definito simpaticamente da tutti addirittura “meglio di Donnarumma”. “La squadra avversaria ha avuto il vantaggio di un portiere stratosferico - ha commento di Salvatore Ferro- la porta era inviolabile”.
UCRAINA
¡ªCampione del mondo juniores nel 2009, dopo una grande carriera da atleta con numerose medaglie nell’Ijf tour, tra cui l’ultima d’argento al Grand Slam di Dusseldorf nel 2020, Quedjau Nhabali ¨¨ ora il coach dell’Ucraina: “Non ¨¨ facile ritrovarmi oggi nell’abito di tecnico - ha raccontato-, soprattutto se ripenso alla medaglia d’oro che inseguivo a Rio 2016 e che non ho raggiunto. Nel cuore e nella mente mi sento ancora atleta, ma ora ¨¨ tempo di nuove sfide. Oggi abbiamo ragazzi davvero forti e spero sapremo cogliere buoni risultati, pi¨´ di quanto abbiamo ottenuto finora. Puntiamo alle Olimpiadi di Parigi e vogliamo essere pronti quando sar¨¤ il momento”. Nhabali ha rilevato l’incarico di tecnico dopo le Olimpiadi di Tokyo e ritrovarsi a guidare una nazionale in un periodo cos¨¬ difficile come quello che sta vivendo il suo Paese non ¨¨ cosa da tutti. Ma un grande sostegno ¨¨ arrivato anche dalla Fijlkam che da marzo ha aperto le porte del Centro Olimpico di Ostia alla squadra ucraina: “C’¨¨ tanta e sincera gratitudine per la federazione italiana che ci ha sostenuto sin dal primo giorno di guerra. Mezza squadra si trovava al traininig camp a Ostia e l’altra mezza era ancora in Ucraina, la situazione era molto difficile. Il nostro Governo prepar¨° una lista per le squadre che potevano lasciare il Paese, un’iniziativa unica, pensata apposta per gli sportivi. L’invito dall’Italia a Ostia ci ha consentito di uscire, ¨¨ stata un’esperienza fantastica e siamo davvero grati per l’aiuto ricevuto. Dopo Ostia anche la Federazione ungherese ci ha aiutati, cos¨¬ siamo riusciti a realizzare buoni risultati agli Europei, un oro e due quinti posti. Non siamo ancora al top, ma siamo nell’elite europea e credo che, nonostante il nostro pensiero sia rivolto costantemente alle nostre famiglie che sono ancora in Ucraina, stiamo dando il massimo per continuare il nostro lavoro e raggiungere grandi obiettivi”.
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